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Matrix Revolutions: il finale della trilogia che delude e confonde

Matrix Revolutions è il terzo e ultimo capitolo della saga di fantascienza creata dai fratelli Wachowski, che ha rivoluzionato il genere con il primo film del 1999. Il film si propone di concludere la storia di Neo (Keanu Reeves), l’eletto che deve salvare l’umanità dalla schiavitù delle macchine, e della guerra tra Zion, l’ultima città umana, e le Sentinelle, gli spietati robot che la minacciano. Tuttavia, il film non riesce a soddisfare le aspettative dei fan e a offrire una conclusione degna della trilogia, risultando confuso, pretenzioso e poco emozionante.

Il film si apre con Neo intrappolato in una sorta di limbo tra il mondo reale e la Matrix, la realtà virtuale in cui vivono inconsapevolmente la maggior parte degli esseri umani. Qui incontra il Programmatore (Bruce Spence), il creatore della stazione di transito, che gli rivela che per uscire deve raggiungere la Sorgente, il cuore della Matrix, dove lo aspetta l’Arcitetto (Helmut Bakaitis), il suo progettista. Nel frattempo, Morpheus (Laurence Fishburne), Trinity (Carrie-Anne Moss) e Seraph (Collin Chou) si recano dall’Oracolo (Mary Alice), che ha cambiato aspetto dopo la morte dell’attrice Gloria Foster, per scoprire dove si trova Neo. L’Oracolo li indirizza verso il Merovingio (Lambert Wilson), il potente trafficante di informazioni, che tiene prigioniero il Programmatore. Dopo uno scontro con i suoi scagnozzi, tra cui il temibile Gemelli (Neil e Adrian Rayment), i nostri eroi riescono a liberare il Programmatore e a portare Neo alla Sorgente. Qui, Neo scopre che il suo nemico, l’agente Smith (Hugo Weaving), si è moltiplicato a dismisura, infettando ogni programma e ogni umano connesso alla Matrix, e che ora minaccia di distruggere sia il mondo virtuale che quello reale. L’Arcitetto gli offre una scelta: o seguire il percorso stabilito dalle precedenti versioni dell’eletto, e cioè scegliere 23 individui da preservare per ricreare Zion dopo la sua inevitabile distruzione, oppure ribellarsi al suo destino e tentare di fermare Smith, a costo di sacrificare tutta l’umanità. Neo, mosso dal suo amore per Trinity, sceglie la seconda opzione e parte con la sua amata verso la città delle macchine, chiamata 01, per proporre una tregua e affrontare Smith nell’ultima battaglia. Nel frattempo, a Zion, i pochi umani rimasti si preparano a difendersi dall’attacco delle Sentinelle, che hanno perforato la cupola che protegge la città. Il comandante Lock (Harry Lennix) dispone le sue forze, composte da giganteschi robot armati di mitragliatrici, per contrastare l’invasione, ma le sue speranze sono poche. Solo il capitano Niobe (Jada Pinkett Smith), che guida la nave Logos, e il capitano Roland (David Roberts), che guida la nave Mjolnir, credono ancora nella missione di Neo e decidono di aiutarlo a raggiungere 01, sfidando un campo minato di bombe e di Sentinelle. Dopo aver perso Trinity, uccisa da una trave di metallo, Neo riesce a incontrare il capo delle macchine, chiamato Deus Ex Machina, e a offrirgli la sua vita in cambio della pace. Il capo accetta e invia una scarica di energia a Neo, che lo collega alla Matrix e gli permette di affrontare Smith in un duello finale. Neo, capendo di non poter vincere, si lascia infettare da Smith, che così diventa uguale a lui. A questo punto, le macchine distruggono il corpo di Neo, e con esso tutti i cloni di Smith, che esplodono in una cascata di luce. La guerra è finita, la pace è raggiunta, la Matrix è resettata. Morpheus e Niobe si abbracciano, l’Oracolo e il Programmatore si riconciliano, e un nuovo giorno sorge sul mondo.

Matrix Revolutions è un film che delude sotto molti aspetti. Innanzitutto, la trama è confusa e piena di buchi logici, che rendono difficile seguire e capire le motivazioni dei personaggi e le conseguenze delle loro azioni.

Il film sembra ignorare o contraddire molte delle idee e dei temi introdotti nei precedenti capitoli, come il concetto di scelta, di libero arbitrio, di destino, di realtà e di illusione. Il film si limita a ripetere gli stessi dialoghi criptici e filosofici, senza approfondirli o svilupparli. Inoltre, il film trascura lo sviluppo dei personaggi, che appaiono piatti, stereotipati e privi di carisma. I protagonisti, Neo e Trinity, sono ridotti a due innamorati che si scambiano frasi sdolcinate e si sacrificano l’uno per l’altra, senza mostrare alcuna sfumatura o evoluzione. Gli altri personaggi, come Morpheus, Niobe, l’Oracolo, il Merovingio, sono relegati a ruoli marginali e insignificanti, mentre i nuovi personaggi, come il Programmatore, l’Arcitetto, il capo delle macchine, sono poco caratterizzati e poco interessanti. Infine, il film delude anche dal punto di vista dell’azione e dello spettacolo. Se il primo Matrix aveva stupito con le sue innovative scene di combattimento, che mescolavano arti marziali, effetti speciali e il celebre bullet time, il terzo film offre solo sequenze ripetitive, esagerate e noiose, che non riescono a coinvolgere lo spettatore. La battaglia tra Zion e le Sentinelle è una lunga e monotona sparatoria, che ricorda troppo i film di guerra o di fantascienza più convenzionali. Il duello tra Neo e Smith è una sfida di superpoteri, che li vede volare, lanciare fulmini e distruggere edifici, ma che non ha nulla a che fare con lo stile e l’atmosfera della saga. Il film si conclude con un finale aperto e ambiguo, che lascia molti interrogativi irrisolti e che non offre una vera chiusura alla storia. Matrix Revolutions è un film che non mantiene le promesse fatte dai suoi creatori e che non rende giustizia alla trilogia che ha segnato la storia del cinema di fantascienza. Il film è un fallimento sia dal punto di vista narrativo che visivo, che tradisce lo spirito e la magia del primo film e che non riesce a emozionare e a coinvolgere lo spettatore. Il film è un esempio di come una saga di successo possa essere rovinata da una sceneggiatura scadente, da una regia superficiale e da un eccesso di effetti speciali.

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