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La prima stagione di Star Trek Discovery

Premesso che sono una novellina di Star Trek e che ho iniziato a seguirlo dai nuovi film. Inizialmente Star Trek in generale non mi attirava proprio, poi un mio collega mi ha convinta a guardare “almeno un episodio”, per poi passare a guardare qualche puntata spot di Star Trek Original Series e quasi tutto Next Generation. Contando di rimettermi in paro presto, mi sento comunque di fare qualche piccola analisi sulla nuova serie: Star Trek Discovery, e devo dire che ero scettica, molto scettica.

I Klingon: parto dalla cosa più criticata forse, i Klingon, molto cambiati nell’aspetto, quello che non mi ha convinto era il trucco e la voce orchesca che gli è stata attribuita, insomma mi pareva di star guardando Il Signore degli anelli. Tutti hanno parlato del fatto che i Klingon sono troppo aggressivi, ma non dimentichiamo che siamo un po’ indietro nel tempo e che comunque sono un popolo di guerrieri. Sono razza di guerrieri umanoidi la cui rappresentazione si è evoluta nei decenni, da iniziali avversari della Federazione dei pianeti uniti, fino alla versione più moderata di un popolo fiero con un’etica guerriera. Anche il loro aspetto non è rimasto uguale nel tempo, quindi c’è poco da dire su questo aspetto: con il crescere della popolarità, l’attenzione dei produttori passò nello sviluppo di effetti di make-up migliori, di una lingua klingon ufficiale e nell’esplorazione delle varie sfaccettature della loro società. I klingon furono introdotti nella serie classica del 1967 e il primo cambio nell’aspetto fu giustificato successivamente come causato da un virus.

Per esempio, nella realizzazione del primo film, Star Trek – The Motion Picture (1979), migliori tecniche di make-up, budget superiori e più tempo a disposizione portarono a ridisegnare l’aspetto dei Klingon, rendendoli molto più elaborati ed “alieni” rispetto alla serie originale.

L’aspetto dei Klingon in The Next Generation e nelle opere successive fu influenzato dalle precedenti caratteristiche facciali. Michael Westmore ritenne insufficienti le protesi craniali, si basò molto sul loro aspetto in The Motion Picture. Il tratto più distintivo fu il naso klingon che presentava una cresta in lattice e sembrava unirsi con la fronte in una struttura unica, dove la cresta sul naso continuava lungo la fronte, come appariva nei precedenti Klingon. Un’altra novità fu la dentatura: i denti klingon divengono scoloriti, rotti e irregolari.

In Star Trek: Enterprise (un secolo prima della serie originale), Rick Berman e Brannon Braga, reinventano i Klingon che tornarono a essere una razza fiera e antagonista, priva della comprensione e distensione politica vista in The Next Generation, Deep Space Nine e Voyager. Vennero mantenute le caratteristiche facciali adottate per quindici anni, a partire da The Next Generation. Le uniche novità estetiche furono delle clavicole ossute ben distinte.

Nella realtà alternativa dei film di J.J. Abrams, i Klingon compaiono brevemente in Into Darkness – Star Trek. Abrams volle che questa versione dei Klingon avesse qualcosa di originale. Venne così accentuata la parte superiore del capo, con la cresta che cominciava dalla fronte e proseguiva fin dietro la testa e su cui vennero aggiunti dei piercing o delle scarificazioni, che rappresentavano le vittorie ottenute in battaglia dal Klingon. Abrams afferma che, poiché nelle serie televisive avevano caratteristiche diverse, anche in questo film doveva essere così. Non vi è, però, un motivo preciso per cui appaiono in modo diverso rispetto alla serie originale.

Nella serie Discovery, venne deciso di rappresentare i Klingon privi di capelli, con delle cavità sensoriali simili a quelle dei pitoni che corrono dalla fronte fino al retro del capo, assieme ad una cresta ossea, pensati come un unico organo sensoriale sulla loro testa. I produttori vollero inoltre mostrare gli adattamenti di una razza divisa in ventiquattro Casate tramite una varietà di colori della pelle, diversi stili d’abbigliamento e variazioni nelle caratteristiche facciali. Il produttore Aaron Harberts ha dichiarato: “Noi introdurremo più casate, ognuna dotata di tratti distintivi diversi, in questo modo pensiamo che gli spettatori si appassionino più ai personaggi che al look”. Alex Kurtzman spiegò che venne deciso di mostrare cosa volesse dire per i Klingon affrontare la Federazione, spostando così la prospettiva sul loro punto di vista e non relegandoli al solito ruolo di cattivi.

Il Capitano: non mi piaceva molto per la sua “filosofia”, ma ora sappiamo tutti perché si comportava in un certo modo e quindi nulla, complimenti alla regia che ci ha fregati con il colpo di scena dell’Universo Specchio. Anche se effettivamente, il suo modo di fare, potrebbe benissimo non essere collegato alla questione specchio, stando anche alle dichiarazioni dell’attore circa il suo personaggio: Ricordatevi che tutto si svolge 10 anni prima di Kirk e della Prima Direttiva. La Federazione non è ancora maturata a quei livelli. E’ un periodo di guerra e di crisi. Devi avere a che fare con gente che ti spara addosso prima che tu possa pensare a quale canzone vuoi cantare attorno al fuoco. E’ la persona giusta per un incarico del genere, in tempi così difficili. Lorca cambia e cambia in quello che è e in quelle che sono le sue relazioni con gli altri. E non sono sicuro che, come ogni personaggio ben scritto, non sono sicuro che lo si possa definire facilmente. Come una qualsiasi persona reale.  La cosa strana è che questo capitano è andato contro alcune regole della direttiva, non evitando di sfruttare Stamets e il Tardigrado fino allo sfinimento per il proprio obiettivo: quello di tornare nell’Universo da cui proveniva e questo potrebbe effettivamente legarsi alle parole di Isaacs per quanto riguarda il collocamento temporale della serie. Inoltre ha tentato di tutto per vincere la guerra, Lorca si distingue dai capitani passati di Star Trek per essere molto più un soldato che un esploratore o uno scienziato: queste le parole dell’attore che lo ha interpretato: “Lorca è un capitano di guerra in una nave scientifica”,  “Le storie rifletteranno questa situazione e presenteranno un campo minato dal punto di vista etico.” E ancora: “È un capitano di guerra. Quello che mi piaceva di questa storia è che non era una cosa che avevamo già visto prima. Sta cercando di impedire che tutto venga distrutto”. Il suo approccio alla battaglia è deciso, senza risparmiare nulla al proprio equipaggio e deciso a correre ogni rischio pur di proteggere la Gagarin. Si vis pacem, para bellum ci porta direttamente in una battaglia, con la Discovery, corsa in aiuta della USS Gagarin attaccata da un gruppo di navi Klingon.

La serie è ambientata dieci anni prima degli eventi della serie originale di Star Trek, quindi un po’ mi ha disturbato il tutto troppo “moderno” rispetto a TOS. Però devo dire che gli effetti speciali sono molto belli, forse un po’ “troppi” ma molto belli. L’adeguamento stilistico dal punto di vista visivo è dettato dalla modernità dei tempi in cui ci collochiamo, ma la tecnologia resta sempre un po’ avveniristica, anche se il motore a spore mitiga un po’ la questione. Il produttore esecutivo Akiva Goldsman, però, risolve l’arcano rispondendo a chi gli chiede come si può spiegare la tecnologia avanzata della Discovery rispetto al canon e se questo può suggerire che la serie sia in realtà ambientata nella linea temporale Kelvin dei film prodotti da J.J. Abrams: “No, non siamo nella linea temporale Kelvin, che è un reboot della linea temporale originaria. Non facciamo parte di quel reboot, siamo nella linea temporale originaria, la stessa delle altre serie TV e dei film ad esse connessi. Siamo dieci anni prima della Serie Classica… Dove questi prototipi di nave come la Discovery – erano due prototipi, ora ne resta uno – rappresentano una variante tecnologica rispetto alla classe Constitution. Siamo perfettamente consapevoli di ogni cosa che appare come una deviazione rispetto al canon. Risolveremo ciascuna di queste deviazioni prima di arrivare a coprire interamente questo arco temporale di dieci anni che ci separa dalla TOS”. Una di queste deviazioni è stata riscontrata nel terzo episodio di Discovery, quando viene fatto un uso interno del teletrasporto da stanza-a-stanza (pratica che sembra troppo avanzata per il suo tempo). Secondo Anthony Rapp è qualcosa che Scotty potrebbe fare, oltretutto bisogna considerare che la USS Discovery è una nave più recente rispetto alla USS Enterprise. La showrunner Gretchen J. Berg racconta che questo particolare è stato oggetto di discussione: “Ne abbiamo parlato parecchio, perché sapevamo che sarebbe stato un po’ controverso. Alla fine abbiamo deciso che su quella nave, si può fare. Dato che Lorca è un tipo di capitano differente, fa cose che gli altri capitani non farebbero per evitare certi rischi.” Sarà, ma non sono ancora molto convinta. Non mi basta la giustificazione del fatto che per chi non ha visto la serie classica non c’è nulla si strano, né che siamo nel 2018 quindi tutto funziona a touchscreen. Non ce la faccio mi spiace.

Il cast mi è piaciuto, variegato, mi ha ricordato un po’ la scelta di personaggi di TOS. Anche se alcuni personaggi non sono stati nemmeno presentati, erano semplicemente presenti là. Non mi è piaciuto assolutamente, nell’ultimo episodio il bordello bondage che hanno inserito, ok il casinò, va bene tutto ma Amsterdam NO. Poi non so, mi ha ricordato vagamente Star Wars.

Infine, chi ha guardato l’ultimo episodio della serie Discovery , sicuramente si sarà emozionato nel vedere la scena finale. Tutti, anche quelli che non sono rimasti molto convinti dalla nuova serie, vedendo quella scena sono saltati dalla poltrona (o dal luogo in cui erano collocati in generale). In realtà lo sapevo già, quindi per me non è stata una sorpresa, anche se leggere quell’ NCC17 mi ha comunque strappato un sorriso.Ebbene sì, l’ultima scena ha mostrato l’arrivo a sorpresa della USS Enterprise. Si sperava tanto in un collegamento con la serie classica TOS e ieri, è inaspettatamente arrivato. Non parliamo poi della sigla di chiusura…

L’intero equipaggio aveva appena ricevuto le medaglie d’onore per aver contribuito a porre fine alla guerra con l’Impero Klingon, e la nave si sta dirigendo verso Vulcano con a bordo Sarek. Saru assume il ruolo di capitano per il viaggio e Burnham viene reintegrata con il grado di comandante.

Durante il viaggio ricevono però una chiamata di soccorso prioritaria da parte di una Flotta Stellare. Vengono salutati dal Capitano Pike, che Burnham riconosce come Capitano dell’Enterprise.

Parlando ad After Trek, il co-creatore Alex Kurtzman ha spiegato come in realtà si sia lavorato alla serie partendo proprio dal finale:

“L’intera stagione è un’opera di retro-ingegneria, siamo partiti fin dall’inizio sapendo dove volevamo arrivare alla fine. Dall’arco narrativo di Soneqa (Michael Burnham, NdR) e dalla creazione di un rapporto familiare con l’equipaggio di plancia, sapendo che l’Enterprise sarebbe comparsa proprio nell’ultimo frame, perché ovviamente dovevamo agli spettatori una risposta alla domanda ‘Perché Spock non ha mai menzionato la sua sorellastra?’. L’Enterprise promette di rispondere a questa domanda”

Parlando con IGNHarberts ha definito perché sia stata inserita l’Enterprise in questo momento e ha fatto alcune precisazioni su Star Trek Discovery:

“Sembrava stessimo infilandoci all’interno della timeline e del periodo della serie originale. Più pensavamo a questo, e più diventava lampante che le due navi (Discovery e Enterprise) esistevano nello stesso momento. E allo stesso iniziavamo a capire che, oh Burnham e Sarek sono legati, e Sarek è legato a Spock, e la nave su cui lui si trova è là fuori. Sin dai primi istanti sapevamo che avremmo inserito l’Enterprise, probabilmente perché la gente se lo sarebbe chiesto, e ce la avrebbero chiesta. Era una provocazione anche per noi, quindi abbiamo scelto di arrivare a quel punto, e raccontare quelle storie … E credo che l’altra domanda che spunta sempre sia su come la Discovery si inserisca nel canone di Star Trek. Far incrociare i cammini di Discovery e Enterprise è la nostra opportunità per continuare a raccontare questa storia e aggiornare gli spettatori su come le due navi possano convivere

In una intervista a VarietyKurtzman dichiara: 

“La serie si chiama Discovery. Non Enterprise. Quindi si, l’Enterprise sarà parte della seconda stagione, ma non metterà mai in ombra la Discovery. E credo che con l’arrivo dell’Enterprise nel finale sia un modo per riconoscere le perplessità degli spettatore sulla sincronicità con il canone. Ecco quindi la promessa di risposte che porta la presenza dell’Enterprise, compresa la relazione di Spock con la sorellastra che non ha mai nominato”.

I produttori di Star Trek Discovery hanno precisato che l’introduzione dell’Enterprise non significa necessariamente che vedremo Spock.

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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