Nel regno delle lettere fantastiche italiane, una guerriera della penna ha forgiato il proprio destino a colpi d’inchiostro e sogni cosmici. Il suo nome è Felicia Troisi, ma nel cuore dei lettori è da sempre conosciuta come Licia, un nome breve e affilato come una spada elfica, un nome che porta con sé l’eco di mondi lontani, di draghi ancestrali e di eroine pronte a sfidare ogni oscurità.
Nata a Roma il 25 novembre 1980 e cresciuta tra le onde salmastre di Ostia, Licia Troisi è il volto radioso del fantasy made in Italy. Un’autrice che ha saputo incantare generazioni di lettori con protagoniste indimenticabili, sempre donne, sempre forti, sempre complesse. Non un semplice scrivere storie: il suo è un atto di evocazione, una chiamata alle armi rivolta a tutte le sognatrici e a tutti i sognatori in cerca di rifugi magici nei meandri della narrativa.
Dal cielo alle stelle del fantasy
Dopo aver frequentato il Liceo Classico Kant a Roma, la giovane Licia si lancia in un’impresa tutt’altro che comune: studiare l’universo. Si laurea in fisica, con indirizzo astrofisico, presso l’Università di Tor Vergata, e lì conquista anche un dottorato con una tesi sulle galassie nane, viaggiando non solo nei mondi della fantasia, ma anche tra i misteri dello spazio profondo. Un’arciere dalla doppia freccia, capace di mirare con precisione sia alla scienza che all’immaginazione. Una mente razionale, ma con l’anima infuocata di magia.
Nihal e l’inizio della leggenda
Aveva solo ventuno anni quando, come se chiamata da una voce antica, scrisse Nihal della terra del vento, primo romanzo della saga delle Cronache del Mondo Emerso. Pubblicato da Mondadori nel 2004, fu un’esplosione editoriale, un’epifania che scuoteva il panorama letterario italiano, fino ad allora avaro di fantasy autoctono, soprattutto con eroine come protagoniste. Nihal, la guerriera mezzelfa dai capelli blu e dagli occhi di fuoco, divenne da subito un’icona: un simbolo di riscatto, coraggio e rabbia femminile. L’Italia scopriva, tra le pagine, che anche qui si potevano narrare storie epiche degne delle saghe nordiche o dei romanzi di Tolkien. Il fantasy italiano aveva trovato la sua regina.
E lei non si è più fermata.
Seguono Le guerre del Mondo Emerso e Le leggende del Mondo Emerso, ampliando l’universo narrativo come un vero e proprio ciclo mitologico moderno. A ogni volume, nuove protagoniste — donne spezzate, streghe, combattenti, figlie del sangue e del destino — vanno a popolare le sue cronache con battaglie epiche e scelte laceranti.
Draghi, regni e stelle
Ma Licia Troisi è molto più di una semplice cantastorie del Mondo Emerso. Nel 2008, come un drago che muta le sue ali, si avventura in nuove terre con La ragazza drago, saga urban fantasy intrisa di mitologia e mistero. Segue l’epopea di I Regni di Nashira, una quadrilogia che mescola tematiche ecologiche e fantasy planetario, e poi la saga di Pandora, più cupa, più apocalittica, sempre al femminile.
Nel 2016 inizia La saga del Dominio con Le lame di Myra, dove spade e magia convivono con un’ambientazione post-apocalittica. Ogni opera è un’arena diversa, ogni eroina è una scintilla che combatte contro l’ombra del conformismo. E sempre, sempre, il filo rosso è quello di una scrittura che crede nel potere dell’immaginazione per cambiare il mondo reale.
Tra scienza e immaginazione
Quello che rende Licia Troisi una figura unica — quasi mitica — nel panorama letterario italiano, è la sua doppia anima: autrice fantasy e divulgatrice scientifica. Astrofisica di formazione, ha saputo fondere il fascino del cosmo con l’incanto della narrazione, portando la meraviglia delle galassie sulle pagine dei suoi saggi e nel cuore dei più giovani. Non è un caso se, dal 2018, conduce la rubrica culturale Terza Pagina su Rai 5, mostrando ancora una volta quanto la cultura sia un regno vasto da esplorare.
Nel 2022 sorprende ancora con Poe. La nocchiera del tempo, un viaggio tra le pieghe del tempo, e nel 2024 esordisce nel genere giallo con La luce delle stelle, seguito da Uscimmo a riveder le stelle nell’aprile 2025. Anche quando cambia genere, non rinuncia al suo stile epico e alla sua firma visionaria.
Un regno costruito con l’inchiostro
Oggi Licia Troisi è una leggenda vivente del fantasy italiano. Le sue opere sono tradotte, analizzate, amate. È stata criticata, certo, soprattutto agli esordi, da chi non credeva che una giovane donna potesse scrivere fantasy senza passare dalla “gavetta”. Ma la verità è che i talenti veri bruciano le tappe: sono stelle cadenti che solcano il cielo dell’editoria lasciando scie luminose.
Con oltre tre milioni di copie vendute nel mondo, Licia Troisi è diventata il baluardo di un fantasy femminile, italiano e potente. Una voce che ha aperto la strada a nuove generazioni di autori e autrici, dimostrando che anche da Ostia si può guardare l’universo — e da lì raccontare mondi mai visti.
Che tu sia un lettore di lunga data o un viandante alle prime armi nei sentieri del Mondo Emerso, sappi che Licia è molto più di un nome su una copertina: è un portale. È la dimostrazione che in Italia esiste un fantasy autentico, vibrante, al femminile. E che, per fortuna, non ha alcuna intenzione di smettere di combattere con la sua penna.
Lunga vita alla Regina del fantasy italiano.
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