C’è chi ha trovato l’illuminazione sotto un fico, chi tra le dune del deserto, e chi – molto più saggiamente – davanti a una tazza di White Russian. Già, perché se c’è un maestro spirituale che non ha mai preteso templi, canti o sacrifici, quello è Jeffrey “Drugo” Lebowski, l’eroe riluttante e inaccettabilmente cool del capolavoro dei fratelli Coen Il grande Lebowski. E da quel tappeto che “davvero dava un tono alla stanza” è nata una delle religioni più stravaganti e affascinanti dell’era moderna: il Dudeismo (Drugo, in lingua originale è “The Dude“. Fondato nel 2005 da Oliver Benjamin, giornalista giramondo che ha avuto la sua epifania guardando il film in un bar di Pai, in Thailandia, il Dudeismo (o, se vogliamo dirla come gli americani, The Church of the Latter-Day Dude) è oggi una vera e propria “via del relax”. Altro che buddismo zen o stoicismo digitale: qui l’obiettivo è semplice, puro, quasi sacro — prendersela comoda. Perché, amico, il mondo è un casino, e “non serve agitarsi, serve solo un po’ di buona musica e un lancio perfetto al bowling”.
Dal cinema al culto: quando il Drugo divenne profeta
Benjamin racconta di aver visto nel film dei Coen qualcosa di più di una commedia grottesca. “Mi sentii come se avessi trovato un metodo per gestire le difficoltà della vita”, dichiarò. E così, mentre il resto del mondo correva verso l’ennesimo burnout, lui mise le basi per una nuova religione, completa di testi sacri (il Tao Dude Ching, ovviamente online), sacerdoti certificati e persino festività riconosciute.
La Chiesa del Drugo dei Santi degli Ultimi Giorni – già il nome è un manifesto di ironia e pace interiore – ha un sito ufficiale che permette, con pochi click, di diventare sacerdote dudeista. Niente seminari, voti o prove di fede: basta un modulo. Nel 2021 i ministri ordinati erano oltre 600.000 nel mondo, una community che unisce pigri professionali, filosofi della lentezza e fan irriducibili del film. Tutti legati da un’unica grande certezza: “Drugo sa aspettare” – il Drugo resiste, e con lui l’arte del prendersela con filosofia.
Il sacro Dogma del Divano
Il Dudeismo non è una parodia delle religioni tradizionali, ma un loro rilassato cugino di secondo grado. Prende ispirazione dal Taoismo, dal pensiero di Epicuro, da Laozi, da Buddha e persino dal Gesù pre-ecclesiastico, quello che predicava amore, vino e zero giudizi. A loro modo, tutti “dudeisti” ante litteram: gente che sapeva che la vita è complicata, ma non serve complicarla di più.
Secondo la filosofia dudeista, l’uomo moderno è schiacciato da stress, competitività e continua ricerca di successo. Drugo, invece, ci insegna che non fare nulla può essere una forma d’arte. Ascoltare i Creedence, fare un bagno, giocare a bowling con gli amici: sono questi i veri sacramenti di una vita serena. Altro che start-up e mindset imprenditoriale: il dudeista autentico sa che la felicità non si misura in KPI ma in strike.
Nel manifesto ufficiale si legge:
“La vita è corta e complicata e nessuno sa cosa farci. Quindi non fare niente. Prendila con calma. Smettila di preoccuparti così tanto di andare in finale. Rilassati con qualche amico e qualche soda d’avena… e sia che fai strike o gutter, resta te stesso.”
E in un’epoca in cui la produttività è diventata la nuova divinità, questa è forse la più rivoluzionaria delle prediche.
Le Sacre Scritture e le Festività del Drugo
Come ogni religione degna di rispetto (o di un buon bar), anche il Dudeismo ha le sue ricorrenze liturgiche. Il 6 marzo, The Day of the Dude, è il capodanno spirituale del movimento: la data in cui Il grande Lebowski arrivò nelle sale. Ma non mancano festività per ogni stato d’animo o scusa per alzare un bicchiere.
Si parte il 1° gennaio con l’Happy Dude Year (“non fare propositi, amico, che poi tocca mantenerli”), si brinda al Day of the Dude con un White Russian d’ordinanza, e si chiude l’anno con il Dudeistmas, la versione rilassata del Natale. In mezzo, troviamo gemme come il Take It Easyster (la Pasqua del relax), l’Indudependence Day (per liberarsi da tutto ciò che opprime, compresi i capi ufficio), e il Melloween, che celebra i defunti con una birra e una risata, non con lacrime e paura.
Insomma: un calendario più rilassato di un’amaca alle Maldive.
Una fede senza prediche (ma con molti cocktail)
Nel Dudeismo non ci sono peccati, solo cattive vibrazioni. Non esistono dogmi, ma battute. Non c’è inferno, se non quello di chi si prende troppo sul serio. E se vuoi diventare prete dudeista, puoi farlo in cinque minuti — magari prima di una partita di bowling o durante la pausa caffè. Perché l’unico sacramento richiesto è la coerenza con se stessi: take it easy, man.
Certo, qualcuno potrà sorridere all’idea di una religione nata da un film cult e basata su un personaggio che vive di sussidi, alcol e ironia. Ma in fondo, come direbbe il Drugo, “quella è solo, tipo, la tua opinione, fratello.” E forse è proprio questa libertà di non prendersi mai troppo sul serio che rende il Dudeismo la filosofia più contemporanea di tutte.
L’eredità del Drugo (e del suo tappeto)
A più di venticinque anni dall’uscita del film, Il grande Lebowski è diventato molto più di una pellicola di culto: è un manuale di sopravvivenza esistenziale per un mondo che ha perso il senso del ritmo. E se ci pensiamo bene, il Drugo è l’ultimo vero eroe postmoderno: un uomo che non cerca la gloria, non vuole cambiare il mondo, e che tuttavia lo cambia proprio grazie al suo disinteresse.
Nel caos dei social, della politica e dei trend tossici, il Dudeismo ci ricorda una verità semplice: rilassati, perché nessuno sa davvero cosa sta facendo. E forse, proprio accettando questa caotica assurdità con un sorriso e un bicchiere in mano, possiamo trovare un po’ di pace.
Come direbbe lui, con la calma di chi ha capito tutto:
“A volte sei tu che mangi l’orso, a volte è l’orso che mangia te.”
L’importante è restare Drugo.











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