Ci sono storie che non hanno bisogno di una meta, ma solo di una strada da seguire. Il maestro Jedi Ewan McGregor e Charley Boorman lo sanno bene. Il 9 maggio 2025 tornano su Apple TV+ con una nuova avventura che profuma di benzina vintage, vento in faccia e libertà autentica: Long Way Home – In moto verso casa.È la quarta tappa del loro lungo percorso motociclistico, iniziato quasi vent’anni fa con Long Way Round, quando attraversarono mezzo mondo da Londra a New York, passando per l’Asia centrale. Poi Long Way Down, dall’Europa al Sudafrica. Infine, Long Way Up, un’epica scalata dal Sud America fino a Los Angeles a bordo di moto elettriche. Ora, però, la sfida si fa ancora più viscerale: 10.000 miglia, 17 Paesi, due moto d’epoca, e una promessa solenne – bandire la tecnologia, affidarsi solo all’istinto e alla strada.E io, che da sempre rincorro la poesia dei road movie e il rombo delle due ruote, non potevo che perdermici dentro.
Due uomini, due moto, e un’unica regola: tornare a casa (ma passando per il mondo)
Questa volta Ewan e Charley partono da casa, nel vero senso della parola. Dalla Scozia, dove vive McGregor, fino all’Inghilterra, dove Boorman ha le sue radici. Ma non imboccano l’autostrada. Tutt’altro. La loro “scorciatoia” li porta attraverso la Scandinavia, sopra il Circolo Polare Artico, giù per i Paesi Baltici e dentro il cuore dell’Europa. E infine, come in ogni grande storia di viaggio, tornano da dove sono partiti. Diversi, stanchi, arricchiti.Ewan cavalca una Moto Guzzi Eldorado del 1974, lucida, pesante e fiera. Charley invece ha scelto una BMW R75/5, un modello iconico degli anni ’70, restaurata con cura maniacale. Le loro moto diventano protagoniste tanto quanto loro: lente, rumorose, imperfette. Ma vive. Niente GPS, niente droni spettacolari, niente powerbank ogni cinque chilometri. Solo mappe cartacee, benzina e voglia di perdersi. E magari anche un po’ di paura – quella sana, che ti ricorda che sei davvero lontano da casa.
Ogni episodio di Long Way Home è un piccolo diario di bordo. Non si tratta solo di strade e chilometri, ma di emozioni, intoppi, scoperte. Le immagini non sono patinate: si sente il freddo delle notti nordiche, si vedono le mani sporche di olio, i caschi graffiati, gli sguardi persi tra le foreste baltiche e i paesaggi scandinavi mozzafiato.
Ma la vera magia è negli incontri. Perché ogni road trip che si rispetti è anche un viaggio umano. Così li vediamo chiacchierare con pastori sami nel nord della Norvegia, assaggiare zuppe fumanti in una locanda lituana, attraversare in traghetto mari grigi e impetuosi, ballare con sconosciuti in una sagra di campagna. È quel tipo di esperienza che nessuna recensione di TripAdvisor può prevedere.
Produzione, cuore e memoria
La regia, come sempre, è nelle mani fidate di David Alexanian e Russ Malkin – ormai fratelli di strada di Ewan e Charley. Loro, insieme agli attori stessi, sono anche produttori esecutivi. E si sente che questo progetto è qualcosa di profondamente personale. Non è un reality patinato, è una confessione su due ruote. Una riflessione su cosa significhi viaggiare nel 2025, in un mondo iperconnesso che ci ha fatto dimenticare il brivido dell’incertezza.
Nel silenzio delle strade norvegesi o sotto la pioggia battente in una landa ceca, Long Way Home ci riporta a una domanda antica quanto il mondo: dove finisce il viaggio e dove comincia la casa? Forse, in fondo, casa è proprio lì – nella sella che ti porti dietro, nella moto che arranca ma non si arrende, nello sguardo complice di chi ha scelto di non avere una scorciatoia.
Perché guardarla (anche se non sei un motociclista)
Non serve essere biker per amare questa serie. Basta avere voglia di evasione, quella vera, quella che non passa per aeroporti o selfie da pubblicare. Long Way Home è un invito a rallentare, a scegliere il percorso più lungo, ad abbracciare l’imprevisto. A mettersi in viaggio – anche solo col cuore – per riscoprire un senso più puro, quasi romantico, dell’andare.
E se anche voi, come me, ogni tanto sognate di lasciare tutto e salire su una moto che sa di ferro e libertà… beh, allora il 9 maggio sapete dove trovarvi.
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