Nel 2024, il mondo degli anime e dei manga ha subito una perdita incolmabile con la scomparsa del leggendario creatore Akira Toriyama. A distanza di un anno dalla sua morte, Dragon Ball Daima, appena concluso si è rivelato non solo come l’ultimo progetto supervisionato dal maestro, ma anche come un’opera che cerca di omaggiare il suo stile unico. Tuttavia, il risultato finale ha diviso il pubblico: Daima è stato un degno tributo o un’occasione mancata?
Una Serie tra Celebrazione e Nostalgia
Il lancio di Dragon Ball Daima ha assunto un significato del tutto particolare. Ciò che inizialmente doveva essere una celebrazione per il 40º anniversario del franchise si è trasformato in un’eredità lasciata dallo stesso Toriyama, il quale ha supervisionato la storia, i design e le ambientazioni fino alla sua scomparsa. Prodotto da TOEI Animation, l’anime ha cercato di recuperare le atmosfere dell’era classica di Dragon Ball, con un’estetica ispirata agli anni ’90 e una narrazione più avventurosa e leggera rispetto alle recenti saghe di Dragon Ball Super. La premessa narrativa ha introdotto un elemento inaspettato: Goku e altri personaggi storici della serie sono stati trasformati in bambini a causa di una maledizione oscura. Questo escamotage ha ricordato a molti Dragon Ball GT, ma Daima ha cercato di distanziarsi con un’ambientazione più variegata e un uso sapiente del bastone Nyoi-Bō, uno degli elementi classici del primo Dragon Ball.
Una Nuova Avventura… ma Non Troppo Convincente
L’idea di un viaggio per spezzare una maledizione e affrontare entità demoniache ha offerto spunti interessanti, ma la narrazione non è stata sempre all’altezza delle aspettative. Dopo un inizio promettente, la serie ha sofferto di un ritmo altalenante, con una parte centrale affossata da troppi episodi filler che poco hanno contribuito alla crescita dei personaggi.
La minaccia principale, rappresentata dall’antagonista Gomah, non è riuscita a imporsi come un vero pericolo all’altezza di Freezer o Cell, risultando un villain piuttosto anonimo. Tuttavia, alcuni momenti hanno risvegliato l’entusiasmo del pubblico, come la reintroduzione del Super Saiyan 4, adattato in chiave moderna, e il debutto ufficiale del Super Saiyan 3 Vegeta, una forma tanto attesa dai fan.
L’Animazione: Il Punto di Forza di Daima
Uno degli aspetti più apprezzati è stato il comparto tecnico. TOEI Animation ha investito risorse notevoli per rendere le animazioni fluide e spettacolari, soprattutto durante le scene di combattimento. Gli scontri sono stati coreografati con cura, con un mix di tecniche classiche e moderne, e il risultato visivo è stato senza dubbio tra i migliori della saga recente.
Tuttavia, l’uso del 3D ha suscitato pareri discordanti. Sebbene alcune sequenze abbiano beneficiato della computer grafica, altre hanno mostrato una resa meno convincente, creando un contrasto tra i vari episodi. L’intento di combinare nostalgia e innovazione è stato evidente, ma non sempre è riuscito a soddisfare tutti i gusti.
Nuovi Personaggi: Occasioni Perse
Uno degli aspetti più critici di Dragon Ball Daima è stata la gestione del nuovo cast. Se da un lato alcuni personaggi, come la piccola Pansy, hanno avuto il potenziale per diventare figure memorabili, dall’altro molti nuovi volti sono rimasti piatti e poco sviluppati. Il villain Gomah, ad esempio, non ha avuto il carisma necessario per lasciare un’impronta duratura nella storia del franchise.
Un’altra criticità è stata la gestione degli antagonisti secondari. Degesu e Arinsu, che inizialmente sembravano avere un ruolo di rilievo, sono stati relegati a semplici macchiette, mentre il duo Majin Duu e Kuu ha funzionato meglio grazie a un mix di comicità e combattimenti dinamici.
Un Omaggio a Toriyama… o un Pretesto per il Merchandising?
Molti fan si sono chiesti se Dragon Ball Daima sia stato davvero pensato come un tributo a Toriyama o se sia stato un progetto nato principalmente per supportare il merchandising. L’introduzione di nuove trasformazioni e varianti dei personaggi ha fatto pensare più a una strategia commerciale per vendere action figure che a un vero e proprio sviluppo narrativo.
Nonostante questo, l’anime ha avuto momenti di sincera emozione, con alcuni richiami alla Dragon Ball originale che hanno scaldato il cuore dei fan di lunga data. Tuttavia, la sensazione generale è che la serie abbia faticato a trovare un’identità propria, rimanendo schiacciata tra il desiderio di innovare e la paura di allontanarsi troppo dalle aspettative del pubblico.
Un Addio Imperfetto, ma con il Cuore
Dragon Ball Daima non è stato il capolavoro che avrebbe potuto essere. È stato un esperimento interessante, con un’animazione curata e momenti di grande spettacolo, ma anche con una trama incostante e personaggi dimenticabili. Nel contesto della scomparsa di Akira Toriyama, questa serie rappresenta comunque un ultimo saluto alla sua creatività. Non è il miglior Dragon Ball, ma è un’opera che, nel bene e nel male, porta avanti la sua eredità. Per i fan, resta un’esperienza nostalgica con qualche momento di pura magia, sebbene non sempre all’altezza delle aspettative.
Alla fine, la vera domanda è: Dragon Ball Daima sarà ricordato come un degno omaggio a Toriyama o come un esperimento dimenticabile? La risposta dipenderà da cosa cerchiamo in Dragon Ball: se il puro divertimento e l’azione frenetica, Daima riesce nel suo intento. Se, invece, cerchiamo una storia solida e indimenticabile, forse resteremo con l’amaro in bocca.
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