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Il Ritorno di Tomb Raider!

Dalla Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures, “Tomb Raider” è la storia che condurrà una giovane e risoluta Lara Croft, sul sentiero che la consacrerà eroina globale. Protagonista del film è il premio Oscar Alicia Vikander (“Ex Machina”, “The Danish Girl”), per la regia di Roar Uthaug (“The Wave”), con il premio Oscar Graham King (“The Departed – Il bene e il male”) che produce per la sua compagnia, la GK Films. La produzione del film, coincide con il 20o anniversario della saga del popolare videogioco della Square Enix, Crystal Dynamics e Eidos Montreal. In “Tomb Raider” compaiono anche Dominic West (“Money Monster – L’altra faccia del denaro”, “300”), Walton Goggins (“The Hateful Eight”, “Django Unchained”) e Daniel Wu (“Into the Badlands” per la AMC).

Lara Croft è la figlia fiera ed indipendente di un eccentrico avventuriero, scomparso quando lei era ancora in tenera età. Divenuta una giovane donna di 21 anni, priva di qualsiasi obiettivo o scopo reale, Lara gira per le caotiche strade alla moda di East London lavorando come corriere in bicicletta, riuscendo a malapena a guadagnare i soldi per l’affitto. Determinata nel trovare la sua strada, si rifiuta di assumere il comando dell’impero globale del padre, così come rifiuta fermamente l’idea che lui sia veramente scomparso. Consigliata ad affrontare gli avvenimenti e ad andare avanti dopo sette anni senza di lui, neanche Lara riesce a capire cosa la guidi a risolvere finalmente il mistero della sua morte. Schierandosi esplicitamente contro l’ultimo desiderio del padre, Lara si lascia tutto alle spalle alla ricerca della sua ultima destinazione nota: una tomba leggendaria nascosta su un’isola mitologica, che potrebbe trovarsi al largo delle coste del Giappone. Ma la sua non sarà una missione facile; solo raggiungere l’isola si rivelerà estremamente pericoloso. Improvvisamente, la posta in gioco per Lara sarà talmente alta, che – contro ogni probabilità ed armata solo della sua raffinata intelligenza, della sua fede cieca e della sua innata testardaggine – dovrà imparare a spingersi oltre i propri limiti, nel suo viaggio verso l’ignoto. Se sopravvivesse a questa pericolosa avventura, potrebbe realmente capire chi sia e conquistare il nome di Tomb Raider.

Con Alicia Vikander nel ruolo che dà il titolo al film, l’epica di “Tomb Raider” rivela una storia originale e tutta nuova, che porta lo spettatore non solo a conoscenza della vera prima avventura di Lara Croft, ma anche totalmente nel cuore e nella testa di un personaggio che, per trovare il suo posto nel mondo, deve riuscire a collegare il suo futuro al suo passato. Il film non spiega soltanto le sue scelte ma perché le fa, mentre scopriamo in che modo è riuscita a diventare una delle più grandi e più famose eroine di tutti i tempi. In questo film compaiono diverse pietre miliari presenti nel fortunatissimo, e osannato dalla critica, videogioco di “Tomb Raider” del 2013—il più venduto della saga nella sua storia—che è stata una vera fonte di ispirazione per i produttori, così come lo è stata la nuova concezione del personaggio stesso. Il regista Roar Uthaug, cresciuto giocando a tutti i suoi videogame, dichiara, “Ero pazzo di quel gioco e, naturalmente, anche del personaggio di Lara Croft, una ragazza tostissima che risolve ogni enigma, evita tutti i tranelli e depreda tombe. Ma dopo aver visto quanto avevano fatto nel gioco del 2013, mi sono entusiasmato dell’autentica e aggressiva versione del personaggio, così ho pensato che sarebbe stato perfetto anche per trasporlo sul grande schermo”.

Il prolifico ed esperto produttore Graham King, che si era accaparrato i diritti del film dal proprietario anni prima, sostiene che anche lui era convinto di poter portare al cinema questo concetto allargato della storia del personaggio. “Lara Croft è una delle rare donne forti e di successo nel genere, in special modo all’interno dei film. La vediamo già da un bel po’ di tempo e credo che non poteva esserci momento migliore per rivisitare il suo personaggio, e portarne a conoscenza delle sue origini, in una maniera che possa applicarsi al mondo odierno. Il tono è cambiato, la storia contiene molti aspetti drammatici ed emozioni, oltre a incredibili scene d’azione praticamente ininterrotte, perciò penso che il pubblico di oggi si divertirà a seguire questa avventura così come fanno le persone che giocano con i suoi videogame”. Durante la sua crescita, anche la Vikander era una giocatrice nonché grande fan del personaggio. “Da ragazzina in casa nostra non c’erano i videogiochi, perciò ero sempre contenta di poter andare a giocarci nelle case dei miei amici che li avevano”, ricorda. “Mi ricordo di quando si giocava con “Lara Croft” e mi colpì il fatto che non avevo mai visto prima un personaggio femminile così forte. Non era semplicemente una donna, ma era così fiera, determinata e capace, e questo mi ha spinto ad adorarla. Certo, ero solo una bambina di dieci anni, perciò quel gioco per me era solo un addestramento per affrontare l’enorme residenza dei Croft!”. La Vikander, che naturalmente è avanzata di livello crescendo, dice, “Quando ho saputo del film, sono uscita per comprare anche i suoi nuovi giochi. Davano l’impressione della vera essenza di Lara delle versioni precedenti, ma ora dobbiamo seguire i suoi inizi. Secondo me, lei è come i supereroi che tanto amiamo; vedendo le loro avventure diventare la versione ‘super’ di loro stessi, ci sentiamo sempre un po’ vicini a loro e, da un punto di vista emotivo, li comprendiamo”. Così come per i videogiochi, i produttori puntavano all’azione che sembrasse plausibile e che il pubblico si sentisse circondato da essa, vivendo gli eventi per mezzo degli occhi di Lara: correndo a tutta velocità, combattendo duramente, tirare con l’arco mentre schiva le pallottole—mentre affronta tutta una serie di ostacoli letali—e risolvendo puzzle impossibili da districare in pochissimi secondi. Lara ha bisogno di ogni grammo di forza, abilità, intelligenza e resistenza per compiere le sue incredibili gesta, che è precisamente il motivo per cui gli appassionati di tutto il mondo amano i suoi videogames: riescono ogni volta a piazzare il giocatore al centro dell’azione e a fargli vivere l’avventura virtuale più grande di sempre.

La sceneggiatura è stata scritta da Geneva Robertson-Dworet e Alastair Siddons, da un soggetto di Robertson-Dworet e Evan Daugherty. “Gioco da parecchio con le avventure di ‘Tomb Raider’, e mi sono reso conto che Lara Croft, l’affascinante personaggio al centro del racconto mitologico, è cresciuta fino a diventare un’icona della cultura pop”, dice Daugherty. “Ho avuto l’onore di poter aiutare a formare in modo significativo questa nuova versione del personaggio, e della saga in generale”. Nel film, l’avventura di Lara inizia quando le viene chiesto di accettare ufficialmente la morte del padre. Sentendosi messa all’angolo, ciò che la giovane ribelle accetta è invece un nuovo enigma rinchiuso in una scatola, che contiene un indizio sul destino del padre, che la porta a credere che forse, dopo tutto, non è andata proprio come le è stato raccontato. Ciò che scopre, la porterà molto lontano da casa, addirittura negli angoli più remoti della Terra. “La relazione padre/figlia è il nocciolo della nostra storia”, nota Uthaug. “Lui l’ha abbandonata, ma lei non riesce a fare a meno di lui. Questo ha creato un vuoto in Lara che sta tentando di riempire, e questo enigma finale si rivela la chiave che da inizio alle sue risposte su quanto veramente accaduto a suo padre, così da imbarcarsi in un’ultima emozionante ricerca”.

Audace, resiliente e risoluta di natura, riesce ad affrontare e a vincere ogni sfida. Aggiungete a questo il fatto di essere intelligente, implacabile, onesta, vulnerabile, umana …e tosta come nessun’altro. Questi sono solo alcuni dei tratti che i produttori volevano risultasse dalla loro Lara Croft. In Alicia Vikander, dice il regista Uthaug, li hanno trovati tutti, ed anche di più. “Quello che trovo interessante in Lara Croft, è il fatto che quando cade si fa male, ma si rialza immediatamente e continua a combattere per il suo obiettivo”, osserva il regista. “Nel nostro film, questo accade sia che si trovi su un ring di boxe o durante una corsa in bicicletta, o addirittura in una corsa per la vita. Alicia è proprio così, non molla mai. Da autenticità ad ogni scena ed è dedita in ogni parte del processo. Sia che si tratti di una scena emotiva o divertente, oppure una grande sequenza d’azione, fa sembrare reale ogni cosa che fa”. La Vikander ha sfruttato l’opportunità per lavorare a livello mentale, oltre che fisico, le sfide affrontate dal suo personaggio, che spesso si intrecciano man mano che Lara affronta situazioni complicate. “Sono rimasta colpita dal fatto che il film include tutte le caratteristiche espresse nel videogioco”, dice l’attrice. “Per il nostro scopo, non c’è stato bisogno di farle usare tutte le armi a sua disposizione, e questo è ciò di cui parla il film. Mi è anche piaciuto interpretare una ragazza che dice quello che pensa, a volte anche ad alta voce e a sproposito, ma comunque disposta a mostrare la sua vulnerabilità. Fa parte della sua natura e questo lo scopriamo quando si ritrova in situazioni che mettono a nudo le sue paure, oltre che il suo istinto di sopravvivenza e il guerriero che è in lei”. King dichiara, “Alicia fa sembrare reale ogni cosa che fa—dall’interpretazione degli indizi sul luogo in cui è stato avvistato per l’ultima volta suo padre, fino a ritrovarsi appesa all’ala di un aeroplano della Seconda Guerra Mondiale. Per la precisione, mentre lei girava quella scena, io me ne stavo seduto comodamente dietro a un monitor, e quello nervoso ero io, mentre era lei quella in pericolo e mi sembrava di partecipare all’azione”.

La Vikander, originaria della Svezia, ha apprezzato di poter lavorare al fianco del regista Scandinavo Uthaug, originario della Norvegia. “Ho visto molti film di Roar e mi piace moltissimo. La sua passione sono evidentemente i film di genere con tutti e gli elementi classici a loro collegati, anche se le sue storie sono molto emozionanti”, ci informa l’attrice. “Ho adorato i personaggi nel suo, ‘The Wave’ e sono stata contenta di poter fare parte di quello che avrebbe realizzato con questa grande avventura, conoscendo la sua abilità di tenere il collegamento con il lato emotivo”. Nel film, le sofferenze di cuore di Lara Croft sono provocate dalla sua relazione con il padre, conosciuto per mezzo dei suoi ricordi d’infanzia. La Vikander dice, “Sua madre è morta giovane, perciò suo padre è l’unico genitore rimasto e si amano veramente molto. Lui le raccontava storie fantastiche, le ha insegnato a tirare con l’arco, a scoprire tesori e a risolvere enigmi e rompicapo. Ma mentre cresceva, il mondo esterno occupava sempre più spazio per suo padre e lei lo ha visto scomparire lentamente dietro al suo lavoro. O perlomeno questo è ciò che lei pensava. Poi un giorno, quando lei aveva circa 14 anni, lui è partito per uno dei suoi soliti viaggi…e non è mai tornato. “Quando la incontriamo all’inizio del film”, continua, “sono passati circa sette anni dall’ultima volta che lo ha visto. Ma lei è una persona a cui il lutto non si addice, una ragazza che non si arrende mai. Perlomeno non senza una risposta”. Nonostante la ferma devozione alla sua memoria, Lara ha evitato qualunque cosa ricordasse suo padre—come la casa in cui è cresciuta e l’azienda di famiglia—poiché sentirsi coinvolta in ciò che rimane della sua vita senza di lui vorrebbe dire, per lei, accettare la sua morte.
“Lara, tuo padre non c’è più, ma tu puoi continuare da dove lui ha lasciato. È nella tua natura”. A dirle queste parole è la dirigente decana della Croft Holdings, Ana Miller…mentre paga la cauzione per tirare la giovane donna fuori di prigione. Interpretata da Kristin Scott Thomas, Ana è una donna gentile e raffinata e non riesce a nascondere il suo disappunto perché Lara non lo è altrettanto. Ana è anche fiduciosa; è una delle poche persone che conosce Lara abbastanza bene da poter vedere oltre la maschera che indossa mentre combatte con la vita, incapace di accettare la morte del padre e l’eredità che ne consegue. Ana è convinta che per questa ragazza, ora ventunenne, sia giunta l’ora di prendere il suo posto e occuparsi dell’azienda del padre. Lara assicura immediatamente Ana che lei “non è quel tipo di Croft”. Sembra proprio che Lara abbia ragione.

Ciò che entrambe non sanno, è che Lara è, a tutti gli effetti, esattamente una Croft tale e quale al padre. Sono a conoscenza della gigantesca azienda, formata da un enorme portfolio di compagnie mondiali piccole e grandi corporate, e del tenero padre che chiamava la sua ragazzina “Sprout” (Germoglio?). Ma Richard ha mantenuto nascosti i suoi veri interessi, e le ricerche che lo hanno condotto in tutto il mondo erano così importanti da lasciarsi alle spalle la sua unica figlia, non avendo idea che sarebbe durato per sempre o che lei un giorno avrebbe seguito le sue orme inafferrabili.
Richard Croft ha iniziato a fare ricerche per trovare le prove del sovrannaturale a seguito della morte della moglie, la madre di Lara. Ciò che ebbe inizio come un mezzo per rimanere in contatto con lei, si rivelò essere una vocazione—che lo indusse ad estraniarsi dalle persone che frequentava ogni giorno, inclusa Lara, e che chiaramente aveva la precedenza sui consigli d’amministrazione e le strategie commerciali. Sembrava quasi che non gli importasse più neanche della sua stessa vita. Uthaug rivela, “Tutti consideravano Richard Croft un uomo d’affari di successo, che viveva in una residenza maestosa nella campagna Britannica, ed era proprio così. Ma conduceva anche una vita segreta di ci tutti erano all’oscuro”. Lara ha la sensazione che nella vita di suo padre ci sia qualcosa di nascosto, dopo il suo incontro con il rappresentante legale della Croft Holdings, Mr. Yaffe. Interpretato da Derek Jacobi, Yaffe era stato molto amico di Richard, e si trova d’accordo con i pensieri di Lara. Dopo aver accettato legalmente la scomparsa di suo padre, Lara si trova a ricevere un iniziale e simbolico lascito. Ma è proprio questo regalo—una scatola di puzzle giapponese—che la spinge a risolvere il mistero della scomparsa del padre.

Dominic West interpreta l’amorevole quanto ribelle padre che ha lasciato sua figlia. Ad ogni modo, come scoprirà, lui le ha anche lasciato un video messaggio che cambierà il corso della sua vita per sempre. Come per la Vikander, anche West è stato attratto dalla complessità dei personaggi che animano questa storia d’azione ad alto numero di ottani. “Io ho tre figlie”, dice, “perciò suppongo che questo sia stato l’aspetto che mi ha colpito di più quando ho letto la sceneggiatura. Sono rimasto meravigliato dalla profondità emotiva del rapporto padre/figlia nel mezzo di un grande film di azione”. Come genitore, West ha trovato che l’aspetto più difficile nel calarsi nel ruolo, è stato “comprendere come quest’uomo abbia essenzialmente abbandonato la figlia, che aveva appena perso anche sua madre. Deve aver provato un grave senso di responsabilità, che forse lo ha spinto a fare quello che ha fatto, quindi ho provato ad immaginare come ci si potesse sentire”. Quando Lara scopre la vita segreta di Richard Croft, oltre a quello che scopriremo essere la sua vita professionale, viene a conoscenza di un progetto archeologico che suo padre credeva si trattasse di una grave minaccia per la razza umana. Le sue registrazioni la mettono in guardia dal pericolo e la istruiscono a distruggere ogni cosa per la sua stessa protezione. “Nonostante per Lara sia tutto un po’ complicato da comprendere, si rende anche conto che per mezzo del messaggio di Richard e dei suoi documenti, che la sua scelta di scomparire è stata suggerita per il bene del futuro di sua figlia in primo luogo, ma anche per quello del mondo”, dice West. Ironia della sorte, “Tomb Raider” non è il primo film a cui West partecipa accanto alla Vikander. “Avevo già interpretato il padre di Alicia”, sorride, riferendosi al dramma del 2014 “Testament of Youth” ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. “Quando ho ricevuto la proposta per questa parte ne sono stato felice, e ho accettato il lavoro con entusiasmo”. Stranamente, pur rendendosi conto del luogo lontano raggiunto dal padre durante il suo ultimo viaggio, Lara si sente ancora più vicina a lui. E, come ogni figlia che si rispetti, ignora completamente le indicazioni del padre, mettendosi in viaggio per trovare l’ultima persona che lo ha visto vivo. La prima parte della sua odissea la porta a Hong Kong, in cerca di un uomo chiamato Lu Ren. Riesce anche a trovarlo…o quasi. Il Lu Ren incontrato da Lara è in realtà il figlio dell’uomo con cui suo padre era in contatto. Ma per Lara, ogni Lu Ren fa al caso suo, basta che riesca a pilotare una barca e condurla sull’isola di Yamatai, ultima destinazione conosciuta di suo padre.

Daniel Wu è interprete di Lu Ren, il quale, anche se è proprietario di una barca, non sembra essere un grande marinaio. “Quando Lara lo incontra, non è in gran forma”, ricorda Wu. “In verità è totalmente ubriaco. E la sua barca, la Endurance, somiglia più a una bagnarola arrugginita. Si viene a scoprire che anche suo padre è scomparso sette anni prima, lasciando a suo figlio un mare di debiti e l’attività di famiglia—escursioni, vacanze, contrabbando, qualunque cosa con cui possa sbarcare il lunario, anche se a lui non piace nessuna di queste cose. Perciò ha rinunciato a cercare il padre, ma Lara non molla”. Ma per Lu Ren il denaro è fondamentale, e sebbene non si senta obbligato ad accompagnarla, decide di sottostare alle pressioni di Lara. “Fondamentalmente, lei lo paga per farsi portare nella versione asiatica del Triangolo delle Bermuda, e lui ha un gran bisogno di soldi per cui accetta di buon grado”, dice Wu. Come la Vikander, anche Wu ha giocato con il videogioco per anni. “Sono un grande fan di questa saga”, dice. “Mi piaceva perché era un’eroina femminile molto tosta, e anche la mia fidanzata, ora mia moglie, ci giocava parecchio. Ho accettato di fare parte del progetto perché ho saputo che la protagonista sarebbe stata Alicia, ma anche perché si tratta di una storia delle origini e che si sarebbe girata in Sudafrica, che per me è un posto veramente speciale. È lì che mi sono sposato”. In effetti, entrambe le location, vale a dire anche quella dove Lu Ren conosce Lara, hanno un valore personale per Wu. La Vikander ricorda, “Abbiamo girato le prime scene in quella che doveva essere Hong Kong, ricostruita però a Città del Capo ed era impressionante, ma Daniel è rimasto ancora più sorpreso visto che lui viveva lì. Era bello ascoltarlo raccontare storie mentre camminavamo in giro per il set”.

Wu era emozionato di far parte di questo cast internazionale e lavorare con una troupe multiculturale e con Uthaug. Anche lui è pazzo di “The Wave” e dice, “Quello è un grande film in equilibrio tra dramma umano e spettacolo puro. La combinazione di questi due fattori richiede una certa sensibilità, e Roar capace di farlo”. L’attore è anche colpito dallo stile registico di Uthaug. “Lui è un uomo di poche parole, ma quelle che dice sono molto chiare e concise, perciò lavorare con lui è molto bello”. Uthaug voleva anche mettere in mostra un lato diverso di Wu, che non è estraneo alle scene di azione, avendo già girato numerose scene di lotta sullo schermo nel corso della carriera. “In questo film non usa il Kung Fu a cui eravamo abituati”, dice il regista, “ma comunque anche qui si dà da fare parecchio!”Come Lara, Lu Ren deve difendere sé stesso e altri una volta giunto a Yamatai. L’isola, una delle circa 6,000 al largo delle coste del Giappone, è in man. o a persone di una spedizione che dura da anni, fondata dall’Ordine della Trinità, organizzazione militare che cerca di ottenere il controllo del sovrannaturale per salvare il destino del genere umano. Nessuno a Yamatai—nemmeno l’uomo che ne è al comando—ha il permesso di andarsene fin quando la loro missione non sarà completata. Mathias Vogel è lo spietato leader del gruppo di mercenari con il compito apparentemente impossibile di portare alla luce una tomba antica di 2.000 anni, che si ritiene contenga i resti mummificati della Regina Himiko, conosciuta come la Madre della Morte. Secondo il taccuino di Richard Croft, nella tomba è contenuta una minaccia che va aldilà di ogni comprensione; tuttavia, durante i sette anni in cui sono confinati sull’isola, Vogel e i suoi uomini hanno ridotto in schiavitù ogni pescatore che aveva avuto la sfortuna di approdare vivo sulle sue sponde, per scavare, aprirla e presumibilmente guadagnare la via del ritorno. Dopo tutto questo tempo, Vogel ha quasi perso il lume della ragione a causa dell’apparente futilità del lavoro.

Futile fino a quando arriva un altro componente dei Croft. Vogel confessa a Lara di aver personalmente ucciso suo padre, e con lui ogni sua potenziale conoscenza delle coordinate precise della tomba. Vogel consulta anche il diario di Richard, che ha opportunamente sottratto dallo zaino di Lara. Walton Goggins interpreta lo spietato Vogel. A differenza di Uthaug, la Vikander o Wu, dice Goggins, “non ho mai giocato con il videogioco. Credo che l’ultimo gioco a cui ho giocato è stato Donkey Kong. Ovviamente l’ho ucciso”, ride. “Ma non sapevo che presto si sarebbe girato il film di ‘Tomb Raider’, e ho voluto evitare la pressione derivata dalla visione attraverso quell’ottica; per me la sceneggiatura era una cosa nuova. Non sapevo neanche se Vogel esistesse nel gioco, e neanche l’ho domandato; sapevo che i produttori avrebbero dipinto il personaggio in modi diversi. Come attore e narratore, ho visto il mio personaggio come un essere umano tridimensionale e da lì sono partito”. “Walton è un attore molto intenso, ma che allo stesso tempo porta allegria sul set”, dice Uthaug. “Era perfetto per il nostro cattivo. Ha dato un lato umano a Vogel che, come Lara, ha uno scopo da raggiungere. Però lui vuole esattamente l’opposto di quello che vuole lei”. La Vikander aggiunge, “Walton è uno degli attori più appassionati che io conosca. Arrivava sul set ogni giorno con il 100 per cento di energia, amore e passione per il suo ruolo e per tutti quanti sul set, assicurandosi sempre che non funzionasse solo il suo personaggio ma che la scena funzionasse per tutti. Ha reso Mathias Vogel un cattivo coi fiocchi, il tipo che gioca con la tua mente ed è subdolo, una persona veramente spaventosa”. “Una delle cose che mi hanno attirato di questo ruolo, a parte il resto del cast”, rivela Goggins“, è il fatto che raramente si incontra un personaggio che non è all’inizio della sua avventura, né tantomeno al suo apice. Come discusso all’inizio con Roar e Graham, la mia opinione è che questo tipo sta vivendo il peggior mercoledì della settimana più lunga della sua vita, impantanato nell’inerzia della ripetizione. Lui è quasi l’antitesi di Richard Croft, nel senso che entrambi hanno sacrificato le loro vite per trovare questa tomba, anche se per motivi differenti, ma questo ha contribuito a mandare in malora la loro vita”.

Goggins si è divertito ad interpretare la quieta pazzia di Vogel, opposta all’incontrollata determinazione della Lara interpretata dalla Vikander. “Alicia è una bomba atomica” dice. “La conoscevo già da tempo e ogni volta pensavo che se avessimo mai lavorato insieme, sarebbe stato veramente speciale, e durante la prima scena all’interno della tenda di Vogel, ci siamo guardati e ho setto, ‘Sì, sarà fantastico’”. Lara è circondata da persone che in qualche modo cercano di ottenere qualcosa da lei, dalla rata della palestra o prendere soldi per salvarle la vita o addirittura per togliergliela, infatti c’è solo una persona con cui riesce a parlare liberamente: la sua coinquilina, Sophie. Amica sincera e sua confidente, Sophie rappresenta per Lara una di famiglia. Il personaggio è interpretato da Hannah John-Kamen. Uthaug dichiara, “Sono stato molto contento del livello di talento messo in mostra in questo film. Da Alicia in poi—ma proprio tutti, dai ruoli più importanti a quelli più piccoli—nel cast abbiamo avuto veramente dei grandi attori”.

Prima che la Vikander arrivasse sul set per le riprese principali, era già abbastanza avanti con il programma di addestramento rigido richiesto dal ruolo, quindi già in gran forma. Ciononostante, è servita ogni stilla della sua preparazione e disciplina come ex ballerina, sia prima che durante le riprese, per costruirsi l’incredibile massa fisica necessaria per interpretare Lara Croft. L’attrice si è spinta oltre i propri limiti, per un ruolo che richiedeva preparazione fisica ed emotiva, intraprendendo un viaggio che per lei è stato paragonabile quasi quanto il suo personaggio. “Non c’è nessuno più tosto di una ballerina”, dice Magnus Lygdbäck, rinomato allenatore e creatore del famoso Metodo Magnus, una miscela di fitness e preparazione mente/corpo. “Aderendo al progetto, avevo grandi speranze per Alicia, che mi ha poi ripagato. Ha formato la perfetta Lara Croft”. “Il balletto è uno sport durissimo”, dice la Vikander, che ha abbandonato la professione più di dieci anni fa, ma che non ha dimenticato la disciplina che lo regola. “Ho ritrovato alcune similitudini su come mi allenavo allora e quello che ho dovuto fare per ‘Tomb Raider’”. I recenti allenamenti sono continuati anche dopo il termine delle riprese. “Grazie al lavoro che ho dovuto svolgere nel film, mi sono appassionata alla scalata di montagne”, rivela. Seguendo le direttive di Lygdbäck, la Vikander ha iniziato un programma di allenamenti combinati con la nutrizione, sette mesi prima dell’inizio delle riprese, ed ha incrementato il lavoro fisico a metà del regime iniziale. I suoi esercizi erano un mix di sollevamento pesi e attività generali, come il trekking, durante i suoi giorni “liberi”. “Quando incontriamo Lara all’inizio del film, appare come una ragazza normale che vive nell’East London, ma volevamo che il pubblico capisse che era una ragazza sportiva. La vediamo come sparring partner dei suoi amici nella palestra di Arti Marziali Miste, poi come corriere in bicicletta che ama correre per le strade. È una ragazza forte e la storia lo mette subito in chiaro”, dice la Vikander. “In seguito, la vediamo arrampicarsi, lottare, andare sott’acqua…non credo che nella vita avrei mai fatto tutte queste cose nuove per me, se non fosse stato per questo ruolo! L’ho trovato molto energizzante. Per una ragazza minuta come me, mettere su cinque chili di muscoli, beh, è una bella percentuale del mio peso corporeo e nonostante questo mi sentivo ancora molto femminile”. Lygdbäck non ha mai dubitato della sua dedizione al lavoro. “Le persone spesso mi domandano, è 50-50 nutrizione e allenamento? In realtà, e in special modo per un ruolo come questo, è 100 per cento e 100 per cento”, asserisce. “E Alicia è andata anche oltre; si è impegnata veramente tanto. Quando le dicevo di fare 15 ripetute, lei ne faceva 16. Se dicevo 20, ne faceva almeno 21”.

Nonostante la concentrazione e la tendenza ad oltrepassare i limiti fissati per lei, la Vikander confessa che aspettava il “giorno della pizza” di quando in quando. “Magnus mette molta passione in quello che fa, ma si tratta di integrare le cose anche ad una vita normale. Quello che abbiamo fatto per questo lavoro era per un tempo limitato e per creare una corporatura specifica, ma si può modificare il lavoro anche per la vita di ogni giorno”. Durante la produzione, la Vikander si allenava tra i 45 minuti fino ad un’ora, prima di recarsi sul set, lavorando in una palestra personalizzata costruita all’interno di un camion lungo 24 metri. La sua dieta, preparata ogni giorno da Chef Lesley Tucker, seguiva alla lettera gli ordini di Lygdbäck: pochi carboidrati e proteine magre. I carboidrati complessi erano costituiti da riso integrale, quinoa e spaghetti di riso; la sorgente principale delle proteine consisteva principalmente in salmone, tonno e uova. Il cibo preferito dalla Vikander era uovo a la coque e varie combinazioni fusion asiatiche, preparate con olio salutare e spezie per dare sapore. Mangiava cinque volte al giorno ad intervalli di tre ore. “Magnus ha fatto un lavoro grandioso con Alicia, preparandola per ogni cosa che le abbiamo richiesto di fare”, dice Uthaug. “Si è allenata veramente molto, per mesi, per poter eseguire le scene senza controfigura, che poi in pratica è quasi ogni scena”. Il coordinatore delle controfigure Franklin Henson, ne è completamente d’accordo e attesta, “Alicia è stata brillante, un’atleta top-class. Si è gettata anima e corpo in tutto quello che ha fatto—con le funi, in acqua, sparatorie, acrobazie aeree, combattimenti, inseguimenti… In questo film c’è tutto quanto e Roar ci sfidava continuamente a dare di più, e Alicia era sempre pronta”. Come in ogni film, per certe acrobazie servono le controfigure, ma, dice Franklin, “Alicia ne ha fatte molte lei stessa—o almeno quelle che abbiamo ritenuto sicure per lei. Si è perfino esibita in un incontro di boxe. Ed è riuscita a fare benissimo anche quello!”. Fisicamente è molto vicina alle abilità dell’icona Lara Croft. Nel videogioco del 2013 è stato rivisto il suo aspetto, e i costumisti Colleen Atwood e Timothy Wonsik hanno lavorato diligentemente per realizzare i costumi su una persona reale. Con un lavoro di squadra tra Città del Capo, Londra e Los Angeles, i due erano in comunicazione costante via Skype o cellulare. “Città del Capo è una bellissima città costiera, ma non ci offriva tutto quello di cui avevamo bisogno”, nota Wonsik. “Abbiamo collaborato dai luoghi in cui ci trovavamo, facendo acquisti al telefono, oppure spedivamo quanto richiesto. Naturalmente, non potevo chiedere un partner migliore di Colleen per risolvere i problemi capitati. “Per noi e per il regista, era importante che la nostra Lara Croft somigliasse alla Lara Croft del gioco, perché quello è ciò che i fan si aspettano”, continua. “Ciò detto, abbiamo realizzato un costume che le permettesse di fare le scene acrobatiche, aggiungendo tessuto elastico nelle cuciture dei pantaloni per dare ad Alicia abbastanza libertà di movimento per saltare, dare calci e tutte le altre cose che le vediamo fare sull’isola. Dal momento in cui arriva sulle sponde dell’isola, è tutto un susseguirsi di azione”.

Per l’aspetto da eroina del personaggio, contando sia la Vikander che le sue controfigure, il team dei costumisti ha realizzato 48 paia di pantaloni da combattimento kaki in quattro diversi stati di usura, da puliti a logori; 100 gilet kaki in cinque stati di invecchiamento e 14 paia di scarponcini in tre livelli di usura. Dato che a un certo momento della storia Lara si ferisce, sono stati realizzati anche tre bendaggi: uno per le mani, uno per il braccio e uno per la gamba. Anche questi sono stati sostituiti regolarmente per simulare lo stato di usura a cui erano sottoposti, grazie alle continue scene di lotta di Lara. Al costume da eroina e per certe scene girate a Londra e a Hong Kong, i costumisti hanno aggiunto un cappuccio da indossare occasionalmente; sotto il suo costume, la Vikander indossa imbottiture a protezione di ginocchia, stinchi e fianchi, oltre ad una muta aderente per le scene in acqua. Per quasi tutto il film, Lara indossa una canottiera, il cui design ha posto un problema insolito. “La canottiera era stata ispirata al body che Alicia indossava quando faceva danza da giovane; serviva una simmetria tra fronte e retro”, spiega Wonsik. “Durante le prove, ne abbiamo provate diverse, poi Colleen mi ha guardato e ha detto, ‘Per piacere, porta questa in sartoria, tagliala a metà e fai cucire due frontali insieme’. Così l’ho data alla sarta, che l’ha fatto in brevissimo tempo, l’ho portata indietro e Alicia l’ha indossata, ed era perfetta! Alla fine abbiamo acquistato 220 canottiere per realizzarne 110, tingendole del colore giusto e, naturalmente abbiamo creato diversi livelli di usura per rispecchiare la narrativa del racconto”. Ad ogni modo, la maggiore difficoltà affrontata dalla Atwood e da Wonsik, non era il disegno del costume, ma dal suo adattamento al corpo della Vikander. Wonsik dice, “Continuavamo a sentire dal set, ‘I pantaloni non vanno bene!’ Ho pensato che forse stava perdendo peso, ma mi hanno assicurato che non era così. Così sono andato a dare un’occhiata personalmente ad Alicia e mi sono reso conto che l’allenamento le stava modificando il corpo: le cosce erano diventate più grandi ma la vita e i fianchi erano diventati più sottili. Il suo allenatore, Magnus, si è scusato e ha detto, ‘Vi avevo avvisato che sarebbe successo’. Così, abbiamo dovuto fare degli aggiustamenti ogni tanto. Abbiamo dovuto stringere la vita di otto centimetri in un periodo di sei settimane, fin quando il suo corpo ha smesso di cambiare forma”.

Mentre la Vikander nel film passa gran parte del tempo in quello che è essenzialmente lo stesso costume, ma non c’è solo lei. I mercenari e i minatori dell’isola indossavano i vestiti di sette anni prima. I disegnatori hanno realizzato i costumi per le guardie basandosi su vecchi stili militari, tra cui un paio di pantaloni russi degli anni ‘60, una camicia della Legione Straniera francese e diversi cinturoni e stivali recuperati in negozi dell’usato, come base per le uniformi. Per quanto riguarda i minatori, Wonsik dice, “Ho comprato tutto nei negozi di usato a Los Angeles, ed ho spedito containers su containers di vestiti anni ‘70 e ‘80 che abbiamo dovuto invecchiare, tingere e ricoprire di sodio per farli sembrare macchiati. Volevamo far sembrare queste persone veramente sudice, perché quelli erano gli unici vestiti che indossavano da quando si trovavano sull’isola”. “Se Vogel aprisse quella tomba, la maledizione di Himiko si scatenerebbe in tutto il mondo!”

Salvo alcune poche scene girate in parte a Londra, incluse Hackney e Shoreditch, e all’esterno della Wilton House—una casa di campagna inglese a Wilton, vicino Salisbury in Wiltshire, che ha rappresentato l’esterno della residenza dei Croft—le riprese principali di “Tomb Raider” sono state realizzare a Città del Capo, Sudafrica, e nei suoi dintorni. “M piaceva lo stile del film che volevano Roar e Graham”, dice lo scenografo Gary Freeman. “È stata una sfida appassionante passare dalla cultura hippy, la parte artistica di Londra al vivace porto di mare di Hong Kong, fino all’inesplorata isola giapponese con caratteristiche quasi preistoriche ed impenetrabili. Aggiungete, un modernissimo elicottero NH90, un peschereccio dalla chiglia d’acciaio e un bombardiere della Seconda Guerra Mondiale che cade in una cascata, tutto nello stesso film. È stato tutto molto originale”. Tutto ciò, unito alla creazione, per scopi cinematografici, di quella che sarebbe la prima tomba scoperta dall’iconica Lara Croft, ha offerto a Freeman e i suoi team un’ampia gamma di possibilità di scelta. Le sequenze in esterni al porto di Hong Kong, sono state girate in realtà a Hout Bay, pittoresco villaggio di pescatori a 20 minuti da Città del Capo. Uthaug dice, “L’abbiamo riempito con passerelle flottanti, ristoranti galleggianti e centinaia di figuranti. Avevamo a disposizione telecamere volanti via cavo ed è stato divertente girare quelle scene”. Uthaug ha fatto affidamento sulle Spider Cam del direttore della fotografia George Richmond, che si era portato direttamente dal Regno unito. La telecamera ha permesso al suo team di fare riprese incredibili, simile alle telecamere con cavo ma capaci di riprendere in ogni direzione in ambienti tridimensionali, incluse le riprese multiple ad altezza variabile dall’alto, rendendole più funzionali rispetto alle gru. I tecnici delle luci di Richmond potevano anche controllare l’intensità del colore, la direzione e la temperatura colore da un tablet, rendendo un lavoro che di solito richiede ore di lavoro, a una cosa fattibile nel giro di pochi minuti. Daniel Wu, residente part time di Hong Kong, dice di essersi stupito quando ha visto il porto realizzato da Freeman. “Vivo a dieci minuti da un villaggio di pescatori. Quando siamo arrivati sul set, tutti i dettagli e in particolare gli oggetti di scena—dal tipo di bacchette fino ai poster all’interno dei negozi—mi hanno fatto sentire a casa, specialmente con 300 figuranti che camminavano e parlavano Cinese. Anche il calore estivo di Città del Capo era uguale a quello di Hong Kong in quel periodo. Tutto era impressionante e realistico”. Le scene in cui Lara è a Hong Kong hanno breve durata; lei è lì solo per localizzare Lu Ren, e lo trova a bordo della sua barca, la Endurance. Freeman ha dedicato molto tempo alle ricerche per la progettazione della barca, conoscendo ciò che veniva richiesto dalla sceneggiatura. “Ci siamo chiesti quale tipo di barca potesse andare bene per quella zona, per il personaggio di Lu Ren, e ovviamente che fosse stata in grado di navigare, in teoria, da Hong Kong fino all’isola giapponese attraversando 500 o 600 miglia di acque agitate. Abbiamo pensato ad acquistare o anche noleggiare una barca, a eravamo all’inizio della stagione dei tonni di Città del Capo e non c’era nulla di disponibile. Abbiamo realizzato una barca poggiata su un pontone, per farla galleggiare in una piscina ma che avesse anche il movimento tipico delle barche all’attracco e non essere solamente statica. Era sistemata su un cardano a cinque assi per resistere a tonnellate di acqua sparata da cannoni per simulare i momenti critici della navigazione”.

La piscina per la Endurance è stata costruita presso i Cape Town Film Studios, che hanno ospitato anche altre scene del porto per cui servivano riprese al bluescreen, come ad esempio l’inseguimento di Lara nella città portuale. Altre scene realizzate negli studi includono la pericolosa tempesta al largo delle coste di Yamatai, e quella in cui Lara è appesa sull’ala di un bombardiere giapponese, mentre penzola su una cascata. Altri set realizzati includono quelli della cabina di pilotaggio del bombardiere, la cripta della famiglia Croft, lo studio segreto di Richard Croft, il sarcofago della tomba e la fossa della morte. La piccola e pittoresca cittadina di Paarl nelle Cape Winelands, si è rivelata uno spazio ideale per le varie scene di inseguimento nella foresta, l’accampamento di Vogel e per l’ingresso della tomba. La difficoltà maggiore riscontrata dalla compagnia di produzione, era rappresentata dagli spostamenti dalla città, per un’ora su un tratto di strada accidentato, pieno di curve e con il suolo sdrucciolevole, per raggiungere il set ogni giorno. Paarl si trova anche in una regione molto torrida, con temperature fino a 45° C in tutta la zona e per tutta la durata delle riprese; fortunatamente il dottore aveva sempre con sé la crema solare protettiva. “Girare le scene nella regione del vino in Sudafrica ci sembrava una buona idea, fino a quando ci siamo ritrovati in una cava infuocata e infestata da scorpioni”, ride Uthaug. Fortunatamente, la produzione ha richiesto l’intervento di un allevatore di serpenti (e di scorpioni) per bonificare il set e renderlo sicuro, anche se purtroppo non ha potuto fare nulla contro il sole.
Per quel che riguarda l’isola fittizia di Yamatai e della tomba in essa ospitata, Freeman afferma che la principale preoccupazione di Uthaug, era quella di mantenere il suo aspetto quanto più possibile reale. “L’ingresso della tomba era in una cava di granito abbandonata in cui ci siamo imbattuti, credo fosse chiusa da 80 anni. La sua topografia era perfetta per il nostro scopo, con le sue cicatrici derivate dallo scavo e l’estrazione del granito. Ora, se immaginassimo che migliaia di anni fa qualcuno avesse costruito una magnifica pagoda sottoterra, ci verrebbe da pensare, ‘Come ce l’hanno portata quaggiù? Come ne sono usciti?’ Improvvisamente le sue cicatrici sono diventate la nostra salvezza. Le abbiamo fatte sembrare più ampie coprendole con delle liane e altra vegetazione, e il risultato è stato grandioso”.

Gli interni nella tomba di Himiko sono stati girati agli Atlantic Film Studios, nella zona ovest di Città del Capo. Ancora una volta, Freeman ha condotto una lunga serie di ricerche, prima di determinarne il suo approccio. “Ci trovavamo di fronte ad un interessante periodo dell’architettura giapponese”, nota. “Non era proprio l’epoca classica delle pagode che si vedono nei film dei Samurai. Volevamo costruire qualcosa di veramente antico, quasi alieno, così che una volta arrivati all’interno della tomba tutto sembrasse ultraterreno. Abbiamo cercato di dare una qualità mistica, niente di stravagante ma semplice, austero, geometrico senza dettagli in superficie. Così abbiamo preso come riferimento le tombe cinesi, delle quali si ha maggiore documentazione, e poi abbiamo disegnato le nostre trame. Poi abbiamo usato la simmetria delle forme giapponesi e aggiunto un tocco moderno, quasi un’architettura Brutalista, molto più pulita e asciutta. “Il risultato è stata una certa qualità della luce e l’atmosfera esoterica”, continua Freeman, “e le luci date da George sono state meravigliose tanto che i miei strani uccelli d’acqua giapponesi, che prima non incutevano alcun timore, sono diventati terrificanti alla vista, che si sono andati ad aggiungere al senso di terrore provato dai personaggi una volta entrati all’interno”.  “Gary e il suo reparto, hanno costruito dei set strabilianti per questo film. Mi ricordo che quando sono entrato nella tomba per la prima volta, sono rimasto senza parole—era pieno di trabocchetti, porte segrete, rompicapo”, dice Uthaug, che è rimasto favorevolmente impressionato dal lavoro di Freeman, Richmond e le loro squadre di talenti. “Quel set era incredibile”, dichiara la Vikander. “Molte volte ci entravo e mi davo dei pizzicotti, perché sono una grande fan dei film di avventura e non mi sarei mai aspettata di poter entrare in uno così realistico. Lo spazio creato, il sarcofago…tutto. La bambina che è in me era veramente emozionata. Tutto era magia”. L’attrice lo ha apprezzato così tanto che ha incoraggiato i suoi amici a visitarlo durante la produzione, portando con loro i propri figli. “Sentivo il bisogno di fargli provare questa esperienza”, sorride, “perché volevo vivere attraverso i loro occhi l’eccitazione che avrei provato io da bambina”. Alcuni dei dettagli unici del film, sono stati creati dall’attrezzista Paul Purdy, in special modo le adorne scatole del puzzle giapponese impiegate da Lara e suo padre, in una scena critica sull’isola. Il team di Purdy ha anche fabbricato la piccozza del gioco rintracciando il produttore delle originali—ne sono rimasti solo tre nel mondo—e la ha poi riprodotta. Per le richieste di scena ne sono state riprodotte diverse, tra cui alcune versioni vere, solide, morbide e senza testa. Altri importanti oggetti ricreati sono il fregio dei Croft sulla chiave, il quaderno di Richard e la mappa in codice di Yamatai, oltre alle frecce e all’arco personalizzati di Lara.

Il compositore Tom Holkenborg, alias Junkie XL, ha catturato la stessa energia e l’intensità provata nel gioco per realizzare la colonna sonora del film, amplificando il senso di pericolo e innalzando le scene di azione pur sottolineando l’avventura emotiva personale di Lara. “Come per ogni avventura classica che amo”, dice la Vikander, “in questo film ci sono set enormi, porte mistiche che si aprono e i misteri che si evolvono davanti ai nostri occhi mentre stiamo vivendo un’avventura straordinaria. Allo stesso tempo, nella stessa avventura, adoro la curiosità di Lara e la sua testardaggine, la sua passione e come non tema di aprirsi al mondo e credere alla magia. Spero che il pubblico venga a conoscere questa Lara Croft, si renda conto del suo dolore e di come lotta per sconfiggerlo, e infine possa fare il tifo per lei, proprio come faccio io”. King concorda con la sua star e aggiunge, “Questo è un film per ogni tipo di pubblico—giovani, adulti, maschi, femmine—poiché in esso troviamo una forte connessione emotiva familiare al centro di un film grande, con tanta azione e di supereroi”. “Quando Lara Croft parte per questa avventura, non è ancora pronta per ciò che la aspetta”, asserisce Uthaug. “Deve veramente accettare la sfida e, per mezzo delle tante prove da affrontare, scoprire se può veramente diventare una Tomb Raider, pronta per ogni avventura che le si prospetta davanti. Credo che il pubblico si divertirà moltissimo nel vedere chi è veramente Lara e di che pasta è fatta”.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico.
Per info e contatti gianlucafalletta.com

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