Oh, lasciatemi dire: il 25 marzo 2025 è stato un giorno che, per noi appassionati di manga e anime, dovrebbe essere segnato sul calendario con un cuoricino rosso e glitter! Quel giorno è nato Manga Issho, e credetemi, non è stata una semplice uscita editoriale, ma un vero terremoto nel panorama fumettistico europeo. Io l’ho vissuta così: come l’inizio di qualcosa che aspettavamo da troppo tempo senza nemmeno rendercene conto. Un momento storico, carico di emozione e significato, come quando si scarta il primo volume del proprio manga preferito e si percepisce subito che sarà amore per sempre.
Questa nuova rivista, frutto dell’unione di quattro colossi editoriali europei – Star Comics per l’Italia, altraverse per la Germania, Kana per la Francia e Planeta Cómic per la Spagna – ha rappresentato molto più di una collaborazione internazionale: è stata una dichiarazione d’intenti. Il nome stesso, Issho, che in giapponese significa “insieme”, è un manifesto. Un invito alla cooperazione, alla contaminazione, alla creazione collettiva. E per chi, come me, è cresciuta tra le pagine di Shonen Jump, le notti passate a piangere con Nana e i pomeriggi a disegnare i propri personaggi inventati nel retro dei quaderni di scuola, questa rivista è una carezza e una rivoluzione.
Sì, perché Manga Issho non è solo un’antologia di storie, è una piattaforma culturale. Un punto di incontro dove la passione per il manga si fonde con l’identità europea, dove le narrazioni giapponesi incontrano le nostre sensibilità, i nostri drammi, le nostre storie. Non stiamo parlando di una semplice imitazione, ma di un adattamento profondo, sentito, maturo. Il manga europeo ha finalmente alzato la voce. E lo ha fatto con stile, forza e tanta, tantissima creatività.
Il primo numero, con le sue oltre 300 pagine, è una bomba di idee. Appena l’ho sfogliato, ho sentito un fremito. Come quando si apre un artbook di un artista che ami: ogni pagina ti parla, ti prende per mano e ti porta altrove. Le storie sono diverse, sfaccettate, alcune visivamente potenti come The Secret of Scarecrow – The Armorer di Gin Zarbo, che mi ha dato vibrazioni alla Berserk, ma con un cuore tutto suo. Altre ti toccano l’anima, come La sposa sirena di Ivana Murianni e Denise Coraggioso, che non è solo una reinterpretazione affascinante del mito, ma anche un’intensa riflessione sulla condizione femminile nel nostro Sud, in un’Italia che troppo spesso dimentichiamo.
E poi ci sono le sorprese che ti fanno sorridere, riflettere, pensare. Kenshiro! gioca con l’umorismo da otaku, Scho Djinn + mi ha fatto desiderare di iscrivermi in una scuola dove si usano avatar digitali, e Shut Down With Me mi ha stretto il cuore con la sua visione struggente del cambiamento climatico. Ogni storia è un piccolo mondo, un universo che si apre e si chiude in poche pagine ma che riesce comunque a lasciarti qualcosa. Non è questo, dopotutto, il potere delle belle storie?
E qui, lo dico da lettrice appassionata e da fanatica dei dettagli editoriali: Manga Issho è anche un oggetto bello. L’impaginazione rispetta lo stile manga giapponese, con la lettura da destra a sinistra che non appare mai forzata, ma anzi, ti fa sentire dentro qualcosa di autentico. La qualità della carta, la scelta delle illustrazioni, la varietà dei disegni e delle narrazioni… è tutto studiato con amore. E quel prezzo di lancio? Un invito a non pensarci due volte e tuffarsi in questa nuova avventura.
Ma sapete qual è la cosa più bella? Che Manga Issho non ha paura di osare. Non si limita a raccogliere storie, ma le propone con l’intento di costruire una nuova identità. Non cerca di copiare il Giappone, ma di parlare il suo stesso linguaggio con un accento diverso. Più europeo, più sfaccettato, più contaminato. E in questo c’è una forza rivoluzionaria. Perché il manga non è più solo qualcosa che arriva da lontano. È qualcosa che possiamo anche creare, qui, ora, con le nostre voci, i nostri disegni, i nostri sogni.
In un’epoca dove spesso si parla di confini, di differenze, di “noi” contro “loro”, Manga Issho fa l’opposto. Unisce. Mescola. Amplifica. È un ponte che collega i margini dell’Europa e li proietta nel futuro, facendo del manga non un genere, ma una lingua universale. È la prova che anche noi possiamo creare storie che emozionano, che parlano alle persone, che toccano corde profonde.
Il debutto, celebrato anche con un evento a Milano – e vi assicuro, l’atmosfera lì era elettrica – ha reso tutto ancora più reale. Incontrare gli autori, ascoltare le loro esperienze, vederli disegnare dal vivo… è stato come entrare per un attimo nel mondo che avevo sempre immaginato da lettrice. E vi dirò: vedere così tante persone entusiaste, così tanti volti giovani e appassionati, mi ha fatto capire che Manga Issho è solo l’inizio. Che c’è fame di storie, fame di novità, fame di sogni a fumetti.
Certo, non è il primo progetto editoriale ad aver tentato questa via – ricordiamo Senpai Plus, che con i suoi numeri e le sue serie ha già aperto sentieri importanti – ma Manga Issho ha qualcosa in più. Una visione più ampia, un respiro più internazionale, e la capacità di accogliere voci che ancora cercavano casa.
Ora tocca a noi, lettori, sostenere questo progetto. Leggerlo, parlarne, consigliarlo. Perché ogni copia acquistata, ogni commento, ogni condivisione è un mattoncino che contribuisce a costruire questa nuova casa del manga europeo. E, credetemi, è una casa dove vale la pena entrare.
Quindi, ditemi: voi l’avete già sfogliato Manga Issho? Quale storia vi ha colpito di più? Vi siete sentiti anche voi parte di qualcosa di nuovo e potente? Raccontatemelo nei commenti, o, se vi va, condividete l’articolo con altri appassionati come noi. Il manga europeo ha bisogno della nostra voce. Facciamoci sentire, insieme. Issho, appunto.
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