Dopo Pentiment, Obsidian Entertainment si ripresenta sulla scena con Avowed, un gioco che sembra destinato a scolpire il proprio nome nella storia dei giochi di ruolo. La software house americana, con il suo imponente passato che vanta titoli leggendari come Fallout: New Vegas, The Outer Worlds e Alpha Protocol, ha da sempre rappresentato l’apice della narrazione interattiva e della libertà nelle scelte. Con Avowed, Obsidian alza ulteriormente la posta in gioco, promettendo un’esperienza che non solo celebra l’eredità dei suoi predecessori, ma osa anche esplorare nuovi territori, portando i giocatori in un mondo vasto, complesso e, in molti modi, misterioso. Ma come ogni grande promessa, anche questa ha i suoi chiaroscuri.
Un Universo Affascinante
Il primo colpo d’occhio che Avowed lascia è la sua ambientazione. Il gioco è ambientato nelle Terre Viventi, un mondo che si fonde perfettamente nell’universo già ricco e dettagliato di Pillars of Eternity. Ma qui Obsidian compie un passo ulteriore, abbandonando il mondo classico dei paesaggi fantasy medievali in favore di un’ambientazione pre-coloniale che si distacca nettamente dai sentieri tracciati dai classici della letteratura fantasy, come quelli di Tolkien.
Le Terre Viventi sono una terra in fermento, un crogiolo di culture, religioni e fazioni in continuo conflitto. Le città e i paesaggi sono pregni di storia, con architetture che sembrano narrarci leggende antiche ad ogni angolo. Il level design qui si fa largo tra le pieghe di un open-world che non è solo bello da esplorare, ma che invita a perdersi in ogni suo angolo. Le quattro regioni del gioco sono progettate per dare un senso di scoperta e meraviglia, con una verticalità che spinge il giocatore a esplorare e a sentirsi mai limitato.
C’è una grande libertà nel movimento, e l’approccio del level design evoca i giochi del genere immersive sim, dove ogni angolo è un potenziale mistero e ogni scelta può alterare l’esito della storia. Ma ciò che rende davvero unica l’ambientazione è la sensazione che Avowed riesca a darci di vivere in un mondo che non è statico, ma vibrante e reattivo, dove le fazioni, dai Paladini imperiali ai ribelli, intrecciano rivalità e alleanze che mutano l’equilibrio di potere in tempo reale. Qui non c’è spazio per la neutralità: ogni scelta avrà conseguenze concrete, e la politica gioca un ruolo cruciale nel plasmare il destino del mondo.
Le Scelte: Il Cuore del Gioco
Nel cuore pulsante di Avowed si trovano le scelte. Obsidian è da sempre maestro nel creare giochi dove la libertà di decisione è un pilastro imprescindibile. In questo titolo, ogni azione, sia essa grande o piccola, avrà ripercussioni che si faranno sentire sul mondo e sulla storia. Non esistono scelte facili, né soluzioni morali predefinite: ogni decisione può portare il protagonista a essere un eroe nobile o un opportunista senza scrupoli, e l’implicazione di tali scelte si estende ben oltre le semplici missioni.
La varietà delle missioni è impressionante, e ogni dettaglio, anche il più insignificante, potrebbe essere la chiave per scoprire segreti nascosti o per cambiare il corso della storia. Un semplice documento, una parola detta nel momento giusto, possono innescare reazioni a catena che influenzano il destino di interi regni. È una narrazione che non ha paura di interrogare la moralità, che sfida il giocatore a fare i conti con le proprie decisioni.
Il Combattimento: Potenziale Inespresso
Purtroppo, non tutte le componenti di Avowed riescono a brillare con la stessa intensità. Mentre la narrativa e l’ambientazione sono straordinarie, il sistema di combattimento appare in alcune fasi del gioco un po’ datato. Non che il sistema non sia funzionale, anzi, offre una buona varietà di armi, magie e abilità, ma la ripetitività degli scontri e la mancanza di una reale evoluzione nelle meccaniche rischiano di diventare un freno nel lungo termine.
Le animazioni dei nemici, purtroppo, non rendono giustizia alla bellezza del mondo che circonda il giocatore. Il feedback dei colpi e la fluidità delle battaglie sembrano non essere all’altezza della complessità narrativa e ambientale che Avowed ci propone. Tuttavia, la possibilità di utilizzare la magia in modo strategico, di parare e schivare con una certa precisione, dona una buona dose di profondità alle meccaniche di combattimento. Il vero limite, però, sta nel sistema delle abilità, che non offre la stessa libertà di personalizzazione che ci si aspetterebbe da un gioco di questa portata.
Un Titolo da Non Perdere
In definitiva, Avowed ha tutte le carte in regola per diventare un classico del genere GDR. L’ambientazione è mozzafiato, la narrazione è complessa e profonda, e le scelte che il gioco ci presenta sono le stesse che da sempre hanno definito la grandezza di Obsidian. Ma nonostante ciò, il gioco non è privo di difetti: il combattimento, seppur funzionale, non è all’altezza delle altre componenti, e la ripetitività degli scontri potrebbe compromettere l’esperienza a lungo termine.
Nonostante queste imperfezioni, Avowed rimane un titolo di culto per gli amanti dei giochi di ruolo che desiderano un’esperienza profonda, sfaccettata e reattiva. È un gioco che osa, che spinge il genere verso nuovi orizzonti, e che, con qualche rifinitura in più, potrebbe davvero diventare una pietra miliare. Se siete appassionati di mondi che respirano e che si modellano secondo le vostre azioni, Avowed è un gioco che merita di essere esplorato. Un viaggio che non dimenticherete facilmente.
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