Il 29 maggio 2025 si prepara a essere una data storica per chi ama la cultura rinascimentale, la letteratura inglese e, soprattutto, i misteri irrisolti che ruotano attorno alla figura di William Shakespeare. Grazie a Casadei Libri, arriva finalmente anche in Italia “John Florio. La vita di un italiano nell’Inghilterra di Shakespeare” di Frances A. Yates, uno dei testi fondamentali per comprendere una delle più affascinanti figure della storia culturale europea. Curato e tradotto da Giorgio Ghiberti, il volume ci spalanca le porte su una Londra elisabettiana vibrante di intelligenze, passioni e segreti.
Un’uscita, quella di “John Florio”, che non è soltanto un evento editoriale, ma un invito irresistibile a immergersi in una delle questioni più intriganti della cultura pop nerd: chi era davvero John Florio? E, soprattutto, quali rapporti ebbe con Shakespeare? È forse il misterioso italiano a nascondersi dietro il genio teatrale più famoso del mondo?
Un italiano nell’Inghilterra di Shakespeare: genio linguistico e uomo del Rinascimento
Pubblicato originariamente nel 1934, il libro di Frances A. Yates arriva adesso per la prima volta in traduzione italiana, colmando una lacuna pesante per chi, come me e come tanti appassionati di storia letteraria e di misteri rinascimentali, ha sempre desiderato esplorare a fondo la figura di Giovanni Florio, intellettuale cosmopolita, maestro di lingue, autore, traduttore e, forse, qualcosa di più.
Florio non era un semplice “esperto di parole”. Era un uomo in cui convivevano cortigiano, avventuriero, insegnante e letterato, proprio come ci racconta Giorgio Ghiberti nella sua appassionata curatela. Primo traduttore inglese del Decameron di Boccaccio e degli Essays di Montaigne, John Florio fu un vero e proprio ponte vivente tra la cultura italiana e quella inglese del Rinascimento. Senza il suo lavoro certosino, molti dei testi fondamentali della cultura europea non avrebbero mai raggiunto l’Inghilterra elisabettiana con quella forza dirompente che ne plasmò profondamente la letteratura.
Ma la vera domanda che fa tremare i polsi agli appassionati e agli studiosi è: quanto c’è di Florio nell’opera di Shakespeare? Alcuni studiosi sostengono che il nostro umanista italiano non sia stato solo un amico o un conoscente del Bardo, ma addirittura una delle menti che contribuirono alla creazione delle opere più amate della letteratura mondiale.
Frances A. Yates: la storica che ha riscritto il Rinascimento
Dietro questa indagine appassionante c’è Frances A. Yates, storica britannica dall’intelletto acuto e dallo spirito indipendente. Chi conosce la sua opera sa bene quanto abbia contribuito a rinnovare la nostra visione del Rinascimento, riportando alla luce l’importanza di correnti spesso ignorate come il neoplatonismo, l’ermetismo e la cabala rinascimentale.
La Yates, legata al prestigioso Warburg Institute per oltre quarant’anni, ha fatto della ricerca interdisciplinare il suo metodo e il suo marchio di fabbrica. Con libri imprescindibili come “Giordano Bruno e la tradizione ermetica” e “L’arte della memoria”, ha scavato nelle radici oscure ma potentissime del pensiero occidentale. E ora, finalmente, possiamo leggere anche in italiano il suo primo lavoro, quello che già conteneva in nuce tutta la sua straordinaria visione: una cultura europea senza confini, fatta di scambi, contaminazioni, erudizione e passione.
Nella prefazione al libro, Yates confessa il suo intento con chiarezza e umiltà: non offrire una biografia definitiva di Florio, ma gettare nuova luce su una figura “tutt’altro che irrilevante”, raccogliendo e intrecciando indizi, documenti, testimonianze per costruire un mosaico che, pur incompleto, ci avvicina al cuore di uno dei grandi enigmi della storia letteraria.
Giorgio Ghiberti: la voce italiana di Florio
Il merito di questo lavoro di riscoperta italiana va anche a Giorgio Ghiberti, curatore e traduttore d’eccezione, già noto per le sue splendide versioni di poeti come Baudelaire, Pessoa, Dickinson e Eliot. Ghiberti, nato a Ravenna nel 1952, porta nella sua traduzione tutta la sensibilità di chi conosce profondamente il valore della parola poetica e narrativa.
Leggere “John Florio” nella sua versione è come entrare in una bottega rinascimentale: ogni frase, ogni scelta linguistica trasuda amore per il testo e rispetto per l’originale. È un viaggio letterario e storico che il lettore affronta non da semplice spettatore, ma da esploratore curioso e appassionato.
Un libro nerdamente imperdibile
Se amate Shakespeare, se vi affascina l’idea che dietro il genio britannico possa celarsi un “italiano di lingua e inglese di cuore”, se vi perdete nei misteri del Rinascimento come si fa nei dungeon più intricati di Dungeons & Dragons, questo libro è fatto per voi.
“John Florio. La vita di un italiano nell’Inghilterra di Shakespeare” non è solo una biografia. È una porta aperta su un mondo in cui il sapere era avventura, la parola era potere, e l’Europa intera vibrava sotto l’impulso di idee nuove e rivoluzionarie. Come scrive Ghiberti, era un mondo dove “nella stessa persona, poteva convivere il cortigiano, l’uomo d’armi, l’avventuriero, il letterato, il poeta”. Un mondo in cui l’Italia era il fulcro della cultura, come oggi lo è il Giappone per gli appassionati di manga e anime.
Quattrocento anni dopo la sua scomparsa, John Florio torna a parlarci. E ci ricorda che la cultura è il più grande mistero da esplorare.
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