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La recensione Justice League

Pensiero di un fan DC Comics che è rimasto scottato (per non dire ustionato) dalla passata visione di Batman V Superman e, dopo essersi leggermente ripreso con Wonder Woman, si apprestava a vedere Justice League con la stessa paura di un uomo che deve affrontare un carro armato con una pistola ad acqua. Partiamo subito dal dire una cosa: il film non partiva da premesse facili. Un film catastrofico a fare da preambolo alle spalle e un cambio di regia in corsa, non sono certo gli elementi principali con cui qualcuno vorrebbe avere a che fare.  Ed è inutile negarlo, le scene dirette da Snyder e quelle dirette da Whedon si riconoscono subito, palesi come il rosso e il verde del semaforo, e il film possiede un paio di sviste parecchio grandi che lasciano più che perplessi. Quindi la DC e la Warner Bros hanno fallito di nuovo? Ebbene, secondo me no.

A differenza del primo film con intento crossover, qui i personaggi hanno riottenuto le caratteristiche che avrebbero dovuto caratterizzarli fin dall’inizio. Batman non è più un bieco assassino a sangue freddo anche se usa comunque un gran dispiegamento di armi pesanti contro i cosiddetti parademoni (ma questa volta il tutto è giustificato dalla classica frase da zombie movie “Non puoi uccidere qualcuno che è già morto”); ma la vera nota felice è la presenza dell’ultimo figlio di Krypton così come sarebbe dovuto essere. Finalmente abbiamo un Superman rassicurante, portatore di speranza e ottimismo, innamorato della vita e sorridente a cui le persone si avvicinano con fiducia e curiosità e non con timore reverenziale. E per me, che adoro questo personaggio fin dall’infanzia, non può che essere una connotazione positiva.

La squadra per come la vedo io è amalgamata e ognuno fa il suo dovere e le parti più leggere lasciate soprattutto in mano al personaggio di Flash fanno tirare un sospiro di sollievo: finalmente la cupezza del film precedente è stata sapientemente sfoltita (anche se in alcuni casi si tende all’eccesso e Barry Allen rischia di sembrare un nerd sociopatico, cosa che in parte è voluta).
Wonder Woman aveva dalla sua un buon film in solitaria, e qui il suo ruolo ne esce ulteriormente rafforzato, mentre Cyborg viene utilizzato in modo molto accurato e intelligente ed evita quindi di essere la scelta “politically correct” che molti temevano potesse essere.

Forse tra gli eroi chi ne esce meno caratterizzato è Aquaman, protagonista più che altro di alcune scene da pestatore di professione e di una più leggera con Wonder Woman che attinge a piene mani da una delle storie meno note dei fumetti DC. Ed ecco qui un’altra delle note positive del film, i riferimenti ai fumetti. Se Batman V Superman ne era pieno dal punto di vista visivo, ma ne deficitava per i contenuti, in Justice League è l’esatto contrario: l’iconografia visiva è decisamente più libera ma i rimandi alle storie sono decisamente più palesi e apprezzabili (si veda la scena tra Aquaman e Wonder Woman di cui sopra e soprattutto la prima delle due clip post titoli di coda).

Quindi riassumiamo: sì, Justice League non è un film perfetto (lascia almeno un grosso interrogativo senza risposta e dubito verrà mai risolto) e ha un villain, Steppenwolf, non propriamente memorabile ma decisamente più “di passaggio”, emissario di un male maggiore che sta arrivando (un po’ come Ronan l’Accusatore ne I Guardiani della Galassia). Ma Justice League è comunque il film che avrei voluto vedere, che mi ha fatto riprendere una bella boccata d’aria dopo le pesanti atmosfere dark di Batman V Superman (che come ho detto qui vengono allegerite, forse a volte un po’ a sproposito) e che, soprattutto, mi ha mostrato l’Uomo d’Acciaio che avrei sempre voluto vedere portato su schermo e questo, concedetemelo, vale ben più di un cambio di regia.

Voto: 7

di Davide Clerici

Redazione

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