C’è qualcosa di profondamente affascinante in Godzilla. È una creatura che ha sfidato il tempo, la cultura e persino la morte narrativa per tornare, ciclicamente, più potente di prima. Per me, che da sempre amo i kaijū e le loro epiche scorribande tra città in fiamme, astronavi e mecha, ogni annuncio che riguarda il “Re dei Mostri” è un piccolo terremoto emotivo. E stavolta la scossa è forte: Godzilla sta per tornare in una nuova serie manga, e si preannuncia come qualcosa di veramente fuori dagli schemi. Il titolo? Godzilla Galaxy Odyssey. Già il nome è una promessa di meraviglie cosmiche e devastazione galattica. La pubblicazione inizierà il 27 maggio 2025 sulla rivista Young Champion di Akita Publishing. Dietro il progetto c’è Jyu Ishiguchi, mangaka già noto per il suo lavoro in Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online e Fairy Gone. Due serie che ho amato per la loro capacità di mescolare azione serrata e introspezione, e che mi fanno ben sperare per questa nuova odissea mostruosa.
Il manga è stato annunciato con grande stile durante il Godzilla Fest 2024, il 3 novembre scorso. In quell’occasione è stato rivelato un trailer realizzato con un’estetica live-action che ha lasciato tutti a bocca aperta. La direzione era firmata da Shogo Kiyosu, mentre il design tridimensionale del logo in kanji ゴジラ è stato realizzato da Yusuke Miki e ripreso da Koichi Inoguchi. Un vero gioiello di hype per chi, come me, si emoziona ancora alla vista del nome “Gojira” scritto in caratteri giapponesi.
Nei mesi successivi, l’account ufficiale X (ex-Twitter) del manga ha iniziato a seminare indizi come un kaijū che lascia orme giganti sulla spiaggia: una macchina misteriosa, il nuovo design del nostro Godzilla intergalattico, due personaggi umani, una nave trivellante in stile Gotengo e perfino un mostro volante sopra una città. Tutto ha portato al grande annuncio del titolo e del logo, il 21 aprile, seguito dalla rivelazione dell’art key il 27 aprile. Ed è lì che il mio cuore nerd ha fatto un balzo: Godzilla non è mai stato così spazialmente magnifico.
Una rinascita cosmica per un’icona eterna
Godzilla è molto più di un mostro gigante. È una metafora, un’icona culturale, un simbolo che ha accompagnato il Giappone (e il mondo) dal 1954 a oggi. Nato come allegoria del terrore nucleare, ha saputo evolversi nel tempo fino a diventare un’entità mitica, a volte eroe, a volte nemesi, ma sempre specchio delle nostre paure più profonde e delle nostre speranze. E ora, con Godzilla Galaxy Odyssey, ci prepariamo a vederlo attraversare nuovi orizzonti – letteralmente galattici.
Sebbene la trama rimanga ancora top secret, l’immaginario suggerito dal titolo e dalle immagini promozionali promette una storia che abbandona (almeno in parte) la distruzione urbana per abbracciare il cosmo. Il design di Godzilla, curato dal leggendario Shinji Nishikawa, è già un’ode alla maestosità. Nishikawa non è un nome qualunque: ha contribuito a definire l’estetica dei kaijū in molteplici film Toho, ed è una garanzia di qualità e fedeltà al mito originale.
Accanto a lui troviamo anche Hiroshi Maruyama, altro grande nome dell’universo kaijū, che si occuperà del design delle creature spaziali. Solo all’idea mi viene la pelle d’oca: immaginate cosa potrà uscire dalla sua mente in un contesto che mescola kaijū, alieni e mecha! Una combo che per ogni appassionata di anime, fantascienza e battaglie cosmiche, rappresenta il Santo Graal dell’intrattenimento.
Il fascino eterno del kaijū eiga
C’è un elemento che mi colpisce sempre ogni volta che Godzilla torna sotto i riflettori: la sua resilienza narrativa. È una figura che si adatta ai tempi. Quando serviva ricordare l’orrore della guerra, era lì. Quando c’era bisogno di un protettore ancestrale, era ancora lì. E oggi, nell’epoca dei multiversi e dell’esplorazione cosmica, Godzilla si reinventa di nuovo, diventando protagonista di una space opera manga. Non è fantastico?
E non dimentichiamoci del momento d’oro che sta vivendo il franchise: tra i successi hollywoodiani del Monsterverse, l’apoteosi cinematografica di Godzilla Minus One (che io ho visto tre volte, e ogni volta ho pianto), e ora questa nuova espansione manga, la creatura della Toho è più viva che mai. Non solo. La Toho ha recentemente annunciato un piano da un miliardo di dollari per espandere l’universo di Godzilla con film, fumetti, giochi, serie TV e merchandising. E io sono qui, pronta a lasciarmi travolgere da ogni singola iterazione di questo universo.
Mecha, alieni e città da distruggere: sì, grazie!
Quello che più mi intriga di Godzilla Galaxy Odyssey è la possibilità di vedere un Godzilla inedito, impegnato in una guerra intergalattica contro minacce provenienti dalle profondità dello spazio. Non si tratta solo di scazzottate tra mostri (che adoro, per carità), ma di uno scenario più ampio che può mescolare dramma umano, fantascienza alla giapponese e filosofia esistenziale, come solo certi manga sanno fare.
La presenza di mecha, già suggerita dalla nave trivellante e confermata dal coinvolgimento di Ishiguchi anche nel design delle macchine da guerra, è per me la ciliegina sulla torta. Una Godzilla story senza un bel robot gigante che tenta di salvare (o distruggere) il mondo? No grazie. Ma qui ci saranno. Eccome se ci saranno.
In attesa dell’Odissea
Il 27 maggio è ormai dietro l’angolo, e io conto i giorni come una bambina prima del Natale. Voglio scoprire tutto: chi sono i protagonisti umani, quale sarà la nuova minaccia, se Godzilla sarà eroe, antieroe o distruttore assoluto. Voglio lasciarmi conquistare da un racconto che promette di spaziare tra le stelle ma che, ne sono certa, saprà colpire anche nel profondo del nostro cuore nerd.
Perché in fondo, Godzilla è questo: un mostro che distrugge città, sì, ma anche una figura mitica capace di parlarci della fragilità umana, della rabbia della natura, del bisogno di redenzione. E se lo fa mentre combatte un drago cosmico su una luna ghiacciata, tanto meglio.
E voi? Siete pronti per seguire Godzilla in questa nuova odissea galattica? Vi emoziona l’idea di un manga che porta il Re dei Mostri nello spazio? Parliamone nei commenti e, se siete veri fan, condividete l’articolo sui vostri social per spargere il ruggito del nostro kaijū preferito!
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