Mi chiamo Erika, ho 32 anni e da quando ne avevo dodici sogno di viaggiare nel tempo con Crono, Marle e Lucca. Sono cresciuta guardando anime su MTV e giocando ai JRPG sul Super Nintendo rubato a mio fratello maggiore. Quando ho sentito parlare della presunta rivelazione di un remake di Chrono Trigger al Napoli Comicon, il cuore mi è letteralmente saltato in gola. Ma com’è possibile che un evento così eclatante possa essere stato soltanto frutto di un fraintendimento? Ripercorriamo insieme questa vicenda, tra speranze, malintesi e nostalgia.
Tutto è iniziato con un’apparizione molto attesa: Yuji Horii, leggendario game designer e padre della serie Dragon Quest, è salito sul palco del Comicon di Napoli come ospite d’onore. I fan, me compresa (anche se purtroppo non ero fisicamente lì), erano in trepidante attesa di qualche parola sul futuro dei suoi progetti storici, e nel silenzio della sala è bastata una frase per scatenare l’inferno: qualcuno ha capito che Horii avesse annunciato un remake di Chrono Trigger. Una notizia bomba, capace di mandare in tilt intere comunità online in poche ore.
Ma già nelle ore successive, quella che sembrava una rivelazione si è trasformata in un enigma. Nessuna fonte ufficiale, nessun comunicato di Square Enix, nessuna registrazione video a supporto dell’annuncio. Solo testimonianze confuse e una scena descritta come “surreale”, in cui Horii, dopo la presunta gaffe, si sarebbe coperto la bocca mentre il suo interprete cercava di rimediare con un ironico “non avete sentito niente”. Alcuni utenti giapponesi su Reddit hanno tradotto in modo più accurato la famigerata frase di Horii. A quanto pare, il maestro ha semplicemente raccontato un aneddoto su come nacque l’idea di Chrono Trigger: “Quando mi sono unito per la prima volta a Square e abbiamo iniziato a discutere della creazione di un gioco, parlammo di quale tipo di ambientazione avremmo dovuto usare: a me è sempre piaciuto il tempo, quindi Chrono Trigger è stato creato basandoci sul concetto di affrontare boss in qualunque era”. Una frase che scalda il cuore, ma che, purtroppo, non preannuncia nulla di nuovo. Lo staff del Comicon ha chiarito che si è trattato di un errore di traduzione: Horii non ha mai parlato di remake. Era solo una riflessione nostalgica sul passato, su come nacque Chrono Trigger e sul suo amore per i viaggi nel tempo come tema narrativo. Niente remake, nessun nuovo progetto annunciato, nessuna conferma ufficiale.
Eppure, qualcosa di quella scena resta. Perché, anche se si è trattato solo di una confusione linguistica, la sola idea ha riacceso una fiamma che non si è mai davvero spenta. Chi come me ha giocato a Chrono Trigger sa bene quanto quel titolo sia stato rivoluzionario. Pubblicato nel 1995 su Super Nintendo, è frutto di un incontro irripetibile: Hironobu Sakaguchi (il padre di Final Fantasy), Yuji Horii e il compianto Akira Toriyama per il design dei personaggi. A completare il quadro, le musiche evocative di Yasunori Mitsuda e Nobuo Uematsu. Un vero “dream team” che ha dato vita a uno dei giochi più influenti di sempre. La sua eredità, tra finali multipli, viaggi temporali e un sistema di combattimento dinamico, ha attraversato generazioni e piattaforme, rimanendo un punto di riferimento per chi ama i giochi di ruolo giapponesi. Ecco perché la sola ipotesi di un remake ha acceso le speranze dei fan. Negli ultimi anni, Square Enix ha dimostrato una certa sensibilità nel riportare alla luce i propri classici. Pensiamo al remake di Final Fantasy VII o a quello di Live A Live con la splendida tecnica HD-2D, una combinazione di pixel art e grafica moderna che sembrerebbe perfetta anche per Chrono Trigger.
Certo, un remake non è ancora all’orizzonte. Ma Square Enix non ha certo dimenticato il trentesimo anniversario del gioco: nel marzo scorso ha organizzato un livestream musicale, e in diverse interviste si è accennato a progetti legati all’espansione dell’universo narrativo del gioco, come anime, manga o nuovi arrangiamenti musicali. E qui, da appassionata di animazione giapponese, non posso non sognare: e se il futuro di Chrono Trigger fosse più vicino a Made in Abyss o Steins;Gate che al semplice reboot videoludico? Un anime che esplora nuovi archi narrativi, un manga disegnato da qualche astro nascente della Shonen Jump… le possibilità sono infinite.
Alla fine, questa vicenda ci ricorda quanto sia potente il desiderio collettivo. Bastano pochi secondi, un’interpretazione ambigua, e un intero fandom si mobilita, spera, sogna. Non è solo nostalgia, è un affetto profondo per un’opera che ci ha fatto crescere. Personalmente, continuo a credere che Chrono Trigger meriti una seconda vita. Ma anche se non dovesse arrivare domani, continuerò a custodirlo nella mia collezione di giochi, tra una statuetta di Sailor Moon e i miei volumi di Fullmetal Alchemist. E forse, un giorno, quel sogno prenderà forma davvero. Perché se il tempo è il tema centrale di Chrono Trigger, allora possiamo solo aspettare, con pazienza, che arrivi il suo momento.
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