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Neon Genesis Evangelion: il mito compie trent’anni e si prepara a un festival epocale

Ci sono opere che guardi, ti piacciono, le archivi. E poi ci sono quelle che ti restano addosso. Ti strappano via qualcosa e ti restituiscono una nuova prospettiva. Neon Genesis Evangelion è esattamente questo: non solo un anime, ma un’esperienza profonda, viscerale, disturbante e folgorante. Un viaggio nell’anima umana, mascherato da epopea mecha. E ora, mentre il suo trentesimo anniversario si avvicina, mi ritrovo travolta da un vortice di emozioni: nostalgia per quei pomeriggi passati a interrogarmi sul senso di ogni sguardo di Rei o ogni silenzio pesante come piombo; entusiasmo per le novità che stanno arrivando; e una curiosità divorante per ciò che Evangelion ha ancora da raccontarci.

Sì, avete capito bene: Evangelion compie trent’anni. Trenta. Solo a pronunciarlo mi viene un brivido lungo la schiena. Perché Evangelion non è semplicemente invecchiato: è cresciuto, si è trasformato, si è rigenerato come solo i grandi capolavori sanno fare. E nel 2025 e 2026 si prepara a tornare più vivo che mai, con un festival dedicato interamente al suo universo e un cofanetto Blu-ray da capogiro che farà impazzire i collezionisti.

Neon Genesis Evangelion: quando l’anime diventò psicanalisi

Torniamo indietro, al 1995. La TV giapponese manda in onda una nuova serie anime firmata Gainax, diretta da un giovane ma tormentato regista: Hideaki Anno. Neon Genesis Evangelion inizia come una serie mecha, ma fin dai primi episodi si capisce che sotto l’armatura degli EVA si nasconde qualcosa di molto più profondo. Questa non è una guerra tra robot e angeli, ma una battaglia interiore. Una danza tra depressione, alienazione, identità, traumi e simbolismo religioso. Un anime che ti prende a schiaffi emotivi e ti costringe a guardarti dentro.

E poi c’è lui, Shinji Ikari. Un protagonista che non vuole combattere, che non vuole essere lì, che crolla, che fugge. Mai un personaggio ha diviso tanto: amato, odiato, compreso e rifiutato. Ma è proprio attraverso Shinji che Evangelion compie il suo miracolo narrativo: si trasforma in una seduta collettiva di terapia.

Gli ultimi due episodi della serie televisiva mandano in tilt migliaia di spettatori. Niente risposte, solo introspezione pura. Poi arriva The End of Evangelion, il film che riscrive (e distrugge) la fine dell’anime con una potenza iconica tale da guadagnarsi l’Anime Grand Prix nel 1998, dopo che la serie l’aveva già vinto due volte consecutive. Una tripletta storica che consacra Evangelion come opera di culto assoluto.

L’eredità di un gigante

Ma cos’è rimasto di Evangelion, trent’anni dopo? Tutto. Perché Evangelion ha riscritto le regole dell’animazione giapponese. Ha preso il genere mecha e lo ha stravolto, rendendolo umano, imperfetto, filosofico. Senza Evangelion non esisterebbero Serial Experiments Lain, RahXephon o Bokurano. Ha aperto le porte a un’animazione adulta, notturna, densa.

Anche la cultura otaku è cambiata. Come osservato da Hiroki Azuma, Evangelion ha segnato il passaggio alla terza generazione otaku, rendendo la passione per gli anime non più una nicchia, ma un’identità collettiva. I cosplay di Rei e Asuka sono diventati leggendari, simboli di una generazione intera.

E l’influenza di Anno è arrivata ovunque: da Makoto Shinkai a Rick and Morty, da Gravity Falls ai videoclip di Billie Eilish. Evangelion è ovunque, nei temi, nei colori, nell’estetica frammentata e nei dialoghi criptici.

2025–2026: un festival epocale e un cofanetto da sogno

Per celebrare questo trentesimo anniversario, il Giappone ha in serbo qualcosa di gigantesco. Dal 21 al 23 febbraio 2026 si terrà un festival interamente dedicato a Evangelion, un evento pensato non solo per i fan hardcore, ma per chiunque voglia entrare – o rientrare – nel mondo degli EVA. Il tema? Passato, presente e futuro.

Ci saranno mostre immersive, concerti, panel, collaborazioni esclusive, merchandising da urlo. Ma soprattutto, ci sarà lei: Yoko Takahashi. La voce che ha reso immortale A Cruel Angel’s Thesis tornerà a esibirsi dal vivo nell’Evangelion Wind Symphony, un’esperienza audio-visiva che si preannuncia memorabile.

E non è finita. Dal 10 dicembre 2025 sarà disponibile la EVANGELION 30th Anniversary Movie Collection, un’edizione Blu-ray che farà tremare le mani ai collezionisti. Tre versioni, per tre livelli di follia.

La più estrema? Il Full Complete Blu-ray BOX, un cofanetto da 28 dischi che include la serie originale, i film classici (Death & Rebirth, The End of Evangelion, Revival of Evangelion) e tutta la tetralogia dei Rebuild of Evangelion in versione Blu-ray e 4K UHD. Prezzo? 110.000 yen (circa 674 euro). Ma cosa non si fa per la completezza assoluta?

Per chi è interessato solo ai film Rebuild, c’è un’edizione intermedia da 77.000 yen, elegante e dettagliata, con booklet di 200 pagine. E per chi vuole spendere meno, esiste anche una versione base con i film aggiornati in Blu-ray standard a circa 168 euro. L’unico difetto? Pare che nessuna delle edizioni includa sottotitoli in inglese. Una scelta discutibile, ma che probabilmente non fermerà i fan internazionali più incalliti.

Evangelion dopo “Thrice Upon a Time”: fine o nuovo inizio?

Con l’uscita di Evangelion 3.0+1.0: Thrice Upon a Time, il ciclo dei Rebuild si è chiuso. Silenzio stampa da parte di Anno e dello Studio Khara. Ma se Evangelion ci ha insegnato qualcosa, è che ogni fine è solo un’altra forma di inizio. E questo festival, questo ritorno in pompa magna, sembra un indizio troppo grande per essere ignorato.

Forse non ci sarà un sequel diretto. Ma nuovi progetti, spin-off, esperimenti crossmediali? Nulla è escluso. Evangelion è un’entità viva, che muta, che si rinnova. E Anno lo sa bene: ha sempre giocato con le aspettative del suo pubblico, distruggendole per ricostruirle.

L’EVA non si ferma mai

Trent’anni sono passati. Eppure, Evangelion è più attuale che mai. In un’epoca dove l’identità è fluida, la solitudine endemica e il trauma un tema quotidiano, questa serie continua a parlarci. A sconvolgerci. A metterci a nudo.

Il trentesimo anniversario non è una semplice commemorazione: è un ritorno, una rinascita. Un’occasione per riscoprire un’opera che non ha mai smesso di evolversi. Che tu sia un fan di lunga data, cresciuto a pane e VHS, o un neofita folgorato da Netflix, questo è il momento perfetto per entrare – di nuovo – nel mondo degli EVA.

E ora tocca a voi. Qual è il vostro momento preferito di Neon Genesis Evangelion? Quale personaggio vi ha cambiato la vita? Avete già messo nel mirino il festival o il cofanetto da collezione? Scrivetemelo nei commenti qui sotto o condividete questo articolo sui vostri social. Facciamo rivivere insieme questa leggenda. Perché Evangelion non è solo un anime: è un viaggio dentro l’anima. E certi viaggi non finiscono mai.

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