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Cosa vuol dire Ecchi?

Ecchi è un termine giapponese che si riferisce a contenuti sessualmente espliciti o esplicitamente erotici, ma non necessariamente pornografici. La parola viene spesso usata per descrivere anime e manga che hanno un’enfasi sul contenuto sessuale, ma che non mostrano scene esplicite di atti sessuali. Il termine ecchi può anche essere usato per descrivere contenuti che hanno un tono leggero o divertente e che non sono destinati ad essere prese troppo sul serio. In generale, ecchi è considerato meno esplicito rispetto a Hentai, che è un termine giapponese per la pornografia. Sekkusu è un termine giapponese che si riferisce alla sessualità e all’attività sessuale. Viene utilizzato per descrivere contenuti che sono esplicitamente erotici o che mostrano scene di atti sessuali. A volte il termine viene utilizzato come sinonimo di Hentai, che è un termine giapponese per la pornografia. Sekkusu può anche essere utilizzato per descrivere contenuti che sono considerati sconvenienti o inappropriati a causa del loro contenuto sessuale. Il termine è spesso associato a contenuti per adulti e non è adatto a un pubblico giovane o a un contesto professionale.

In occidente, il termine Ecchi è spesso usato in relazione a manga e anime dal contenuto vagamente erotico, come vestiti succinti (biancheria intima o fetish) o nudità parziali o totali (pantaloni, camicia bagnata o strappata), ma mai che mostrino esplicitamente sesso, né mostrare e ripetere determinate azioni (toccare, guardare parti del corpo). Solitamente compare in opere destinate ad un pubblico prevalentemente maschile (shōnen, seinen, anche se negli ultimi anni si è visto sempre di più anche in shoujo e josei), questo tipo di ambiguità di genere è spesso utilizzato per i fumetti

Nel tempo il concetto di ecchi si è avvicinato sempre di più a quello di fan service, con associazioni spesso sostanziate da storie.

In generale, l’arte ecchi è uno stile vagamente paragonabile all’opera d’arte “Pin-up girl” e anche alle fantasie sessuali rappresentate nella narrativa erotica. La classica battuta che compare spesso negli anime è quella in cui la testa di uno dei personaggi maschili si trova tra i seni di un personaggio femminile sexy, spesso usata quando si incontrano per la prima volta; o quando ci sono personaggi che sembrano non essere consapevoli del loro genere. Gli elementi classificabili come ecchi, per poter classificar un’opera come tale, debbono esser preponderanti nella serie: graficamente possono essere utilizzate diverse tecniche per mostrare le immagini in maniera da indugiare maggiormente sugli aspetti sexy, solitamente parti nascoste del corpo femminile, ma anche abbigliamento che delinea la forma dei seni, capezzoli, e grandi labbra, evidenziando una tenuta di abbigliamento estremamente succinta e provocante; uniformi, costumi o abiti (tutti rigorosamente attillati) che possono essere provocatori e che sono indossati come abbigliamento quotidiano da parte del personaggio; immagini che richiamano delle forme falliche di dimensione esagerata; nudità in pubblico di un personaggio femminile che mostra segni di imbarazzo, umiliazione o agisce in maniera totalmente normale. Alcuni di questi modelli sono più ricorrenti, come ad esempio la scena della doccia in un onsen, o scene di combattimento in cui vengono strappati i vestiti: infine far vedere cosa pensa un personaggio è una scusa comune per mostrare le sue fantasie sessuali.

Generalmente in manga o anime definite ecchi non viene mostrata esplicitamente l’attività sessuale, nel qual caso sarebbero invece chiamati hentai. Ma è altresì possibile fare giochi di parole che attraverso malintesi arrivino ad indicar il rapporto sessuale: un esempio tipico è quello di mostrare l’ombra dei personaggi che mimano un vero e proprio rapporto intimo.

La censura eseguita con l’aggiunta di raggi di luce artificiale è un metodo comune utilizzato per nascondere alcuni elementi di nudità nelle serie televisive anime. Il livello di censura può variare a seconda dei canali TV che trasmettono una serie. Il grado di nudità può anche variare notevolmente tra le diverse opere, anche a seconda delle preferenze o dei pensieri dell’autore sul tipo di pubblico a cui si rivolgono. In alcuni casi, nonostante i seni appaiano sullo schermo, i capezzoli e i genitali sono ancora ricoperti di fumo o nebbia, coperti da un ramoscello o da un capello, o addirittura di luce. In questi casi, la risposta tipica alla nudità è l’emorragia nasale di un personaggio maschile, elemento destinato a esprimere un’evidente eccitazione sessuale (non c’è bisogno di mostrare attributi sessuali).

Redazione

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