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Hyun-ju in Squid Game: il personaggio più amato, discusso e coraggioso della serie Netflix

Se c’è un personaggio che ha letteralmente fatto impazzire i social con la seconda stagione di Squid Game, quello è sicuramente Hyun-ju, il misterioso e affascinante Giocatore 120. In una serie già ricca di tensione, colpi di scena e drammi umani al limite, Hyun-ju è riuscita a catalizzare l’attenzione di pubblico e critica diventando non solo una figura amatissima, ma anche uno dei cosplay più gettonati del momento. E no, non è un caso. Il motivo è semplice: dietro alla sua presenza scenica e alla sua forza emotiva si nasconde una storia intensa, potente e profondamente umana, che ha toccato corde delicate della nostra società.

Hyun-ju è una donna transgender, un’ex soldatessa delle forze speciali che si ritrova catapultata nel micidiale gioco della serie per un motivo tragicamente concreto: raccogliere i fondi necessari per completare il proprio percorso di affermazione di genere, per il quale si è già pesantemente indebitata. E già solo questo basterebbe a farne una delle figure più complesse e reali mai apparse in un drama coreano targato Netflix. Ma c’è di più.

A interpretare Hyun-ju è l’attore cisgender Park Sung-hoon, 39 anni, una scelta che ha fatto discutere e ha alimentato un acceso dibattito online e offline. Perché non scegliere un’attrice transgender per un ruolo tanto importante e rappresentativo? La risposta è arrivata direttamente dal regista Hwang Dong-hyuk, che ha spiegato con dolore e onestà le enormi difficoltà nel trovare attori o attrici trans in Corea del Sud. Il motivo è drammaticamente chiaro: la comunità LGBTQ+ è ancora fortemente emarginata e invisibilizzata nel panorama artistico coreano, e nessun attore trans si è presentato ai casting. Nessuno, nemmeno tra quelli apertamente gay. Una realtà amara che rivela quanto ancora ci sia da fare per l’inclusività e la rappresentazione nei media asiatici.

E così Hwang ha scelto Park Sung-hoon, un attore che ha seguito fin dai suoi esordi e nel quale ha riposto completa fiducia, convinto che fosse l’unico, almeno per ora, in grado di incarnare la forza, la fragilità e la determinazione di Hyun-ju. E, bisogna dirlo: Sung-hoon ha offerto una performance che ha spaccato in due il cuore degli spettatori.

Ma non tutto è andato liscio. Se da una parte il pubblico ha adorato Hyun-ju – tanto che i cosplay del personaggio si stanno moltiplicando a vista d’occhio in tutto il mondo – dall’altra l’attore è finito in mezzo a una bufera mediatica per una leggerezza che ha avuto risonanza globale. In una delle sue storie social, ha condiviso accidentalmente un’immagine tratta da “Squirt Game”, una parodia porno cinese di Squid Game, contenente scene di sesso esplicito e persino simulate violenze sessuali. Un errore clamoroso, che ha richiesto l’intervento tempestivo della sua agenzia, la BH Entertainment, che ha spiegato come tutto sia avvenuto per sbaglio: Park avrebbe semplicemente premuto il tasto sbagliato dopo aver ricevuto l’immagine via messaggio. L’attore si è detto “sotto shock” per l’accaduto e ha chiesto pubblicamente scusa, cercando di ricostruire la propria immagine. Un gesto che, tutto sommato, il pubblico ha finito per perdonare, forse proprio grazie al potere salvifico e potente del personaggio che ha portato sullo schermo.

E che personaggio. In Squid Game, Hyun-ju si impone sin da subito come una figura carismatica, forte e profondamente umana. La sua missione personale – riuscire a vivere appieno la propria identità, in un mondo che ancora fatica ad accettarla – si intreccia con la spietata lotta per la sopravvivenza dei giochi. Ma il momento che ha fatto versare fiumi di lacrime è senza dubbio quello del suo sacrificio finale.

Nella parte conclusiva della stagione, Hyun-ju si frappone tra i cecchini e una madre con una neonata, offrendo la propria vita per salvare le due innocenti. Una scena struggente che, secondo alcune letture simboliche, rappresenta la speranza nel futuro, incarnata dalle nuove generazioni. In un mondo dominato dall’egoismo e dalla crudeltà, come quello di Squid Game, l’atto di Hyun-ju diventa un gesto dirompente, un grido di umanità che spezza il silenzio dell’indifferenza.

La sua morte non è vana, e nemmeno dimenticata: è un lascito. È una promessa. È il simbolo di chi, pur soffrendo, decide di fare la cosa giusta. Di chi affronta un sistema disumano con il solo potere della propria integrità. E forse è proprio questo che ha reso Hyun-ju il personaggio più amato di Squid Game. Non è solo la sua storia personale a commuovere, ma il modo in cui riesce a diventare un faro nella notte per tutti coloro che si sentono fuori posto, giudicati, invisibili.

Sui social, la sua figura ha ormai preso vita propria. Fan art, video tributo, discussioni e cosplay spuntano come funghi. C’è chi la definisce la vera eroina della stagione, chi sogna una serie spin-off tutta per lei. E, chissà, magari Netflix ascolterà.

Intanto, Hyun-ju è già entrata nel pantheon dei personaggi cult della cultura pop contemporanea. Con la sua forza, la sua fragilità, il suo sacrificio e la sua storia, ha toccato corde profonde in milioni di spettatori. E se anche Park Sung-hoon ha inciampato nel percorso, non c’è dubbio che la sua interpretazione ha lasciato un segno indelebile.

E voi, cosa ne pensate di Hyun-ju? L’avete già vista in azione nella nuova stagione di Squid Game? Vi ha conquistato come ha conquistato noi? Parliamone nei commenti, condividete l’articolo sui vostri social e fateci sapere se anche voi vi state preparando a vestirvi da Giocatore 120 per il prossimo cosplay event!

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