Chiunque abbia mai provato a realizzare un volantino, un post Instagram o persino una presentazione aziendale con un tocco grafico più curato si è sicuramente imbattuto in Canva. Per molti è stato amore a prima vista. Ma cosa rende questo strumento così speciale da essere passato in poco più di un decennio da una startup australiana a una potenza globale nel campo della progettazione grafica? E soprattutto, cosa significa per il mondo del design la recente acquisizione della suite Affinity, uno dei pochi veri rivali nel mondo della grafica professionale?
Facciamo un tuffo nel passato (e uno sguardo al futuro), per capire come Canva sia diventato un punto di riferimento per creativi, aziende e content creator… e perché oggi è il nome che potrebbe far tremare persino Adobe.
La nascita di un sogno grafico
Era il primo gennaio del 2013 quando una giovane imprenditrice australiana, Melanie Perkins, lanciava ufficialmente Canva a Sydney. L’obiettivo? Rendere il design grafico accessibile a tutti. Non solo ai professionisti armati di anni di formazione e software complessi, ma anche agli studenti, ai marketer, ai piccoli imprenditori. In pratica, a chiunque avesse qualcosa da comunicare in modo visivamente efficace.
Il cuore dell’idea era (e resta) il suo formato “drag and drop”, che permette agli utenti di costruire grafiche con la stessa semplicità con cui si gioca a un puzzle: testi, immagini, icone, video, elementi animati… tutto a portata di clic, con un’interfaccia pulita e intuitiva. Dietro le quinte, un’enorme libreria di risorse – fotografie, immagini vettoriali, font e grafiche – che fa impallidire qualsiasi collezione amatoriale.
Evidentemente il pubblico era pronto. Nel suo primo anno di vita, Canva raggiungeva già 750.000 utenti. E nel 2014, l’arrivo del guru dei social Guy Kawasaki nel team segnava l’inizio di un’espansione ancora più ambiziosa.
Canva for Work, numeri da capogiro e… una piccola catastrofe
Il 2015 segna un altro punto di svolta: arriva “Canva for Work”, una versione potenziata pensata per le aziende, con strumenti mirati alla creazione di materiali di marketing professionali. In poco tempo, il fatturato decolla. Tra il 2016 e il 2017, le entrate balzano da 6,8 a 23 milioni di dollari australiani. E nel 2018, con 200 dipendenti e nuovi uffici a San Francisco, Canva viene valutata 1 miliardo di dollari grazie a un round da 40 milioni guidato da Sequoia Capital, Blackbird Ventures e Felicis Ventures.
Tutto perfetto? Non proprio. Nel maggio 2019 Canva subisce una delle più gravi violazioni di sicurezza della sua storia. I dati di circa 139 milioni di utenti vengono compromessi: nomi reali, username, indirizzi email e password criptate. Un incidente che avrebbe potuto compromettere seriamente la fiducia degli utenti, ma che l’azienda riesce a gestire senza perdere slancio. Anzi, nello stesso mese ottiene un nuovo finanziamento da 70 milioni di dollari, portando la sua valutazione a 2,5 miliardi. E non finisce qui.
Canva acquista Pixabay, Pexels… e ora anche Affinity
Sempre nel 2019 Canva annuncia l’acquisizione di due colossi della fotografia stock gratuita: Pixabay e Pexels. Una mossa strategica che arricchisce ulteriormente la sua offerta visuale, puntando sulla sinergia tra creazione grafica e contenuti multimediali di qualità.
Ma è nel marzo 2024 che arriva la notizia destinata a scuotere davvero il mondo del design: Canva acquisisce la suite Affinity, sviluppata dalla britannica Serif. Un colpo di scena da manuale.
Per chi non la conoscesse, la suite Affinity è una delle alternative più solide e professionali ai software Adobe. Include Affinity Photo (per la grafica raster, alternativa a Photoshop), Affinity Designer (per il disegno vettoriale, concorrente diretto di Illustrator) e Affinity Publisher (per l’impaginazione, in stile InDesign). Software potenti, con licenza perpetua (niente abbonamenti!) e una community sempre più affezionata. In pratica, la parte “nerd e professionale” del design creativo.
Canva + Affinity: un’accoppiata da sogno?
La domanda che tutti si sono fatti non appena è trapelata la notizia è stata: “Ma quindi Canva diventa il nuovo Adobe?”. La risposta breve è: forse non ancora… ma ci sta lavorando.
Canva e Affinity condividono un obiettivo comune: rendere il design accessibile, pur partendo da approcci differenti. Canva punta sull’intuitività, sulla velocità e sulla collaborazione cloud. Affinity, invece, ha costruito la sua fama sul potere degli strumenti professionali, sull’assenza di abbonamenti e sull’attenzione maniacale per le performance.
L’acquisizione, però, non comporta cambiamenti drastici per gli utenti Affinity: i software resteranno marchiati come sempre, gli aggiornamenti futuri saranno gratuiti anche per chi li ha acquistati in passato, e non ci sarà alcuna modifica ai modelli di licenza o di vendita. Canva e Affinity continueranno a operare come realtà distinte, almeno per ora.
Ma sarebbe ingenuo pensare che non ci siano piani in cantiere. Le sinergie possibili sono tantissime. Canva potrebbe arricchirsi con strumenti di editing più avanzati e precisi, mentre Affinity potrebbe finalmente entrare nel mondo cloud, con funzionalità collaborative e servizi di storage integrati. Immaginate un’area di lavoro condivisa tra team creativi, con editing vettoriale avanzato e risorse sincronizzate in tempo reale. Praticamente il sogno di ogni designer geek.
Adobe deve iniziare a preoccuparsi?
Beh, mettiamola così: Adobe resta un gigante con una base utenti enorme, strumenti ineguagliabili (per ora) e una posizione dominante nel settore creativo. Ma la concorrenza non è mai stata così concreta.
L’unione tra la versatilità accessibile di Canva e la potenza professionale di Affinity potrebbe generare una suite completa, accessibile e cross-platform in grado di offrire una vera alternativa a Creative Cloud. Con un vantaggio non indifferente: prezzi più competitivi, zero abbonamenti obbligatori e una curva di apprendimento meno traumatica per chi muove i primi passi nel mondo del design.
E considerando l’attenzione che Canva ha sempre dimostrato verso le esigenze dei creator digitali, delle piccole imprese e degli insegnanti, non è escluso che questa mossa spinga l’intero settore verso una nuova era: quella del design veramente per tutti, senza compromessi.
In conclusione…
Canva non è più “solo” quello strumento carino per fare locandine o curriculum con il template. È diventato un ecosistema. E con l’acquisizione di Affinity, ha compiuto un salto quantico verso il mondo del design professionale. Che tu sia un illustratore digitale, un grafico pubblicitario, un creator su YouTube o un fanatico dei font, questa è una notizia che non puoi ignorare. Perché da oggi il design non è solo nelle mani dei colossi. È anche nelle tue.
Hai già provato Canva o uno dei software Affinity? Che ne pensi di questa acquisizione? Parliamone nei commenti e condividi l’articolo sui tuoi social: voglio sapere da che parte stai in questa nuova era del design!











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