CorriereNerd.it

Addio a Kunichika Harada, il mangaka che ha trasformato il ring in arte: il fumetto di wrestling perde il suo eroe silenzioso

Il mondo del manga giapponese ha perso uno dei suoi narratori più singolari e meno convenzionali: Kunichika Harada, maestro del fumetto sportivo e in particolare del wrestling, è scomparso il 7 maggio all’età di 73 anni a causa di un attacco di cuore. La notizia è stata diffusa dalla casa editrice Bungeishunjū, mentre la famiglia ha scelto la via della discrezione, celebrando un funerale privato. Ma per noi appassionati di fumetti, di storie più grandi della vita, di colpi di scena dentro e fuori dal ring, la sua perdita è tutt’altro che silenziosa.

Harada è nato a Fukuoka nel 1951, in una terra che ha spesso generato spiriti combattivi e creativi, e ha esordito nel mondo del manga nel 1978, in un numero speciale invernale del Weekly Shonen Sunday. Da allora ha intrapreso un percorso artistico preciso, personale, quasi di nicchia, ma capace di lasciare un’impronta profonda: ha fatto del puroresu, il wrestling professionistico giapponese, la sua arena narrativa.

Se oggi parliamo di “manga di wrestling” con una certa familiarità, è anche grazie a lui. È stato infatti il disegnatore di Puroresu Superstar Retsuden, opera fondamentale pubblicata tra il 1980 e il 1983 sulle pagine di Weekly Shonen Sunday e scritta dall’indimenticato Ikki Kajiwara, una delle penne più potenti del manga sportivo. L’opera, raccolta in 17 volumi, era molto più di una semplice raccolta di match disegnati: era una biografia illustrata, epica, drammatica e potente, che portava alla ribalta le gesta reali di lottatori professionisti, tra cui anche l’iconico Tiger Mask, simbolo che fondeva realtà e finzione in un solo corpo muscoloso.

Con tratti vigorosi e una passione autentica per i corpi in movimento, Harada ha saputo raccontare non solo la spettacolarità dello sport, ma anche l’anima dei suoi protagonisti: i loro drammi personali, le rivalità leggendarie, le cicatrici invisibili lasciate da una carriera vissuta tra le corde di un ring. Il suo segno era marcato, muscolare, viscerale. Eppure, nella crudezza del colpo ben assestato, c’era anche spazio per l’umanità, per i valori dell’onore, della fatica e del sacrificio.

Ma Harada non si è fermato ai grandi del wrestling. Nel 2013 torna a far parlare di sé con un’opera che esce dai confini del ring per entrare nel tatami delle arti marziali: Kimura, pubblicata su Shūkan Taishū e scritta da Toshinari Masuda. Qui, il protagonista è Masahiko Kimura, uno dei più leggendari judoka del Giappone, noto a livello mondiale per aver sconfitto Helio Gracie nel 1951 con una leva al braccio che ancora oggi, nel mondo delle MMA, porta il suo nome: la famigerata “Kimura”.

Anche in questo caso, Harada mette la sua arte al servizio della memoria, creando una sorta di epopea in bianco e nero fatta di sudore, disciplina e tecnica. La serie si è sviluppata per 13 volumi, riuscendo nell’impresa rara di rendere avvincente un racconto che mescola cronaca sportiva, biografia e filosofia marziale.

Tra i suoi lavori più amati anche Otoko no Seiza del 1985 e Rikidozan: Puroresu Jigoku-hen del 2017, un’opera che rappresenta un tributo sentito alla figura titanica di Rikidozan, considerato il padre fondatore del wrestling giapponese moderno. Con questo manga, Harada chiude idealmente un cerchio, celebrando un mito che ha ispirato generazioni di lottatori e, di riflesso, anche generazioni di lettori.

Kunichika Harada è stato, forse, un artista di nicchia, lontano dai riflettori dei grandi shonen mainstream. Ma in quella nicchia ha costruito un tempio per chi, come lui, credeva nella forza narrativa dello sport, nella bellezza delle sfide corpo a corpo, nell’eroismo quotidiano di uomini che combattono per un sogno. Ha dato un volto alle leggende del ring, ha fissato su carta le emozioni viscerali di chi vive per il combattimento, ha elevato il wrestling – spesso bistrattato come mero spettacolo – a forma d’arte.

Oggi il ring è più vuoto, più silenzioso. Ma le sue tavole continuano a parlare, a urlare, a colpire. E noi, lettori e appassionati, possiamo solo inchinarci di fronte a questa carriera così coerente, così intensa, così unica.

Se anche tu hai amato i suoi manga, o se sei incuriosito da un mondo fatto di prese, adrenalina e storie vere raccontate come epopee moderne, condividi questo articolo e raccontaci il tuo Harada. Qual è stata la sua opera che ti ha emozionato di più? Hai mai scoperto un lottatore grazie alle sue pagine? Facciamolo rivivere insieme, commentando qui sotto o sui tuoi social con l’hashtag #KunichikaHarada. Perché i veri eroi non muoiono mai. Si alzano. Sempre.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

Aggiungi commento

Seguici sui social