CorriereNerd.it

Kiborg: la danza brutale della libertà in un roguelite cyber-distopico

Come appassionata di roguelite – di quelle che si sono fatte le ossa su Dead Cells e si sono innamorate follemente di Hades – non potevo non tuffarmi a capofitto in KIBORG, il nuovo progetto di Sobaka Studio, approdato il 30 aprile su PlayStation, Xbox e Steam. E lasciatevelo dire: KIBORG non fa sconti a nessuno. È un pugno nello stomaco. Un reality show a base di violenza distopica. Un loop di morte e rinascita, dove l’unica regola è: non fermarti mai. L’ambientazione di KIBORG è roba per chi ama la fantascienza sporca, quella che sa di metallo arrugginito e carne sintetica. Siamo su un pianeta prigione che sembra il figlio illegittimo di Escape from New York e The Running Man. Nei panni (e nei circuiti) di Morgan Lee – un ex soldato condannato ingiustamente – partecipiamo a The Last Ticket, una carneficina televisiva dove ogni run è una battaglia per la sopravvivenza. Ma anche per qualcosa di più: il controllo sul proprio destino.

La trama non cerca di reinventare la ruota, ma trova il suo punto di forza nell’efficacia. Funziona perché spiega e giustifica il loop roguelite. Morgan non muore mai davvero: ogni volta che cade, viene ricostruito, come un cyborg Frankensteiniano, pronto a ritentare la scalata verso la libertà. E sì, questo rende ogni fallimento non solo tollerabile, ma parte integrante della narrazione.

Gameplay: il cuore pulsante e rabbioso di KIBORG

Qui si combatte. Si combatte tanto. E si combatte bene.
I controlli sono reattivi, i colpi pesano, la schivata è una danza mortale. Tre tipi di attacco – leggero, pesante, ad area – si combinano con un sistema di colori alla Sekiro che distingue i colpi da parare da quelli da evitare. È una coreografia di dolore, e io non riuscivo a smettere di ballare.

L’elemento rogue-lite è gestito con una struttura semplice: stanza → combattimento → potenziamento → prossima stanza. Ma quello che sembra basilare diventa irresistibilmente adrenalinico grazie ai cyber-impianti che modificano Morgan ad ogni run. Alcuni aggiungono braccia meccaniche extra. Altri trasformano le gambe in molle da parkour o il cranio in un’arma contundente. Le build sono pazze, variabili, spesso ridicolmente potenti. E soprattutto, divertenti.

Estetica e limiti: bello sì, ma non indimenticabile

Visivamente KIBORG è coerente, ma non straordinario. L’estetica low-budget cyberpunk fa il suo dovere, ma non colpisce nel profondo. Niente a che vedere con l’eleganza visiva di un Hades o l’esplosività di Returnal. Anche la colonna sonora, per quanto d’atmosfera, fatica a lasciare il segno. Gli effetti sonori, invece, ci sono eccome: ogni pugno che sfonda una mascella, ogni sparo che squarcia l’aria, suona dannatamente giusto.

Un difetto non trascurabile è la ripetitività che si affaccia dopo alcune ore. I nemici, per quanto stilisticamente diversi, iniziano a sembrare delle varianti dello stesso schema. Il level design è solido ma prevedibile. C’è un senso di déjà-vu, specialmente nelle run più lunghe.

Ma allora, perché continuo a giocarlo?

Perché miglioro. Perché ogni run lascia qualcosa. KIBORG premia la perseveranza con progressi permanenti, valuta da spendere, nuovi potenziamenti da sbloccare. Il ciclo di morte e rinascita non è una punizione: è un apprendistato violento, ma onesto. Impari a conoscere i nemici. A riconoscere i pattern. A sopravvivere più a lungo. Fino a che Morgan non sei più solo tu che lo controlli. Sei tu. Una macchina da guerra consapevole, rabbiosa, viva.

KIBORG non sarà il nuovo re dei roguelite, ma è un titolo onesto, crudo, feroce. Non cerca di sedurre con la bellezza, ma ti conquista con la brutalità. È un gioco per chi ama fallire per crescere. Per chi non teme la ripetizione, ma la sfrutta come trampolino. Per chi ha bisogno, ogni tanto, di scatenare tutta la propria frustrazione repressa in una rissa cyberpunk senza freni.

Dai nostri utenti

Dai nostri utenti

Appassionati di cultura nerd, videoludica e cinematografica, i nostri utenti contribuiscono con articoli approfonditi e recensioni coinvolgenti. Spaziando tra narrativa, fumetti, musica e tecnologia, offrono analisi su temi che vanno dal cinema alla letteratura, passando per il mondo del cosplay e le innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Con competenza e curiosità, i loro articoli arricchiscono il panorama nerd e pop con uno stile appassionato e divulgativo, dando voce alle molte sfaccettature di queste passioni. Questi preziosi contributi, a volte, sono stati performati a livello testuali, in modalità "editor", da ChatGPT o Google Gemini.

Aggiungi commento

Iscriviti alla Newsletter Nerd