Amici nerd, preparatevi a ricalibrare i vostri paradigmi videoludici. Dimenticate l’adrenalina cieca degli shooter e preparatevi a un viaggio che non è solo un gioco, ma una vera e propria meditazione interattiva sulla natura dell’esistenza. Stiamo parlando di Dreams of Another, l’ultima, visionaria fatica di Baiyon, la mente artistica e multimediale già celebre per aver partorito l’indimenticabile PixelJunk Eden, in collaborazione con Q-Games. Questo titolo non si limita a infrangere le regole del genere sparatutto; le riscrive completamente con un atto poetico di logica inversa. In questo universo effimero e sognante, l’atto stesso di sparare non distrugge, ma crea. Il fuoco diventa un gesto artistico, un inno alla trasformazione, un mezzo per generare significato e nuove possibilità dalla rovina stessa. È un concetto audace, denso di simbolismo, che ci costringe a guardare il nostro ruolo di giocatori non più come quello di guerrieri, ma di forze generatrici. In sintesi: distruggete per costruire. “Senza distruzione non c’è creazione” non è un semplice slogan pubblicitario, ma il principio estetico, narrativo e ludico su cui poggia l’intera esperienza.
Il Mondo Sospeso: Tra Cloud di Punti e Filosofia Esistenziale
L’universo che attraversiamo in Dreams of Another non è un territorio da conquistare, ma un enigma da decifrare. È costruito interamente con la tecnologia point cloud, trasformando lo spazio digitale in una nebbia vibrante e mutevole di punti luminosi e particelle sospese. Ogni scenario è un paesaggio effimero in continua dissoluzione e ricomposizione, una tela digitale che risponde come un organismo vivente a ogni nostra azione. Ogni proiettile, anziché lasciare un vuoto, genera nuova materia, alterando dinamicamente l’equilibrio del mondo.
Dietro questa estetica mesmerizzante si nasconde un cuore narrativo altrettanto stratificato, che interroga i confini tra arte e videogioco, realtà e sogno, distruzione e rinascita. I protagonisti sono figure quasi archetipiche: L’Uomo in Pigiama e Il Soldato Errante. Questi personaggi enigmatici si muovono tra i frammenti di un mondo in dissoluzione, impegnati in dialoghi che spaziano dal poetico all’ironico, conferendo un tono esistenziale alla narrazione. Ma l’umanità non è sola a riflettere sul senso della vita; in Dreams of Another, tutto è senziente: porte parlanti, alberi pensanti e persino lampade che filosofeggiano sull’esistenza. Questa costante interazione tra umanità e oggetti animati crea un gioco continuo di rimandi tra materia e coscienza, sogno e creazione.
Il Gameplay Meditativo: La Creazione è l’Enigma
A prima vista, Dreams of Another si presenta come un action in terza persona, ma la sua essenza è una dirompente ribaltamento concettuale. Qui, sparare non è un mezzo per avanzare sconfiggendo nemici, ma il metodo primario per risolvere gli enigmi ambientali. Ogni colpo materializza porzioni di mondo: piattaforme, strutture, ponti, passaggi e perfino esseri viventi. Il giocatore si trasforma in una forza generatrice il cui compito è ricostruire ciò che è stato spezzato.
Questa dinamica trasforma l’esperienza in qualcosa di profondamente meditativo, dove l’azione aggressiva dello sparo coesiste con la contemplazione. Gli enigmi richiedono un approccio creativo e non distruttivo: bisogna generare un ponte dove prima non c’era nulla, attivare meccanismi plasmandoli con la materia-luce o creare nuovi sentieri. La fisica fluida del mondo point cloud reagisce alle nostre scelte con una sensibilità che evoca tanto la pittura digitale quanto la musica ambient. Non è eccessivo affermare che ogni colpo è una nota e ogni costruzione una sinfonia visiva.
Una Sinfonia Sinestetica di Luce e Suono
Il comparto artistico di Dreams of Another è un vero e proprio manifesto di contaminazione tra linguaggi. Baiyon non ha curato solo il game design, ma anche la colonna sonora: un tappeto sonoro di elettronica rarefatta e melodie che si fondono con i rumori del mondo stesso. Il risultato è un’esperienza sinestetica: il suono si fa luce, la luce si traduce in movimento, e il movimento a sua volta modella lo spazio.
L’estetica point cloud non è solo una scelta tecnica, ma un atto di poetica. Ogni scena è composta da migliaia di particelle che vibrano, si disgregano e si ricompongono in un ciclo costante di morte e rinascita visiva, ricordando le sculture digitali e le installazioni di arte contemporanea di artisti come Refik Anadol. In questo contesto, l’arte generativa diventa il cuore del gameplay, elevando il gioco a vera e propria filosofia interattiva.
Immersioni Profonde: Tra PS VR2 e Filosofia del Gioco
Per chi cerca la massima immersione, la piena compatibilità con PS VR2 promette di amplificare la sensazione di abitare questo mondo effimero, trasformando ogni sparo e movimento in un atto creativo che lascia una traccia tangibile nello spazio virtuale. Nel frattempo, l’ottimizzazione per PS5 Pro garantisce una risoluzione avanzata che esalta ogni dettaglio infinitesimale delle nuvole di punti, offrendo una resa visiva che oscilla tra il pittorico e il metafisico.
Non sorprende che la critica abbia etichettato Dreams of Another come un “esperimento artistico travestito da videogioco”. Giocare è come partecipare a una performance: ogni partita è irripetibile, ogni gesto genera un risultato unico, e ogni creazione porta con sé un frammento di senso personale. Il confine tra videogioco e arte contemporanea si dissolve, lasciando al giocatore una profonda emozione introspettiva.
Dreams of Another non è un titolo per tutti. Chiede attenzione, tempo e una sensibilità disposta ad abbandonarsi al suo ritmo ipnotico e contemplativo. Ma per coloro che accettano la sfida, Baiyon e Q-Games consegnano una delle opere più evocative dell’anno, un manifesto artistico che usa il linguaggio videoludico per esplorare l’equilibrio tra caos e armonia. Dopotutto, in ogni frammento che si dissolve, come ci insegna il gioco, c’è già la promessa di un nuovo mondo che sta per nascere.
Qual è l’opera nerd (videogioco, fumetto o film) che, a tuo avviso, riesce meglio a fondere arte e gameplay o narrazione in modo così inaspettato?











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