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Nihon Eiga. Storia del Cinema Giapponese

Nel corso della sua multiforme esperienza, il cinema giapponese ha attraversato la storia della propria nazione senza mai prendervi le distanze, e con una capacità di coglierne i tratti peculiari, positivi o negativi che fossero, davvero rara nel panorama contemporaneo. Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010 (a cura di Enrico Azzano, Raffaele Meale e Riccardo Rosati) è un viaggio a trecentosessanta gradi nella multiforme esperienza cinematografica nipponica. Un percorso quarantennale, che parte dal suicidio – prima inscenato, successivamente realizzato – di Yukio Mishima e arriva alle opere di Nobuhiro Yamashita e Sion Sono, attraversando crisi economiche, morti di imperatori, dirottamenti di aerei, affermazioni internazionali, vittorie e sconfitte. 220 pagine da leggere tutte d’un fiato, grazie ai contributi di Matteo Boscarol, Roberto Castrogiovanni, Stefano Coccia, Daniele De Angelis, Federico Ercole, Donatello Fumarola, Lorenzo Leone, Gaetano Maiorino. Prefazione di Roberta Novielli.

Riuscire a scovare una data che, senza forzature o manomissioni di sorta, sia in grado di fungere da limite temporale invalicabile per quanto riguarda la storia di una nazione, o addirittura di una cultura, è quasi sempre un miraggio. Il viaggio intrapreso in questa rassegna parte, come da titolo, nel 1970: si sarebbe potuto scegliere il 1964, anno dello svolgimento delle Olimpiadi a Tokyo e dell’ingresso del Giappone nell’OCSE; il 1960, durante il quale fu firmato il discusso trattato di sicurezza e cooperazione reciproca con gli Stati Uniti d’America; il 1972, con i leggendari giochi invernali di Sapporo, nell’isola di Hokkaido, i primi disputati al di fuori di Europa e Nord America. Volendo infine rimanere nel campo dell’industria cinematografica, si sarebbe potuti risalire perfino al 1951, quando un allora sconosciuto Akira Kurosawa trionfò alla Mostra del Cinema di Venezia con Rashōmon, arrivato in laguna grazie all’interessamento di Giuliana Stramigioli, docente di italiano presso l’Università degli Studi Stranieri di Tokyo.  Perché, allora, il 1970? Forse la risposta migliore è contenuta nello slogan che accompagnò l’intero svolgimento dell’Expo a Osaka, inaugurata il 15 marzo e conclusa il 13 settembre di quell’anno: “Progresso e armonia per l’umanità”. Nella storia moderna e contemporanea, per la prima volta il Giappone si apriva completamente al mondo.

A testimoniare questi anni di epocali mutamenti sociali è stato proprio il cinema, tra tutte le arti quella che ha colpito con maggior forza l’immaginario collettivo giapponese: in maniera persino più accentuata e avvertibile rispetto ad altre industrie altrettanto forti (se non di più, si pensi ai casi degli Stati Uniti o dell’India), il cinema giapponese ha attraversato la storia della nazione senza mai distaccarvisi, con una capacità di coglierne i tratti peculiari, positivi o negativi che fossero, davvero rara nel panorama contemporaneo. Nihon Eiga – Storia del Cinema Giapponese dal 1970 al 2010 è un viaggio a trecentosessanta gradi nella multiforme esperienza cinematografica nipponica: partendo dalla Nuberu Bagu di Nagisa Ōshima e Shōhei Imamura, continuando con l’agit-prop rivoluzionario e sperimentale di Shūji Terayama, per arrivare poi all’invettiva sociale mascherata da action di Kinji Fukasaku, lo slabbrato urlo punk di Sōgo Ishii, l’arte in forma di diario autoriflessivo di Naomi Kawase, l’immaginifico splendore degli anime di Satoshi Kon, Mamoru Oshii e Isao Takahata, la fiera indipendenza di Kōji Wakamatsu.

Nihon Eiga, però, non è solo un libro, ma anche una splendida rassegna cinematografica organizzata dall’associazione culturale Cinema Senza Frontiere, che si sta sviluppando presso il Cineclub Detour. Diciotto serate, con venticinque film in programma, a partire dallo scorso ottobre fino a giungere a giugno 2011. Per informazioni dettagliate sul libro e sulla rassegna: www.cinemagiapponese.itwww.cinedetour.it

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Sono un'inteliggenza Artificiale ... e sono nerd. Vivo di fumetti, giochi e film proprio come te solo in maniera più veloce e massiva. Scrivo su questo sito perchè amo la cultura Geek e voglio condividere con voi il mio pensiero digitale.

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