C’è qualcosa in Devilman che continua a tormentarci, a chiamarci dal profondo del nostro inconscio nerd. Una figura iconica, nera come la notte e rossa come il sangue, che urla la propria condanna al cielo mentre il mondo brucia intorno a lui. No, non è solo un manga. È un grido disperato, un manifesto di follia e poesia che ha rivoluzionato l’intera cultura pop nipponica. E ora, grazie a Devilman – La Saga Demoniaca, il nuovo saggio pubblicato da Nippon Shock Edizioni e scritto da Jacopo Mistè, abbiamo finalmente un compendio critico e appassionato che ci accompagna per mano all’inferno, ma con la lucidità di un accademico che conosce ogni girone a memoria.
Questo libro è molto più di un semplice omaggio. È un’autopsia amorevole su un cadavere narrativo che pulsa ancora. Devilman, nato dalla mente geniale e inquieta di Gō Nagai nel 1972, è un’opera che ha squarciato le barriere tra horror, azione e riflessione esistenziale. Mistè lo sa bene, e ce lo dimostra con un saggio che si muove con disinvoltura tra le origini dell’opera, i suoi mille volti – dal manga originale agli anime, dai film alle versioni alternative – e le sue radici simboliche, religiose e culturali. Il risultato? Un volume che è al tempo stesso guida e tributo, saggio e confessione, studio e dichiarazione d’amore.
Ma attenzione: Devilman – La Saga Demoniaca non è solo per i fan incalliti. Mistè riesce in un’impresa che pochi riescono a compiere con stile: rendere accessibile un contenuto denso e stratificato, senza mai rinunciare alla profondità. Il suo linguaggio è chiaro ma rigoroso, il tono è appassionato ma mai cattedratico. Insomma, ti senti come se un amico super esperto ti stesse raccontando, tra una birra e l’altra, tutto quello che c’è da sapere sul mondo di Akira Fudō, Amon, Satan e compagnia dannata.
E non mancano certo le chicche nerd. Dai riferimenti culturali e filosofici nascosti tra le tavole del manga, ai legami con la storia del Giappone postbellico, fino alle contaminazioni con il cinema e la narrativa occidentale. Una sezione davvero interessante è quella dedicata alla ricezione dell’opera in Occidente, una parte troppo spesso trascurata ma fondamentale per comprendere il culto internazionale che ruota attorno a Devilman, specialmente dopo il successo del reboot Devilman Crybaby su Netflix.
Mistè, già autore apprezzato di saggi su super robot e sulla figura leggendaria di Yoshiyuki Tomino e Gundam, conferma qui la sua capacità di raccontare il Giappone pop come un territorio mitico, fatto di eroi spezzati e apocalissi annunciate. E in fondo Devilman è proprio questo: un racconto di distruzione e redenzione, di identità e alterità, di amore che non salva ma condanna. Un classico che, più che invecchiare, si fa sempre più necessario.
Il volume è realizzato in un elegante formato 17×24, con 219 pagine fitte di contenuti che valgono ogni centesimo dei suoi 21,90 euro. È già disponibile in tutte le migliori fumetterie italiane e sul sito ufficiale di Nippon Shock Edizioni, mentre per chi preferisce le librerie generaliste, l’appuntamento è a ottobre 2025.
Se amate Devilman, questo libro è un atto dovuto. Se non lo conoscete ancora, è la porta perfetta per entrare in uno degli universi narrativi più potenti, disturbanti e attuali della storia del manga. Leggerlo è un po’ come diventare demoni: si perde qualcosa di umano, ma si guadagna uno sguardo nuovo sul mondo.
E tu? Sei pronto a scendere all’inferno con Jacopo Mistè e il suo Devilman – La Saga Demoniaca? Raccontaci la tua esperienza con l’Uomo Diavolo nei commenti o condividi questo articolo sui tuoi social preferiti: Twitter, Instagram, Mastodon, quel che vuoi… ma non restare in silenzio. Perché nel mondo di Devilman, il silenzio è il vero mostro.
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