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Everything’s Going to Be Great – Quando il dramma familiare diventa poesia tragicomica sul grande schermo

Nel cuore di un’estate cinematografica dominata da esplosioni digitali, supereroi in calzamaglia e commedie per famiglie in cerca di refrigerio, ecco che arriva un film capace di sorprendere per delicatezza, intelligenza e autenticità. Everything’s Going to Be Great, diretto da Jon S. Baird – già regista del delizioso Stan & Ollie – è il classico outsider che, con passo quieto ma deciso, si fa largo tra i giganti del botteghino, regalando al pubblico una commedia agrodolce che parla di famiglia, sogni, delusioni e identità. Un vero gioiello, presentato in anteprima mondiale il 9 giugno 2025 al Tribeca Festival e in uscita nelle sale americane il 20 giugno 2025.

Scritto con finezza da Steven Rogers, penna già apprezzata per I, Tonya, Everything’s Going to Be Great affonda le sue radici in una storia personale e profondamente umana: quella di una famiglia immersa nel mondo del teatro regionale, tra sacrifici, passioni e crisi esistenziali. La pellicola è ambientata in una piccola comunità, dove il palcoscenico è l’unico appiglio per restare a galla, e la vita familiare si intreccia inesorabilmente con quella artistica. Una commedia dolceamara che fa ridere, riflettere e – inevitabilmente – commuove.

Il cast è semplicemente perfetto: Allison Janney interpreta Macy Smart, matriarca dal cuore grande ma costantemente sull’orlo di un crollo nervoso. Bryan Cranston è suo marito Buddy, un idealista teatrale, tanto appassionato quanto cieco davanti ai bisogni reali della sua famiglia. Benjamin Evan Ainsworth, giovane promessa del piccolo schermo, è il figlio minore Lester, il vero centro emotivo della storia. A completare la famiglia c’è Jack Champion nei panni di Derrick, il fratello maggiore pieno di rancore e insicurezze, più interessato al calcio e alle ragazze che al teatro.

La storia si muove tra gag surreali e momenti di introspezione, con un ritmo che non lascia spazio al superfluo. I dialoghi, brillanti e taglienti, sembrano usciti da una pièce teatrale ben oliata. “Sei uno strambo, non è colpa tua”, dice Buddy a Lester, in una delle battute più emblematiche del film. È una frase che racchiude il cuore della narrazione: l’accettazione delle proprie stranezze, la ricerca spasmodica di un’identità e di un posto nel mondo. E dove, se non nel teatro, si possono trovare entrambe le cose?

Il film, girato tra aprile e luglio del 2023 a North Bay, in Ontario, è stato prodotto da Amaze Film & Television, Screen Arcade ed eOne, con Lionsgate a curarne la distribuzione. La scelta di ambientare le riprese in una cittadina canadese, con la sua atmosfera raccolta e quasi sospesa nel tempo, conferisce alla pellicola un sapore autentico, lontano dalle luci abbaglianti delle grandi produzioni hollywoodiane.

Tuttavia, non si tratta solo di una storia familiare: Everything’s Going to Be Great è anche una riflessione sul fallimento, sulla paura del cambiamento e sull’arte come ultimo rifugio. Quando ai protagonisti si presenta l’opportunità di trasferirsi in New Jersey per inseguire una nuova sicurezza lavorativa a Milwaukee, si apre un bivio esistenziale che rimette tutto in discussione. Per Macy è un salto nel vuoto che terrorizza, per Buddy una nuova avventura da abbracciare con entusiasmo teatrale. Ma il prezzo del cambiamento potrebbe essere troppo alto, specie quando un segreto pronto a esplodere rischia di far crollare tutto come un castello di carte mal costruito.

La forza del film risiede anche nella coralità del suo cast: accanto ai protagonisti principali troviamo due autentiche sorprese, Simon Rex e Chris Cooper, che regalano al film ulteriori sfumature emotive e dinamiche relazionali credibili. Ogni personaggio è scritto con attenzione, senza mai cadere nello stereotipo, e lo spettatore finisce per riconoscersi in ognuno di loro, con empatia e affetto.

Allison Janney è monumentale: il suo personaggio, imperfetto e tenero, richiama la sua iconica interpretazione in I, Tonya, ma con una nuova dose di calore e fragilità. Bryan Cranston, dal canto suo, ci regala una delle performance più memorabili dai tempi di Breaking Bad: il suo Buddy è tanto affascinante quanto disfunzionale, capace di slanci poetici e cecità emotive che fanno sorridere e stringere il cuore insieme.

La sceneggiatura di Rogers – fortemente ispirata al teatro, essendo figlio di un produttore teatrale regionale – si muove con grazia tra i registri comico e drammatico, senza mai perdere l’equilibrio. Il film riesce a trattare temi universali con una leggerezza mai banale, costruendo una narrazione stratificata, dove ogni personaggio affronta la propria battaglia interna in modo sincero e struggente. È un cinema che non rincorre le mode, ma si ferma ad ascoltare l’umanità nei suoi momenti più fragili e autentici.

Il titolo Everything’s Going to Be Great suona come una promessa ironica, quasi un mantra disperato che i personaggi si ripetono per non soccombere al peso della realtà. Eppure, tra le righe, il film ci dice che, forse, sì, alla fine andrà tutto bene. Non perché il mondo cambi magicamente, ma perché riusciremo a riderne, a condividerlo, a trasformare il dolore in arte. Ed è proprio questo che rende questa pellicola una delle proposte più interessanti e potenti di questa stagione cinematografica.

Insomma, se siete in cerca di un film estivo diverso dal solito, capace di toccare le corde del cuore con intelligenza e umorismo, Everything’s Going to Be Great è quello che fa per voi. Un piccolo miracolo cinematografico che riesce, con grazia e sincerità, a raccontare la bellezza disordinata della vita.

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