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Chi è l’autore delle opere create con l’Intelligenza Artificiale?

L’intelligenza artificiale ha aperto nuove strade nel campo della creatività e dell’arte. L’arte generativa ha permesso agli artisti di esplorare nuove possibilità creative e ha portato a una maggiore interazione tra l’umanità e le macchine. Tuttavia, è fondamentale affrontare le questioni di proprietà intellettuale e copyright per garantire un ambiente creativo equo e sostenibile. Gli algoritmi possono generare opere casuali o seguire precise direttive estetiche, offrendo infinite possibilità creative. Questo rappresenta una sfida alle tradizionali nozioni di autore e originalità artistica, poiché il controllo sul risultato finale è condiviso tra l’uomo e il processo generativo.

L’arte generativa e l’intelligenza artificiale sono strettamente connesse.

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare algoritmi generativi complessi che producono opere d’arte originali. Gli artisti e i ricercatori possono sfruttare l’arte generativa per sviluppare nuovi algoritmi e modelli di intelligenza artificiale, aprendo nuove possibilità di interazione tra l’umanità e le macchine.

Tuttavia, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’arte solleva questioni legali e di proprietà intellettuale.  Questa rivoluzione ha portato all’emergere di una nuova dinamica, in cui l’intelligenza artificiale assume il ruolo decisionale, sostituendosi alle intelligenze umane. Questa situazione richiede una riflessione approfondita sui diritti d’autore.

Una soluzione ovvia potrebbe essere l’eliminazione completa dello stesso concetto di copyright ma questa drastica decisione potrebbe comportare problemi giuridici non solo per le creazioni future, ma anche per quelle passate. La legge italiana sul diritto d’autore, che risale al 1941, può ancora essere applicata nell’era dell’intelligenza artificiale, con alcuni adattamenti necessari. È importante garantire che gli artisti e i creatori dell’intelligenza artificiale vengano riconosciuti e tutelati legalmente per le loro opere, sia che siano state create dall’uomo o dal processo generativo.

Di chi sono le opere generate in AI?

Le modalità legali per la vendita di arte generata dall’IA sono state più volte messe in discussione negli ultimi mese, poiché la tecnologia compie ogni giorno passi da gigante in maniera direttamente proporzionale al numero degli utenti che utilizza questi software. Detto questo, non c’è motivo per cui l’arte generata dall’intelligenza artificiale non possa essere venduta, in quanto può essere trattata come uno strumento per artisti simile concettualmente ad una macchina fotografica o ad una tavoletta grafica: gli artisti che creano l’arte dovrebbero essere quelli che ne possiedono i dirittti poiché sono loro che mettono il lavoro creativo – a meno che, nella sua stessa genesi, non si violino opere d’arte o altri elementi grafici che sono di proprietà di altri autori (es. Topolino va al mercato). D’altra parte si tratta di software sofisticati, creati da aziende, che interpretano le parole degli utenti per creare opere originali e uniche che risiedono nei database degli sviluppatori. Su questo si sta molto dibattento con una serie di sentenze e, come tutti possono notare, i “termini e condizioni” dei diversi servizi che offrono questi strumenti creativi tendono a cambiare quasi quotidinamente. In tutto il mondo, le diverse istituzioni legislative stanno cercando di mettere chiarezza e creare una linea guida comune, ad esempio, negli Stati Uniti, le immagini generate dall’Intelligenza artificiale sono prive di copyright.

Posso utilizzare l’arte generata dall’AI per scopi commerciali?

Il concetto è semplice, si può vendere l’arte generata dall’intelligenza artificiale, ma bisogna stare attenti ai “termini di utilizzo” di ogni applicativo e rimanere costantemente aggiornati sui diversi aggiornamenti. Dopotutto, non tutti i software di arteconsentono l’uso e la ridistribuzione delle opere per scopi commerciali.

  • MidJourney: sul più famoso software di AI sul mercato la questione è “dupicle”: infatti, se si utilizza un account gratuito o di prova per Midjourney, ti viene concessa una licenza Commons Noncommercial 4.0 Attribution InternationalCiò significa semplicemente che si possono utilizzare le immagini, a patto di non trarre proditto con esse con l’obblogo di dare credito (“attribuzione”) a Midjourney. Invece, i membri a pagamento sono possessori di tutte le opere da loro realizzati, il che significa, ovviamente, che è possbile utilizzarle per scopi commerciali.
  • DALL-E: nella sua versione originale, OpenAI non era possibile l’uso e la ridistribuzione di alcuna immagine generata per scopi commerciali. Dal luglio 2022, su DALL-E : “gli utenti ottengono tutti i diritti di utilizzo per commercializzare le immagini che creano con DALL·E, incluso il diritto di ristampa, vendita e merchandising. Ciò include le immagini che hanno generato durante l’anteprima della ricerca“.
  • Dream by Wombo: il sito web della app, una tra le più usate per creare opere, sicuramente quella con l’interfaccia più semplice e facilmente utilizzabile da smartphone, afferma: “Gli utenti possiedono tutte le opere d’arte create dagli utenti con l’assistenza del Servizio, inclusi tutti i relativi diritti d’autore e altri diritti di proprietà intellettuale (se applicabile).”
  • NightCafe: è possibile utilizzare qualsiasi arte generata da NightCafe per scopi commerciali, a condizione che non siano usate  immagini protette da copyright nel processo di creazione o immagini soggette alle leggi sul copyright.

Si possono trasfomare le opere AI in NFT?

Con la crescente popolarità dell’arte genarata dall’intelligenza artificiale non sorprende che ora molti utenti vogliano “registrare” e vendere le opere sotto forma di NFT in cerca, forse, di un rapido guadagno. Molte piattaforme stanno integrando sistemi per facilitare questo processo: ad esempio Eponym, un software di intelligenza artificiale text-to-image, ha uno strumento insito nell’interfaccia che consente agli artisti la pubblicazione diretta delle opere d’arte direttamente su OpenSea.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico.
Per info e contatti gianlucafalletta.com

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