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Quando il palco diventa cosplay: l’arte che si crea e si viva conquista i concerti

C’è qualcosa di magico che sta accadendo nei concerti degli ultimi anni. Qualcosa che va ben oltre il semplice entusiasmo di ascoltare la propria band del cuore dal vivo, tra luci abbaglianti e cori infuocati. È un fenomeno che profuma di stoffa, di lustrini, di parrucche e make-up impeccabili. È il cosplay musicale, la nuova frontiera dell’espressione nerd-pop che sta conquistando palchi, fan e social in un’esplosione di creatività e passione. E sì, lo ammetto: è qualcosa che mi fa battere il cuore.

Perché, diciamocelo, chi di noi non ha mai sognato di essere per una sera Taylor Swift nella sua era “Red”, o un membro dei BTS nel pieno di “Dynamite”, magari con quelle giacche sbrilluccicanti che sembrano uscite da un musical futuristico coreano? Il punto è che sempre più fan stanno trasformando i concerti in vere e proprie sfilate pop-culturali, dove il confine tra chi guarda e chi si esibisce si fa sempre più labile. Ed è bellissimo.

Il cosplay, quello che un tempo viveva quasi esclusivamente tra gli stand delle fiere del fumetto, i corridoi delle convention e gli spazi alternativi degli eventi nerd, ha trovato un nuovo habitat naturale: il palco, o meglio, la platea sotto il palco. Non è più raro, anzi è sempre più comune, vedere intere tribù di fan presentarsi ai concerti vestiti come il loro idolo. E non in modo approssimativo, ma con una cura maniacale del dettaglio che farebbe invidia ai migliori cosplayer di sempre.

Pensiamo solo a ciò che accade durante i concerti di Taylor Swift, quelli dell’Eras Tour. I fan – che ormai sono veri e propri performer a loro volta – si presentano con outfit che replicano in modo chirurgico i look delle varie “Ere” di Taylor: dai vestiti romantici di “Fearless” ai glitter spaziali di “1989”, passando per gli abiti dark di “Reputation”. È come entrare in un multiverso swifteriano, dove ogni look racconta una storia e ogni fan è protagonista del proprio capitolo personale. Un fenomeno che va ben oltre la moda: è storytelling visivo, è identità condivisa, è affetto che si manifesta attraverso l’arte del travestimento.

E non sono solo gli Swifters. I concerti dei BTS, del resto, sono ormai leggendari anche per l’impatto visivo generato dal pubblico. Le loro fan – ARMY, se vogliamo usare il nome corretto – indossano completi ispirati ai videoclip del gruppo. I colori, le silhouette, le stampe: tutto è studiato nei minimi dettagli. Si passa dalle giacche sgargianti di “Dynamite” ai toni cupi e intensi di “Fake Love”, in una vera e propria danza di riferimenti visivi che celebra l’universo narrativo della band.

Un altro esempio eclatante? I concerti di Pitbull. Sì, proprio lui: Mr. Worldwide. Qui i fan si trasformano letteralmente nel loro idolo calvo, sfoggiando calotte finte, occhiali da sole d’ordinanza e completi eleganti. È un omaggio ironico e affettuoso, che fa ridere ma anche riflettere su quanto il pubblico desideri sentirsi parte di qualcosa di più grande. Non è travestimento fine a sé stesso, è partecipazione attiva. È appartenenza.

Ma perché sta succedendo tutto questo proprio ora?

Come ha ben approfondito il magazine “Il Post“, la risposta è nel bisogno profondo, quasi viscerale, di esprimersi. Dopo anni di isolamento, di schermi freddi, di concerti annullati e sogni sospesi, abbiamo fame di esperienze autentiche e condivise. E il cosplay – musicale o meno – è un modo potente per urlare al mondo: “Eccomi! Questa sono io, e questo è ciò che amo!”. È un linguaggio visivo che racconta storie, passioni, sogni. È il nostro modo di lasciare un’impronta, anche solo per una sera.

I social hanno fatto il resto. Oggi ogni outfit diventa un contenuto da condividere. Instagram, TikTok, le stories su YouTube: ogni concerto è anche una vetrina, una passerella digitale dove il tuo look può diventare virale, magari essere ripostato dall’artista stesso. È un nuovo tipo di intimità tra fan e performer, un gioco di specchi in cui ognuno ha il proprio ruolo da recitare. E spesso sono proprio i cantanti a incoraggiare questa tendenza, chiedendo ai fan di vestirsi in un certo modo, o addirittura vendendo accessori e outfit “ufficiali” pensati apposta per il pubblico.

Non stiamo più parlando solo di sottoculture musicali. Questo cosplay diffuso ha rotto i confini e raggiunto un pubblico vastissimo, trasversale, trasgenerazionale. Dai fan di Beyoncé che ricreano i look di “Renaissance” con perle e cristalli, a quelli di Phoebe Bridgers che indossano tute scheletriche, la parola d’ordine è: essere parte dello show. Non più solo spettatori, ma attori della propria esperienza.

E se ci pensiamo bene, non è così diverso da ciò che accade in una convention. Lì, ci si traveste per rendere omaggio a un personaggio, per entrare in un universo narrativo. Qui, invece, si entra nell’universo musicale di un artista. È la stessa forma di amore, la stessa voglia di dire “Io ci sono. Io faccio parte di questo”. Cambia solo la colonna sonora.

In un’epoca in cui l’identità è sempre più fluida e performativa, dove ci raccontiamo anche attraverso l’abbigliamento, il cosplay musicale è diventato un rito. Un modo per fondere realtà e fantasia, per unire estetica e appartenenza, per trasformare un semplice evento musicale in una celebrazione collettiva. Una festa dei sensi e dell’immaginazione.

Quindi, la prossima volta che andrai a un concerto, non limitarti a cantare. Vivilo. Sii parte di quel mondo. Mettiti quel cappello glitterato, quel trench di pelle, quella parrucca viola che tanto ti ricorda il tuo videoclip preferito. Perché in fondo, il cosplay non ha più confini. È ovunque. Anche sotto i riflettori di un palco.

E ora tocca a te: sei mai stat* a un concerto indossando il look del tuo artista preferito? Hai mai provato quella scarica di adrenalina nel sentirti parte di qualcosa di grande, vestit* come nel tuo videoclip del cuore? Se sì, raccontacelo nei commenti, oppure condividi questo articolo su Instagram o TikTok mostrando il tuo outfit da concerto più epico. Noi del CorriereNerd.it non vediamo l’ora di vedere la tua interpretazione del cosplay musicale!

Dai nostri utenti

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Appassionati di cultura nerd, videoludica e cinematografica, i nostri utenti contribuiscono con articoli approfonditi e recensioni coinvolgenti. Spaziando tra narrativa, fumetti, musica e tecnologia, offrono analisi su temi che vanno dal cinema alla letteratura, passando per il mondo del cosplay e le innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Con competenza e curiosità, i loro articoli arricchiscono il panorama nerd e pop con uno stile appassionato e divulgativo, dando voce alle molte sfaccettature di queste passioni. Questi preziosi contributi, a volte, sono stati performati a livello testuali, in modalità "editor", da ChatGPT o Google Gemini.

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