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Madonna diventa serie TV: su Netflix la vera storia della Regina del Pop

Se c’è una cosa che ho imparato nel mio lungo amore per le serie TV – quelle belle, intense, che ti risucchiano dentro una storia fino a farti dimenticare che esiste il tasto “pausa” – è che certi racconti non possono essere compressi. Hanno bisogno di tempo, di respiro, di spazio per crescere. E quando ho letto che Madonna, la Regina indiscussa del Pop, sta lavorando a una serie Netflix sulla sua vita, la prima cosa che ho pensato è stata: era ora. Perché Madonna non è solo una cantante. Non è solo una performer. Madonna è un universo a sé stante, un mito moderno fatto di trasformazioni, scandali, battaglie, provocazioni e rivoluzioni culturali. Racchiudere tutto questo in un film da due ore sarebbe stato un sacrilegio narrativo. Lei stessa lo ha capito, e come sempre ha fatto nella sua carriera, ha cambiato le regole del gioco: addio biopic, benvenuta serie TV.

La notizia è arrivata da Deadline, e per chi come me vive a pane e serialità, è stata una scossa elettrica. La collaborazione tra Madonna e Shawn Levy – sì, proprio quel Shawn Levy, produttore di Stranger Things e regista del prossimo Deadpool & Wolverine – promette scintille. E non solo per i nomi coinvolti. Madonna è famosa per essere iperprotettiva del suo repertorio, della sua immagine, della sua narrativa. Il fatto che abbia deciso di aprire il sipario e raccontarsi in un progetto di fiction seriale è, già di per sé, una dichiarazione potente.

Ricordo bene quando annunciò, anni fa, che avrebbe diretto un film autobiografico, affiancata dalla sceneggiatrice Diablo Cody (che adoro dai tempi di Juno). Ma quel progetto si è arenato. E francamente? Forse è stato un bene. Non perché non sarebbe stato interessante, ma perché una figura come Madonna ha bisogno di molto più di due ore per essere raccontata. Ha bisogno di episodi. Di archi narrativi. Di cliffhanger. La sua vita è una serie TV.

Pensateci. Ogni decennio della sua carriera è stato un’epoca a sé. Dall’esplosione con “Like a Virgin” che scandalizzò l’America puritana, all’attivismo per l’AIDS quando ancora era un tabù; dal celebre bacio con Britney Spears sul palco degli MTV VMAs, fino alle sue prese di posizione su femminismo e identità di genere. Madonna non ha solo vissuto la storia della cultura pop: l’ha scritta. E riscritta. E riscritta ancora.

La possibilità di vederla raccontata in formato seriale apre uno spazio narrativo vastissimo. Non è ancora chiaro su quale periodo si concentrerà la serie, ma l’indizio che Julia Garner (la brillante Ruth di Ozark) potrebbe interpretarla è decisamente promettente. Non solo perché Garner ha dimostrato un talento camaleontico, ma anche perché c’è già una certa alchimia tra le due: Julia è salita sul palco con Madonna durante il Celebration Tour. Dettaglio non da poco.

E qui la fan delle serie TV che è in me si esalta: immaginate le potenzialità visive e sonore di un progetto simile. La musica iconica – da “Material Girl” a “Vogue”, da “Like a Prayer” a “Frozen” – potrebbe scandire ogni episodio, diventando non solo colonna sonora ma vera e propria struttura portante. E considerando che Levy ha già inserito “Material Girl” in Stranger Things e “Like a Prayer” in Deadpool & Wolverine, possiamo aspettarci una cura maniacale per i momenti musicali, quelli capaci di far tremare il cuore e drizzare i peli sulle braccia.

Ma questa non è solo la storia di una diva. È la storia di una donna che ha fatto tutto da sola, contro tutto e tutti. Che ha lasciato il Michigan con 35 dollari in tasca e un biglietto di sola andata per New York, scommettendo tutto su se stessa. Che ha sfidato l’industria musicale dominata dagli uomini, ha parlato di sessualità femminile senza paura, ha osato dove nessuno avrebbe osato.

In un periodo in cui sempre più serie cercano di riscrivere la storia da una prospettiva femminile e autentica – da The Crown a Pam & Tommy, da Daisy Jones & The Six a Halston – un progetto su Madonna non solo è pertinente, è necessario. Perché raccontare la sua vita significa anche esplorare le contraddizioni, i successi e le ferite di un’epoca. Di molte epoche, in realtà.

E non dimentichiamo che questa serie arriva in un momento in cui il biopic musicale sta vivendo un piccolo rinascimento, da Bohemian Rhapsody a Elvis, da Rocketman a Back to Black. Ma ancora una volta, Madonna va oltre: non un film, ma una serie. Non una visione passiva, ma un racconto in capitoli. Una vera saga.

E forse non si chiamerà Who’s That Girl, come era previsto inizialmente. Forse sarà Live to Tell, come ha suggerito qualcuno, e sarebbe perfetto. Perché sì, questa è la storia di chi ha vissuto per raccontare. Di chi ha fatto della propria voce un’arma, del proprio corpo un manifesto, della propria esistenza una rivoluzione.

Io, personalmente, non vedo l’ora. Perché questa serie ha il potenziale per essere molto più di un tributo: può diventare un racconto generazionale. Uno specchio nel quale riflettere su quanto sia difficile, ma anche straordinario, essere una donna libera e potente in un mondo che cerca sempre di ridurti. E se c’è qualcuno che può raccontarcelo davvero, quella è Madonna.

E voi? Siete pronti a tuffarvi in questo viaggio? A riscoprire – o magari a conoscere per la prima volta – la vera storia della Regina del Pop, tra lacrime, lustrini, ribellione e gloria? Scrivetemi nei commenti cosa ne pensate, chi vorreste nel cast, quale periodo della sua vita vi piacerebbe vedere esplorato. E, ovviamente, condividete l’articolo con i vostri amici sui social. Perché le storie belle, soprattutto quando sono vere, vanno raccontate. Sempre.

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