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Castel Sant’Angelo

Il castello da sempre, nell’immaginario collettivo è un luogo fiabesco: ci vive il re e la sua regina, a volte un principe azzurro, altre una principessa infelice e (forse) da salvare… A Roma il Castello per eccellenza è Castel Sant’Angelo che non ha nulla a che fare con le fiabe, tanto meno con re e discendenti azzurri o rosa.

Castel Sant’Angelo nasce nel 123 d.C. come sepolcro per l’imperatore Adriano e la sua famiglia e da subito il suo destino è atipico, difatti mentre tutti gli altri monumenti di epoca romana vengono travolti, ridotti a rovine o a cave di materiali di spoglio da riciclare in nuovi e moderni edifici, il Castello attraverso una serie ininterrotta di sviluppi e trasformazioni che sembrano scivolare l’una nell’altra senza soluzione di continuità, accompagna per quasi duemila anni le sorti e la storia di Roma.

Da monumento funerario ad avamposto fortificato, da oscuro e terribile carcere a splendida dimora rinascimentale che vede attivo tra le sue mura Michelangelo, da prigione risorgimentale a museo, Castel Sant’Angelo incarna nei solenni spazi romani, nelle possenti mura, nelle fastose sale affrescate, le vicende della Città Eterna dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati.

Ci sarebbe da scrivere per ore sulla trasformazione del Mausoleo a Castello, ma oggi dopo averlo spulciato per l’ennesima volta, mi sono soffermata (parecchio in verità) ad ammirare lo studio e la camera da letto di Papa Paolo III, nato Alessandro Farnese e passato alla storia per aver scomunicato il 17 dicembre 1538, il re d’Inghilterra Enrico VIII ponendolo sotto interdetto. Molte opere commissionate da Paolo III sono legate indissolubilmente alla storia di Roma, dal celebre Mosè al Giudizio Universale della Cappella Sistina da lui affidate a Michelangelo.

Lo studio e la camera da letto che questo grande personaggio si era fatto costruire nel castello pressappoco negli anni quaranta del Cinquecento, sono un esempio del suo gusto estetico e la sua passione per la letteratura mitologica. Lo studiolo prende il nome di Camera di Perseo, probabilmente dai dipinti che illustrano la vita dell’eroe della mitologia greca così come le racconta Ovidio nelle sue Metamorfosi. Lo studiolo ospita una collezioni di dipinti e arredi , tra i quali merita di essere citato il San Gerolamo di Lorenzo Lotto ( Venezia 1480 – Loreto 1556). La camera da letto fu affrescata da Perin del Vaga ( Firenze, 23 giugno 1501 – Roma, 19 ottobre 1547) che riprodusse la storia di Amore e Psiche così come la racconta Apuleio ne L’Asino d’Oro: Amore, inviato dalla madre Venere per punire Psiche, decise invece di sposarla, facendole promettere che non avrebbe mai provato a guardarlo in volto. Psiche violò la promessa e per redimersi fu costretta a superare una serie di prove inlitte dagli dei. La favola fu scelta per il Papa perchè durante il Rinascimento venne interpretata in chiave cristiana: Psiche è la personificazione dell’anima e le prove a cui fu sottoposta rappresentano il percorso di elevazione verso la salvezza.

di Annarita Sanna

Redazione

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