Immaginate di svegliarvi una mattina e sentire il vostro cane parlare. Non un mugolio, non un abbaio, ma vere e proprie parole, con pensieri, emozioni e, peggio ancora, ricordi. È quello che accade in Animosity, la sconvolgente serie a fumetti firmata da Marguerite Bennett, illustrata magistralmente da Rafael De Latorre ed Elton Thomasi, con i colori intensi di Rob Schwager, pubblicata da AfterShock Comics. Una storia così potente e originale da attirare immediatamente l’attenzione di Hollywood: Legendary Entertainment sta già sviluppando un adattamento cinematografico che promette di sconvolgere il panorama sci-fi, portando sul grande schermo una delle idee più audaci della narrativa distopica contemporanea.
Nel mondo di Animosity, un giorno qualunque, gli animali si svegliano. Ma non è solo un risveglio biologico: iniziano a pensare, a parlare, a ricordare tutto ciò che hanno subito dagli esseri umani. E sì, iniziano anche a vendicarsi. Quello che segue è un cataclisma sociale ed ecologico, un vero ribaltamento dell’ordine mondiale. Gli animali non sono più solo compagni domestici o creature selvatiche: diventano esseri senzienti, assetati di giustizia o, in certi casi, di sangue.
La storia ruota attorno a Jesse, una ragazzina dolce e altruista, e al suo fedele cane Sandor, un vecchio e malato bloodhound. Dopo il “Risveglio”, i due intraprendono un viaggio disperato e commovente da New York a San Francisco, nella speranza di raggiungere il fratello maggiore di Jesse, l’unica persona che potrebbe proteggerla in questo nuovo e crudele mondo. Un’epopea che richiama le atmosfere di True Grit, ma con un koala armato di revolver e dialoghi da far impallidire i migliori buddy movie post-apocalittici.
Marguerite Bennett, già nota per il suo lavoro su INSEXTS, A-FORCE e Bombshells, imbastisce un racconto che mescola la classica struttura del viaggio – tanto amata nei racconti di zombie – con un’inedita riflessione sul rapporto tra specie. Ma non aspettatevi l’ennesimo clone di The Walking Dead: Animosity si distingue proprio per il suo approccio originale, dove la minaccia non arriva solo dagli altri esseri umani, ma da qualsiasi creatura che ora possiede coscienza e linguaggio. È un mondo dove una cavia da laboratorio può diventare un genio della fisica e un criceto può essere un cannibale con crisi esistenziali.
Ciò che rende Animosity così straordinario è la sua capacità di bilanciare orrore e tenerezza. Jesse, nonostante tutto, rimane una bambina. Non viene trasformata in un’adulta armata fino ai denti come accade in tante narrazioni distopiche: conserva la sua dolcezza, condivide il cibo, cerca di fare del bene. E questa umanità infantile, immersa in un mondo crudele e moralmente ambiguo, genera un contrasto struggente e meraviglioso.
Bennett arricchisce il racconto con chiari riferimenti letterari: La Fattoria degli Animali, Watership Down, Il pianeta delle scimmie, ma anche suggestioni da Mrs. Frisby and the Rats of NIMH, Redwall e persino In viaggio con Pippo. Ogni citazione è un omaggio, ma anche un tassello in un mosaico narrativo che costruisce un universo coerente, feroce e profondamente umano.
A dare vita visiva a tutto questo ci pensa Rafael de Latorre, il cui stile pulito e le linee morbide riescono a rendere digeribili anche le scene più disturbanti. I colori di Rob Schwager aggiungono un’atmosfera quasi onirica, evitando il gore gratuito e preferendo una tensione visiva che accompagna la narrazione con eleganza. In netto contrasto, il tratto spigoloso e stilizzato di Juan Doe, utilizzato per lo spin-off Animosity: The Rise, conferisce un tono più cupo e militare al racconto parallelo del fratello di Jesse, ampliando la portata del mondo narrativo.
Per i fan di serie come Y: L’ultimo uomo, We3 o Beasts of Burden, Animosity è un’esperienza imperdibile. La raccolta del primo volume, che include anche The Rise, rappresenta un eccellente punto di partenza per tuffarsi in questa distopia animalista che parla – tra le righe – di tematiche molto umane: abuso di potere, empatia, differenze culturali e il significato dell’evoluzione.
Animosity è un viaggio letterario e visivo che sa essere feroce e poetico, comico e crudele, tenero e brutale. È la dimostrazione che il fumetto può ancora sorprendere, scuotere e far riflettere. E ora che Legendary Entertainment ha messo gli occhi su questa perla narrativa, possiamo solo sperare che il film sappia rendere giustizia a un’opera così complessa e profonda.
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