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Cristo Velato: la scultura più misteriosa del mondo

Il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino è senza dubbio una delle meraviglie più enigmatiche e affascinanti del panorama artistico mondiale. Situato nella Cappella Sansevero a Napoli, questo capolavoro marmoreo continua ad attrarre ogni anno migliaia di visitatori, incantati dalla sua straordinaria bellezza e dalle leggende che lo circondano. La scultura rappresenta il corpo di Gesù Cristo avvolto in un velo di marmo talmente sottile da sembrare quasi reale. L’abilità di Sanmartino nello scolpire il marmo con un dettaglio così meticoloso ha conferito all’opera un carattere unico, capace di stupire e affascinare chiunque lo osservi. La trasparenza del velo, che avvolge il corpo di Cristo, è racconto da rivelare le forme ei dettagli sottostanti, trasmettendo un’intensa sensazione di realismo e di dolore.

Il Cristo Velato ha dato origine a numerose leggende nel corso dei secoli. Una delle più popolari suggerisce che la scultura non sia altro che il corpo marmorizzato del Principe di Sansevero, Raimondo di Sangro. Tuttavia, studi scientifici hanno confermato che l’opera è completamente scolpita nel marmo, senza l’uso di tecniche alchemiche o magie. Nonostante ciò, la leggenda del velo marmoreo rimane viva e affascinante, alimentando il mistero che circonda la scultura.

Raimondo di Sangro, il committente dell’opera, aveva inizialmente previsto la collocazione della scultura nel mausoleo di famiglia situato sotto la Cappella, spazio oggi occupato dalle Macchine Anatomiche. Un piastrone di pietra indica il punto preciso dove la statua avrebbe dovuto essere posizionata. Inizialmente, l’incarico di realizzare il Cristo Velato era stato affidato allo scultore Antonio Corradini, ma la sua morte prematura lo costrinse a lasciare solo un bozzetto in terracotta, oggi custodito presso il Museo Nazionale di San Martino. La commissione passò quindi a Giuseppe Sanmartino, che ricevette l’ordine di realizzare una statua di marmo a grandezza naturale, con il compito di scolpire “un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”.

Sanmartino, con maestria eccezionale, scolpì il corpo di Cristo, disteso su un materasso di marmo. Il velo trasparente che copre il corpo si adatta perfettamente alle sue forme, permettendo di scorgere i segni del martirio e della sofferenza. Ai piedi della scultura, l’artista ha scolpito anche gli strumenti del supplizio: la corona di spina dorsale, una tenaglia e dei chiodi, aggiungendo ulteriori dettagli alla narrazione della Passione.

Matilde Serao, nota scrittrice e grande ammiratrice della scultura, ha descritto il Cristo Velato con parole che catturano la sua magnificenza e la sua drammaticità. Sulla base di un largo piedistallo, giace il Cristo morto, scolpito con tale realismo da sembrare un uomo in carne e ossa. Serao esalta il lenzuolo di marmo che avvolge il corpo, un velo che non nasconde ma al contrario mostra le ferite e il dolore, un drappeggio morbido e trasparente che addolcisce lo spasimo.

La firma dello scultore, apposta sul retro del piedistallo, recita: “Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753”, confermando l’autenticità dell’opera e l’abilità dell’artista napoletano.

La leggenda del velo ha dato vita a storie affascinanti, tra cui quella secondo cui il principe Raimondo di Sangro avrebbe insegnato a Sanmartino una tecnica alchemica per trasformare il tessuto in marmo. Questa storia, sebbene affascinante, non ha trovato conferma nei documenti storici. Le analisi scientifiche e le lettere dell’epoca confermano che il velo è stato realizzato dallo stesso blocco di marmo della statua, senza alcun espediente alchemico.

Nel corso dei secoli, numerosi estimatori hanno ammirato il Cristo Velato. Tra questi, si racconta che Antonio Canova fu così colpito dall’opera da desiderare di poterla chiamare sua e tentò addirittura di acquistarla. Altri estimatori illustri includono il marchese de Sade, Riccardo Muti, Héctor Bianciotti e il poeta siriano Adonis, tutti colpiti dalla bellezza e dalla maestria della scultura. Nel 2008, la regione Campania scelse il volto del Cristo per rilanciare l’immagine di Napoli, e nel 2021, il regista Abel Ferrara ha recitato testi di Gabriele Tinti di fronte alla scultura per celebrare il 250º anniversario della morte di Raimondo di Sangro.

La visita alla Cappella Sansevero e alla scultura del Cristo Velato è un’esperienza che va al di là della semplice osservazione artistica; è un viaggio attraverso la storia, l’arte e il mistero. Se ti trovi a Napoli, non perdere l’opportunità di visitare la Cappella Sansevero e ammirare il Cristo Velato. La cappella è aperta tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle 9 alle 19. Situata vicino alla fermata della metropolitana di Piazza Dante, la Cappella può essere soggetta a lunghe code, quindi è consigliabile visitarla al mattino presto o in tarda serata per evitare le ore di punta. Assicurati di avere abbastanza tempo per esplorare la cappella e ammirare le altre opere d’arte che ospita, immergendoti nella suggestiva atmosfera di uno dei tesori più straordinari dell’arte mondiale.

Foto di David Sivyer

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