Immaginate un’arena affollata da robot impazziti, sport che sfuggono a ogni logica, partite dominate dalla legge della fisica più bizzarra e un unico obiettivo: sopravvivere nel caos e divertirsi come matti. Benvenuti nel mondo surreale di BOTSU, il nuovo party game sviluppato dal piccolo ma intraprendente studio Peculiar Pixels e pubblicato dall’instancabile fucina di genialità indie che è Devolver Digital. Un titolo che non solo reinterpreta l’idea di sport competitivo, ma lo ribalta, lo ridicolizza e poi lo trasforma in un’esperienza pirotecnica, acrobatica e profondamente social.
BOTSU è più di un semplice gioco multiplayer: è un delirio meccanico in cui robot personalizzabili si affrontano in tre discipline principali, mescolando l’estetica da sala giochi voxel a dinamiche da cartone animato impazzito. Ogni partita è un’esperienza nuova grazie a un sistema di fisica ragdoll volutamente imprevedibile, power-up strampalati, modificatori ambientali e uno stile che sembra uscito da una domenica pomeriggio passata a guardare “Takeshi’s Castle” in versione cyberpunk.
La sportività? Qui è un optional!
Le modalità di gioco sono tre, ma potrebbero tranquillamente essere chiamate esperimenti di sopravvivenza robotica travestiti da sport. C’è BOX-BALL, un minestrone esplosivo di calcio, basket, beach volley e persino un vago richiamo a uno sport magico di dubbia legalità. Le squadre si affrontano in match dal ritmo forsennato, cercando di segnare con una palla che esplode se trattenuta troppo a lungo. In campo si scivola, si vola, si cade e si rimbalza in una sinfonia di colpi di fortuna e strategia acrobatica, dove anche un salto maldestro può trasformarsi in un’azione da replay.
In STOCKPILE, la diplomazia è bandita. Qui conta solo rubare quanto più possibile alla squadra avversaria. È la modalità “cattiva” per eccellenza: si combatte per il dominio assoluto, tra spinte, sabotaggi e colpi bassi degni di un torneo intergalattico senza arbitri. Nessuno gioca per sport, tutti vogliono solo vincere… e distruggere gli altri nel processo.
E poi c’è la modalità SUMO SURVIVAL, probabilmente la più spietata delle tre. L’arena è un mosaico di piattaforme instabili sospese sopra fiumi di lava. Resistere è tutto. Spingere giù gli avversari diventa una questione di sopravvivenza e ogni secondo in più è un passo verso la vittoria (o verso una spettacolare caduta nel magma). Il BOTSU Champion è colui che riesce a non cadere… per ultimo.
Un mondo dove ogni robot ha stile (e jetpack)
Al di là della frenesia sportiva, BOTSU si distingue per il suo spirito social e creativo. Tra una partita e l’altra, i giocatori possono rilassarsi nel sandbox sociale, una zona libera dove chiacchierare con altri bot, partecipare a minigiochi rilassati o dedicarsi alla personalizzazione del proprio alter ego meccanico. E qui si apre un vero e proprio universo di possibilità: teste intercambiabili, braccia potenziate, gambe a molla, propulsori a razzo, sparabolle, uncini da arrampicata, bombe adesive e onde sonore che alterano l’ambiente circostante. Ogni dettaglio può essere combinato a piacere, permettendo ai giocatori di creare il proprio campione robotico unico e irripetibile.
Non stiamo parlando di semplici pupazzetti di latta, ma di atleti androidi in grado di correre, arrampicarsi, capriolarsi, danzare, planare e compiere manovre spettacolari a velocità supersoniche. Il tutto condito da una componente visiva brillante, fatta di voxel colorati e animazioni che sembrano provenire da un sogno febbrile di un ingegnere pazzo.
Replay, acrobazie e community
Una delle chicche più apprezzate è il sistema di replay integrato. BOTSU registra ogni match permettendo ai giocatori di rivedere le proprie performance con un controllo completo della camera, in cerca del momento perfetto da mostrare al mondo. Perché sì, tra una combo acrobatica e un gol assurdo segnato con un salto carpiato e un’esplosione, BOTSU offre tanti momenti da highlight da condividere con gli amici e con la community.
E proprio la community è al centro del progetto: il creatore del gioco, Oscar (che ha sviluppato BOTSU quasi interamente da solo), ha dichiarato di essere entusiasta della collaborazione con Devolver Digital, che gli ha permesso di concentrarsi sullo sviluppo lasciando marketing, PR e gestione del pubblico a chi se ne intende. Un vero e proprio sogno indie che diventa realtà, alimentato anche dal supporto dei fan, dei beta tester e… persino dai gatti, come ha ironicamente ammesso lui stesso.
Quando e dove possiamo giocarlo?
BOTSU è attualmente disponibile in versione demo su Steam, dove potete provarlo gratuitamente e farvi un’idea del suo mondo folle e irresistibile. Il rilascio ufficiale è previsto per il terzo trimestre del 2025, quindi segnatevi in agenda un’estate a base di lava, rimbalzi e risate robotiche.
Se amate i party game folli, i robot con personalità, la fisica impazzita e l’ironia in stile arcade anni ’90 con un’anima social da XXI secolo, BOTSU è un titolo da tenere d’occhio. E ora tocca a voi, lettori di CorriereNerd.it: che ne pensate di questo robo-sport fuori di testa? Vi piacerebbe sfidare i vostri amici in un torneo di calcio esplosivo o buttarli giù da una piattaforma sospesa nel nulla?
Scriveteci nei commenti, raccontateci le vostre partite più epiche o i momenti più tragicomici vissuti nella demo. E se vi è piaciuto l’articolo, condividetelo sui vostri social: più siamo, più BOTSU diventa spettacolare!
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