C’è una certa elettricità nell’aria, quella che solo i grandi ritorni possono generare. Quando una saga leggendaria come Angel Sanctuary decide di riemergere dal passato con una nuova opera firmata dalla regina del gotico manga Kaori Yuki, l’emozione è palpabile. Angel Sanctuary: Tokyo Chronos, serializzato a partire dal 2022 sulla rivista digitale Hana Yume Ai di Hakusensha, sta per entrare nella sua fase culminante. È stato annunciato che il manga è ormai prossimo al suo climax narrativo, con un’epica battaglia finale che promette di scuotere le fondamenta dell’universo narrativo creato da Yuki oltre vent’anni fa.
Ma attenzione: Tokyo Chronos non è semplicemente un sequel. È una rinascita, un’evoluzione. È la nuova vita di un mondo che, seppur segnato da un finale conclusivo nei primi anni Duemila, aveva ancora molto da dire. L’autrice stessa ha chiarito fin dall’inizio che questa nuova saga può essere letta anche da chi non ha mai affrontato il lungo viaggio di Angel Sanctuary. Eppure, per chi invece c’era allora, per chi ha vissuto l’amore impossibile tra Setsuna e Sara, la lotta tra Paradiso e Inferno, l’esperienza assume sfumature molto più profonde, quasi esistenziali.
Nel cuore pulsante di Tokyo Chronos c’è Kuon Kanae, uno studente apparentemente ordinario, che assiste a un evento soprannaturale: una pioggia di piume bianche su Tokyo. Da quel giorno, il mondo per lui non è più lo stesso. Inizia a vedere ali sulla schiena delle persone, strane creature invisibili agli altri e caratteri neri che si stagliano nel cielo come presagi di un destino scritto altrove. La narrazione prende subito una piega mistica e destabilizzante, nello stile inconfondibile di Yuki, che mescola con maestria elementi religiosi, simbolismi esoterici e relazioni umane intense e contorte.
Il fulcro emotivo della storia è il legame tra Kuon e Karisu Kazamamori, un’affascinante senpai dall’aura enigmatica. Kuon è rapito da lei, dalla sua presenza magnetica, al punto da smarrire sé stesso. Ma ciò che inizia come una confessione amorosa evolve rapidamente in una discesa negli abissi dell’invisibile, dove nulla è come sembra e ogni personaggio nasconde un frammento di verità destinato a esplodere nel momento più inaspettato.
A colpire è il modo in cui Yuki orchestra la narrazione: sin dal primo capitolo — una sontuosa apertura da ben 64 pagine — si percepisce la volontà di costruire qualcosa di maestoso. Sebbene l’incipit possa ricordare un tipico shojo con una spolverata di magia, ben presto ci si accorge che l’atmosfera è solo apparentemente leggera. I toni diventano sempre più cupi, i misteri si infittiscono e le connessioni tra i personaggi si intrecciano in una rete drammatica e avvincente.
Il quarto volume, pubblicato il 21 maggio in Giappone, segna un punto di svolta. Mentre si avvicina lo scontro finale, la posta in gioco si fa altissima. Non solo per i protagonisti, ma anche per chi legge, trascinato in un vortice emotivo che non lascia scampo. I fan della prima ora attendono con ansia un’eventuale apparizione di Setsuna e Sara, le iconiche figure del primo Angel Sanctuary, che per ora sono solo accennate in forma di leggenda urbana. Ma l’ombra del passato è sempre presente, e l’eventualità di un loro ritorno è un fuoco che brucia sotto la cenere.
Dal punto di vista visivo, Tokyo Chronos rappresenta un’evoluzione naturale nello stile di Kaori Yuki. L’artista ha affinato la sua tecnica, integrando strumenti digitali con la raffinatezza gotica che l’ha resa celebre. Seppur il tratto si sia leggermente alleggerito, la potenza espressiva resta intatta. Le composizioni delle tavole sono dinamiche e leggibili, capaci di veicolare sia l’azione più frenetica che i momenti di quiete introspettiva. E nei punti più oscuri, quando le tavole si tingono di nero profondo, l’effetto è dirompente.
Anche i personaggi secondari si rivelano ben costruiti, sfaccettati e sorprendentemente coinvolgenti. Miu, l’amica d’infanzia apparentemente svampita, e Don-chan, il ricco ma gentile compagno di scuola, si evolvono rapidamente da stereotipi a figure emotivamente complesse. Ogni loro interazione con Kuon contribuisce ad ampliare il tessuto narrativo della serie, rendendolo ancora più vivo e stratificato.
Quello che Tokyo Chronos sta facendo, insomma, è riportare in auge una mitologia manga amatissima e darle una nuova voce. Non è una semplice operazione nostalgia, ma un atto creativo autentico, che dimostra come certi universi narrativi possano risorgere e reinventarsi, trovando nuova linfa e nuovi lettori anche a distanza di decenni. È l’esempio perfetto di come la cultura manga, quando è guidata da mani sapienti e cuori appassionati, possa superare il tempo, reinventarsi e continuare a emozionare.
E tu, sei tra chi ha vissuto la saga originale e sta rivivendo la magia, o stai scoprendo per la prima volta l’universo creato da Kaori Yuki? Raccontacelo nei commenti, condividi l’articolo con i tuoi amici nerd e fai sapere al mondo che anche tu stai aspettando con il fiato sospeso lo scontro finale!
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