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“Montecristo”: il classico di Dumas rinasce come graphic novel nell’America post-11 settembre

C’è qualcosa di profondamente affascinante nel vedere un grande classico della letteratura tornare a nuova vita sotto forme inedite, soprattutto quando a farlo sono due menti brillanti della cultura pop contemporanea. Montecristo, la nuova graphic novel firmata da Jordan Mechner, celebre creatore della saga videoludica Prince of Persia, e dal talentuoso disegnatore italiano Mario Alberti, è proprio questo: un ponte tra il passato e il presente, tra la penna ottocentesca di Alexandre Dumas e i traumi recenti della nostra epoca.

Questa non è una semplice trasposizione a fumetti del celebre Il Conte di Montecristo. È piuttosto una sua reinvenzione, un adattamento crudo e moderno che trasporta le tematiche universali del tradimento, dell’ingiustizia e della vendetta nella cornice spietata dell’America post-11 settembre. La vicenda di Edmond Dantès si reincarna in quella di Sam Castillo, giovane newyorkese la cui vita viene distrutta da un’accusa infamante: terrorismo. È il 2005, e il mondo – specialmente quello americano – è ancora immerso nel terrore e nella diffidenza che hanno seguito gli attacchi alle Torri Gemelle. In questo clima di sospetto generalizzato, Sam finisce vittima di un errore giudiziario che non lascia spazio a prove né a dubbi. Il sistema vuole un colpevole, e lo trova in lui.

La prigione in cui Sam viene rinchiuso non è il Castello d’If, ma un carcere segreto su un’isola sperduta al largo delle coste africane, fuori dallo sguardo dell’opinione pubblica, fuori dal tempo e dalla giustizia. Qui passerà quindici anni, nutrendosi di rabbia, nostalgia e speranza. Il suo “abate Faria” è un altro detenuto, un uomo divenuto leggenda tra le mura della prigione, che gli trasmette non solo una via di fuga scavata nella roccia, ma anche una nuova consapevolezza. Come il personaggio di Dumas, Sam esce dal suo lungo esilio con una missione: fare i conti con chi lo ha tradito.

Ma in Montecristo, vendetta e riscatto non sono mai azioni semplici o scontate. Sono piuttosto specchi deformanti che riflettono la violenza strutturale di un mondo pronto a sacrificare i diritti individuali in nome della sicurezza collettiva. Sam non è solo una vittima, è anche il simbolo di un sistema giudiziario e politico che, nella sua ossessione per il controllo, finisce per smarrire l’umanità. La sua è una storia personale che si intreccia con quella collettiva, un dramma intimo che diventa denuncia sociale.

A dare forma visiva a tutto questo c’è Mario Alberti, un artista capace di mescolare eleganza e tensione narrativa come pochi. Le sue tavole vibrano di inquietudine, ogni vignetta è un frammento di emozione trattenuta, di violenza implicita, di malinconia urbana. I suoi disegni non illustrano soltanto la storia, ma la rendono palpabile, sensoriale, immergendo il lettore in una New York cupa e opprimente, in prigioni claustrofobiche, in paesaggi dell’anima. Non c’è una sola tavola che non restituisca l’angoscia esistenziale di Sam, la solitudine della sua odissea, la freddezza chirurgica della sua vendetta.

La pubblicazione italiana di Montecristo è affidata a Star Comics, che lo propone nella prestigiosa collana Astra, in un volume unico cartonato di oltre 200 pagine. Un’opera che rappresenta un vero gioiello per gli appassionati di graphic novel, ma anche per chi ama le storie potenti, che scuotono la coscienza e restano incollate addosso ben oltre l’ultima pagina. Montecristo non è solo un tributo a Dumas, è un dialogo profondo con il nostro tempo, un viaggio nelle ferite aperte del presente attraverso il filtro della narrativa visiva.

E allora viene da chiedersi: quante altre storie classiche attendono una rinascita così potente e coraggiosa? Quanti altri personaggi del passato potrebbero tornare a parlarci in modo così vivido dei problemi di oggi? Con Montecristo, Mechner e Alberti ci dimostrano che i grandi racconti non invecchiano: si trasformano, si adattano, si rigenerano. E ci invitano a guardarci allo specchio.

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