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Fiat TRIS: L’Ape Piaggio rinasce elettrica! Tutto sulla next-gen a tre ruote

Ciao nerd di motori e cultura pop! Pronti a farvi un viaggetto nel futuro (e nel passato) su tre ruote? Perché il 2025 non sarà solo l’anno di nuovi cinecomic e console, ma anche della resurrezione elettrica di un’icona italiana: l’Ape Piaggio! Scordatevi il modello che ronzava nelle campagne, perché Fiat TRIS è qui per riscrivere la storia, e lo fa a modo suo.

Lo sappiamo, la notizia che Piaggio ha chiuso la produzione italiana dell’Ape a Pontedera per spostarla in India ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Ma non disperate! Mentre l’India accoglie l’Ape E-City (una versione elettrica fighissima che cambia batteria in pochi minuti, pensate!), l’Italia, o meglio, la Fiat, riaccende i motori del suo veicolo a tre ruote, ovviamente in versione full electric. Il nome? Fiat TRIS. E sì, sembra proprio voler strizzare l’occhio a quella tradizione che ha reso l’Ape un simbolo intramontabile della nostra cultura automobilistica.

Non è una mossa nostalgica, è pura strategia. L’idea è prendere il meglio del passato, quella praticità e quel senso di libertà che l’Ape incarnava, e proiettarlo nel futuro della mobilità urbana elettrica. E, a giudicare dalle prime reazioni, sembra un’operazione che potrebbe sfondare!

D’Ascanio e il sogno a tre ruote: la storia che non ti aspetti

Per capire la portata di Fiat TRIS, dobbiamo fare un salto indietro di quasi 80 anni, in un’Italia che si rialzava dalle macerie della guerra (era il 1948, per la precisione). Lì entra in scena Corradino D’Ascanio, un ingegnere aeronautico che sognava di far volare le persone con i suoi elicotteri. Le leggi del dopoguerra gli hanno tarpato le ali, ma non la creatività. Enrico Piaggio gli propose una sfida: creare un veicolo per la rinascita economica del Paese. E così, da un sogno di volo, nacque l’icona delle tre ruote italiane: l’Ape.

Pensate, costava 170.000 lire, una cifra bella tosta per l’epoca (il reddito annuo medio era di circa 139.152 lire!). Ma l’Ape aveva un superpotere: poteva portare 200 kg di merce con un motore da 125cc, consumando un filo di benzina e arrivando ovunque i furgoni normali non potevano. Praticamente un supereroe della logistica ante litteram!

Dal boom economico al successo globale: l’Ape che ha fatto la storia

Gli anni Cinquanta trasformarono l’Ape da un “esperimento” a un vero e proprio fenomeno di massa. Nel 1952 arrivò l’Ape C, con più portata e una cabina chiusa. Era il veicolo perfetto per i piccoli imprenditori italiani: utile ma economico, semplice ma riparabile ovunque. Enrico Piaggio aveva capito tutto: non vendeva solo un mezzo di trasporto, ma uno strumento di emancipazione sociale. Lo slogan “Ape, il veicolo che vi aiuta a guadagnare” (geniale!) non era solo marketing, era una promessa mantenuta. Migliaia di commercianti e artigiani hanno costruito le loro attività su quelle tre ruote che ronzavano per l’Italia del boom.

E la creatività italiana non si è mai fermata! Dal mini-autoarticolato a cinque ruote Ape Pentarò del 1961 all’Ape Car degli anni Settanta che sfidava i furgoni, fino al restyling firmato Giorgetto Giugiaro negli anni Ottanta. L’Ape ne ha viste di tutti i colori!

Fiat TRIS: l’erede che non ti aspetti (ed è super smart!)

E qui torniamo al presente, o meglio, al futuro, con la Fiat Professional che entra in gioco con una mossa da applausi. Il TRIS non vuole scopiazzare l’Ape, ma raccoglierne il testimone spirituale e proiettarlo nella mobilità sostenibile. Progettato dal Centro Stile Fiat e prodotto in Marocco, il TRIS è inizialmente pensato per i mercati di Africa e Medio Oriente, dove c’è una fame pazzesca di veicoli commerciali leggeri.

Ma veniamo al sodo: le specifiche tecniche. Motore da 9 kW, batteria al litio da 6,9 kWh (la stessa della Fiat Topolino, una garanzia!), 90 km di autonomia e una velocità massima di 45 km/h. E il bello? Si ricarica con una normalissima presa domestica da 220V: 80% in 3 ore e mezza, 100% in meno di 5 ore. Zero sbatti, zero complicazioni!

Tre versioni per mille utilizzi (e l’Europa è nel mirino!)

La vera genialata di TRIS sta nella sua modularità. Tre versioni disponibili: cabinato, con pianale e con cassone. Può caricare un europallet e ha una portata utile di 540 kg. Perfetto per la logistica dell’ultimo miglio, che nell’era dell’e-commerce è diventata fondamentale.

Le dimensioni sono pensate per la giungla urbana: 3,17 metri di lunghezza e un raggio di sterzata di soli 3,05 metri. Si infila ovunque, ma è abbastanza capiente per i piccoli imprenditori. E a proposito di Europa… Olivier Francois, CEO di Fiat, non si nasconde: il potenziale di TRIS va ben oltre, e l’Europa è il prossimo obiettivo! Il TRIS è già omologato secondo gli standard europei, con tanto di cinture a tre punti, fari LED automatici e tutti i sistemi di sicurezza richiesti.

L’arrivo in Europa non è un “se”, ma un “quando”. Le città sono sempre più piene di zone a emissioni zero, e la micromobilità elettrica sta diventando una necessità. I veicoli a tre ruote elettrici sono la soluzione ideale per chi ha bisogno di trasportare cose senza le limitazioni dei mezzi pesanti.

TRIS e il futuro della mobilità urbana: si chiude un cerchio?

TRIS arriva in un momento cruciale per la mobilità urbana. Le città cercano alternative ai furgoni diesel per le consegne dell’ultimo miglio, e i veicoli elettrici leggeri sono la risposta più logica. Non a caso, anche altri costruttori stanno sperimentando soluzioni simili, dai tricicli stampati in 3D ai quadricicli elettrici con battery-swap.

La strategia di Fiat è chiara: rodare il prodotto nei mercati emergenti, perfezionare la rete di assistenza e poi sbarcare in Europa quando la domanda sarà matura. Un po’ come fece l’Ape negli anni Cinquanta: conquistò l’Italia rurale, poi le città e infine il mondo.

C’è qualcosa di poeticamente giusto nel fatto che, mentre l’Ape saluta l’Italia per continuare la sua storia in India, un altro marchio italiano raccolga il testimone delle tre ruote elettriche. Come abbiamo detto tante volte sulla nostra rivista, la transizione verso veicoli più sostenibili non è solo una questione ambientale, ma sociale ed economica.

TRIS potrebbe diventare per la mobilità elettrica ciò che l’Ape è stato per la ricostruzione del dopoguerra: uno strumento di democrazia economica, un mezzo che permette a chiunque di mettersi in proprio senza investimenti esagerati. La differenza è che questa volta il carburante non inquina e il futuro sembra molto più verde.

Settantasette anni dopo il primo Ape uscito dalle officine di Pontedera, le tre ruote italiane sono pronte a scrivere un nuovo capitolo. Elettrico, modulare, sostenibile. Forse Corradino D’Ascanio, che sognava di far volare le persone, approverebbe: a volte le migliori invenzioni nascono quando si è costretti a cambiare direzione, e il futuro trova sempre un modo per omaggiare il passato, anche quando sembra averlo dimenticato.

Cosa ne pensate di questo ritorno in grande stile delle tre ruote made in Italy? Credete che il Fiat TRIS possa davvero diventare la nuova Ape elettrica delle nostre città? Fatecelo sapere nei commenti!

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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