Quando all’alba degli anni Ottanta apparve per la prima volta al cinema Indiana Jones, l’archeologia trovò subito la sua icona perfetta. Scopritori impavidi, mummie e misteri hanno rappresentato un filone talmente fortunato da essere replicato sino ad oggi attraverso numerose pellicole: da La mummia a Stargate, passando per Lara Croft e Il mistero dei templari. Se da un lato questi film hanno contribuito a conferire grande popolarità alla figura dell’archeologo, dall’altro ne hanno veicolato alcune storture e condizionamenti.
Il volume «L’archeologo sul grande schermo», pubblicato da Edizioni NPE, conduce un’analisi attenta del fenomeno toccando sia la storia del cinema tout court che quella dell’archeologia. Un approfondimento a cura di Francesco Bellu, archeologo anch’esso, che passa in rassegna tutte le opere di genere all’interno di un discorso prima cinematografico e poi di rilettura culturale. Il saggio contiene anche un elenco completo, in ordine cronologico, di tutti i film realizzati sul tema: dal cinema muto dei primi del Novecento fino alle ultimissime uscite. In libreria dal 18 novembre.
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