
Disneyland, il non luogo
Il non luogo inizia con il dire che rappresenta il risultato del nuovo millennio. Il termine non luogo è stato coniato dal ’ antropologo francese Marc Auge’ il quale si riferiva con questo termine ad una serie di spazi che potrebbero essere aeroporti, centri commerciali, sale cinematografiche e fast food ma soprattutto parco giochi e luna park. Essendo questa una tesina riguardante un seminario sul fumetto, vi starete domandando: ”Cosa potrà centrare mai il termine non luogo con il fumetto o con il cartoon?”. Beh io vi rispondo che centra eccome!
Lo straordinario animatore chiamato Walt Disney dopo aver prodotto una serie di cartoni animati come pinocchio, Biancaneve ed i sette nani, la spada nella roccia, si rese conto che serviva qualcosa di più forte, di più coinvolgente. Cosa fece allora… Creò ad Orlando in Florida un parco interamente dedicato al gioco chiamato Disney world. Questo parco era letteralmente un posto dove ogni personaggio e ogni struttura al suo interno doveva riprendere i temi dei film e cartoni da lui prodotti. Era un luogo, o meglio un non luogo, dove i bambini camminavano circondati da colori, giochi, montagne russe, potevano passeggiare con i loro idoli come pluto o topolino, o esser persino baciati da una Biancaneve a misura d’uomo. Lo scopo di questo parco era quello di far immedesimare completamente il bambino, nel cartone come se ci stesse realmente vivendo dentro.
Tutti conosciamo lo straordinario successo che Disneyland ha avuto in tutto il mondo ricevendo migliaia di turisti in tutto il mondo, ma soprattutto inaugurando la moda del non luogo. Oggi a distanza di una cinquantina d’anni dalla sua nascita siamo circondati da non luoghi, centri commerciali a due piani, sale cinematografiche con svariate sale, aeroporti con shopping malls al loro interno insomma chi più ha più ne metta.
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