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James Bond: 2 colonne sonore sotto tiro…

Cari figli degli anni 80! Stavolta voglio parlarvi di musica ovvero di Colonne Sonore, in questo articolo mi vorrei soffermare su due pellicole della saga di James Bond. Il 1986 era il periodo della perestrojka, un periodo in cui l’URSS di Gorbaciov era più forte sul fronte economico e politico. Questo è lo scenario in cui è ambientato il primo dei due 007 interpretati da Timothy Dalton, attore all’epoca ancora non così popolare, chiamato a sostituire Roger Moore. Queste pellicole furono dirette da John Glen. Per le rispettive colonne sonore si tentò di provare delle tonalità musicali diverse che però non ottennero il risultato sperato.

Nel 1987, per l’uscita di 007 Zona Pericolo, infatti, si provò ad affidare tale responsabilità a una band che non era né inglese né statunitense. All’epoca il gruppo più gettonato del momento, soprattutto per il genere synth pop, fu quello degli A – HA che proveniva dai freddi fiordi della Norvegia, reduci dal successo della hit Take On Me. Per questo il celebre John Barry, compositore di ben 11 colonne sonore della saga di Bond, li notò e insieme realizzarono quella di The Living Daylights (nome originale del film). Prima di loro si provò a puntare sul duo britannico dei Pet Shop Boys ma la produzione del film incassò un rifiuto perché loro non accettarono di cantare solo il brano di apertura.

Il brano degli A-HA alterna passaggi melodici interessanti a coretti da stadio eccessivamente immediati e banalmente orecchiabili. L’unico aspetto davvero interessante era l’uso della voce di Morten Harket, capace di scendere su toni vocali bassi con grande facilità. Una capacità che fino a quel momento i fans ignoravano.  Purtroppo le difficoltà che prefigurava il produttore John Ratcliff, al quale molti avevano sconsigliato di scegliere la band norvegese, si rivelarono fondate. La band, pertanto, si ritrovò a dover fare i conti con l’ostruzionismo dei colossi discografici inglesi e statunitensi che cercarono in tutti i modi di oscurare la loro musica, riuscendo persino a boicottare i loro passaggi radiofonici e censurando i loro video.

 

Il videoclip realizzato è tipico dello stile degli A-HA: tanto uso di green screen (allora una tecnica usata molto nello spettacolarizzare i videoclip) e in aggiunta l’inconfondibile intro “gunbarrel”, che accompagna uno dei componenti della band mentre egli inizia a suonare le prime note sulla tastiera, seguito da Morten Harket che impugna il microfono e inizia a cantare. Tutto ciò è arricchito da alcune scene del film proiettate sui membri della band che si esibiscono in un stage vuoto, con effetti di montaggio incalzanti. All’epoca era un’innovazione rivoluzionaria e molto costosa. Naturalmente il videoclip non poteva che portare il marchio di Steve Barron, noto regista di video di band di successo come i Toto e i Dire Straits per citarne alcune e che aveva già diretto gli A – HA nel video animato di Take On Me. The Living Daylights segnò in modo catastrofico la fine della collaborazione tra gli A – HA e John Barry per un pezzo tecno pop poco adatto a un genere di film come questo (ma gli anni 80 erano soprattutto pop).

Alla fine degli anni 80 (a soli dieci giorni dalla sanguinosa repressione dei movimenti studenteschi a Pechino in Piazza Tienanmen), uscì il secondo 007 con Timothy Dalton, “Vendetta privata” ma con una colonna sonora con accenti Soul. Il titolo originale è Licence to Kill (esattamente come la traduzione italiana del primo film Dr. No) e il brano principale venne inizialmente affidato a Eric Clapton. La sua performance però venne rifiutata e la canzone commissionata poi all’americana Gladys Knight.Pubblicato come singolo il 30 maggio 1989, il brano è diventato uno delle prime dieci hit nel Regno Unito. La canzone si è classificata molto bene in Europa, raggiungendo addirittura la vetta della Swedish Singles Chart per otto settimane consecutive eraggiungendo la top five in altri sette Paesi europei.Ha anche raggiunto la posizione numero 79 nella classifica canadese RPM Top Singles, ma non è apparso nella Billboard Hot 100 degli Stati Uniti.

A sentire quanto racconta il chitarrista Vic Flick, però, ovvero colui che suonò per la prima volta, nel 1962, l’inconfondibile riff ‘marchio di fabbrica’ dei film di James Bond, è incomprensibile il motivo per cui la produzione rigettò il brano di Eric Clapton. Lui afferma che dopo la realizzazione della song, che Clapton aveva inciso insieme a lui, acconsentendo a tutte le richieste di arrangiamento, ne fu realizzato anche un video, ma poi, inspiegabilmente, come detto, i produttori del film affidarono la canzone a Gladys Knight and the Pips.

Riguardo il clip di Clapton, Vic Flick scherzando dice anche che:

“Il video è il Santo Graal dei fan di James Bond e chi lo trova vedrà la luce dorata! Nessuno sa dove si trovi. L’unica persona che pensavo lo sapesse, Michael Kamen, è morta, quindi il segreto è sepolto con lui”.

Anche il videoclip di Gladys Knight ha la sua buona dose di green screen. L’artista si presenta in abiti grigio scuro con tanto di giacca e cravattino, accompagnata da 2 coriste che appaiono durante alcune scene del film.

Questi 2 film per molti appassionati sono considerati i peggiori della serie delle avventure dell’agente segreto britannico e ci misero ben poco a dimenticare Dalton, sostituito poi da Pierce Brosnan, di conseguenza anche i brani degli A-HA e di Gladys Knight, pur non essendo terribili non sono ritenuti memorabili. In conclusione si tratta di 2 colonne sonore sotto tono, anzi rimanendo in tema d’azione… sotto tiro.

di Gianluca Pistoia

tratto da

Raiders of the lost 80s

Raiders of the lost 80s

Raiders of the lost 80’sè un punto di riferimento per gli appassionati dei “favolosi anni’80” e per la cultura nerd in generale: Indiana Jones, Star Wars, Ritorno al Futuro, Star Trek, Ghostbusters. Raiders of the lost 80’s è un’associazione attiva sul territorio laziale e nel digitale.

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