Quando si parla di cosplay in Italia, si finisce sempre per raccontare storie che sembrano uscite da un manga o da un episodio di una serie cult anni ’80. Ma ogni tanto, tra le pieghe delle fiere, dei palchi e dei travestimenti che prendono vita, spunta qualcuno che non solo interpreta un personaggio, ma lo incarna. È il caso di Lucrezia Crisci, una vera icona del cosplay nostrano che, con passione e dedizione, ha tracciato un percorso che vale la pena raccontare, anche per chi oggi si avvicina a questo mondo solo su TikTok o Instagram.
Lucrezia nasce a Caserta, nel cuore caldo e solare del Sud Italia, ma la sua storia prende una piega diversa quando si trasferisce in provincia di Cremona, portando con sé quel bagaglio di entusiasmo e sogni popolati da robottoni, guerriere stellari e supereroi in calzamaglia. La sua passione per l’animazione giapponese sboccia prestissimo: i pomeriggi passati davanti alla TV a guardare eroi in armatura, ragazze combattenti e serie robotiche lasciano un segno profondo, che nel tempo si traduce in una vera e propria missione artistica.
Le prime fiere le frequenta a Roma, città facilmente raggiungibile da Caserta, e lì scopre quel magico microcosmo che noi tutti conosciamo: stand pieni di action figure, cosplay variopinti, autori giapponesi di passaggio, e l’inconfondibile odore dei takoyaki cucinati sul momento. Poi, con il trasferimento al Nord, il grande salto: Lucca Comics & Games, la Mecca di ogni nerd italiano che si rispetti. E qui Lucrezia trova finalmente la sua dimensione: tra un padiglione e l’altro, comincia a costruire — letteralmente — il suo primo cosplay.
E che cosplay! Parliamo di Jun Hono, la pilota di Venere A da “Il Grande Mazinga”. E già qui si capisce che non stiamo parlando di un cosplay scelto a caso: Jun è una figura potente, determinata, in una serie che ha fatto la storia dell’animazione robotica giapponese. Il costume se lo realizza da sola, senza stampanti 3D o commissioni online. Ago, filo, sudore e tanta passione. È l’inizio di un lungo viaggio costellato di personaggi amatissimi dal pubblico.
Nel suo armadio dei sogni ci sono vere e proprie icone nerd: Sheila da “Occhi di Gatto”, la misteriosa e affascinante ladra dal caschetto nero; Castalia, la dolce sorella di Pegasus ne “I Cavalieri dello Zodiaco”, personaggio che più di ogni altro simboleggia la purezza e il sacrificio; la mitica Miss Dronio di “Yattaman”, criminale sexy e pasticciona, e persino Lamù, la ragazza dello spazio, con le sue orecchiette da oni e il bikini tigrato che ha fatto sognare intere generazioni.
Ma è con Wonder Woman che Lucrezia raggiunge l’apice della sua notorietà nelle fiere. Il suo cosplay della principessa amazzone è un vero tributo all’iconica serie TV degli anni ’70 e ’80 con protagonista Lynda Carter. E non si tratta solo di un costume fatto bene — che lo è, intendiamoci — ma di una somiglianza fisica, una presenza scenica e un carisma che fanno esclamare al pubblico: “Ma è lei! È proprio lei!”. Ed è così che Wonder Woman diventa uno dei suoi personaggi di punta, quello che la gente aspetta di vedere, che i fotografi cercano e che gli appassionati ricordano.
Il talento di Lucrezia non si ferma al cosplay. Nel tempo, viene invitata come ospite e madrina in numerosi eventi legati al fumetto, al cinema e alla cultura pop. È apparsa in televisione, ha partecipato a trasmissioni nazionali e persino girato una pubblicità cinematografica nel Nord Italia. Tra le sue collaborazioni più curiose c’è quella con il gioco di carte Assist WarAngel di Angelo Porazzi, per cui ha realizzato il primo cosplay ufficiale: Donna Stella, personaggio femminile forte e brillante che diventa un nuovo simbolo per il mondo del gioco da tavolo italiano.
Ma non finisce qui. Lucrezia ha calcato i palchi televisivi di XFactor, Italia’s Got Talent su Sky Uno, e perfino Italia Sì su Rai 1 con Marco Liorni, portando il cosplay — quello autentico, fatto di stoffa, artigianalità e cuore — sotto i riflettori di un pubblico più ampio. E come dimenticare la sua partecipazione al mitico Colorado, in una serata nerdissima con i Gem Boy e Cristina D’Avena, dove i sogni di una generazione si sono fusi tra musica, risate e costumi.
Lucrezia Crisci non è solo una cosplayer. È una testimone vivente di una cultura pop che ha attraversato decenni, un esempio di come si possa dare vita ai personaggi che ci hanno fatto crescere, con passione, dedizione e tanta voglia di condividere. La sua storia è quella di tantissimi di noi: bambini cresciuti a pane e Goldrake, che oggi hanno trovato nel cosplay un modo per non smettere mai di sognare.
E tu, quale personaggio vorresti vedere interpretato da Lucrezia? Hai mai avuto la fortuna di incontrarla in una fiera? Raccontacelo nei commenti, oppure condividi questo articolo sui social per far conoscere anche agli amici la meravigliosa storia di una vera dea del cosplay made in Italy.























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