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Anatomie Digitali: mostra collettiva internazionale alla Fondazione Dino Zoli di Forli’, prologo di Ibrida Festival

A Forlì, dal 1 settembre al 12 ottobre 2025, la Fondazione Dino Zoli si trasformerà in un vero e proprio portale verso un multiverso di immagini, suoni e linguaggi ibridi, ospitando “Anatomie Digitali”: una mostra collettiva internazionale che riunisce 55 artisti provenienti da oltre 15 Paesi. Non un semplice evento espositivo, ma il prologo della decima edizione di Ibrida – Festival delle Arti Intermediali, curato dal Vertov Project e in programma dal 25 al 28 settembre, capace di intrecciare videoarte, installazioni interattive, realtà virtuale e sperimentazioni visive come se fossero livelli di un unico, vastissimo videogioco sensoriale.

Il concept è dichiarato dai direttori artistici Francesca Leoni e Davide Mastrangelo: il patrimonio raccolto in dieci anni di festival viene immaginato come un organismo vivo, in continua mutazione. Anatomie Digitali diventa così una sorta di dissezione poetica e curatoriale, un viaggio attraverso organi vitali fatti di pixel, performance e glitch, esplorando cinque grandi “sistemi” tematici: dal gesto alla performance, dall’animazione all’intelligenza artificiale, fino all’ibridazione dei codici espressivi. È come aprire un grimorio della cultura visiva contemporanea e scoprire che, al posto delle pagine, troviamo mondi digitali pulsanti.

Tra i nomi presenti, giganti e pionieri come Gary Hill e Regina José Galindo si affiancano a una costellazione di autori che hanno saputo spingersi ai margini – e oltre – del linguaggio video: da Gianluca Abbate a Rino Stefano Tagliafierro, da Luis Carlos Rodriguez a Guli Silberstein. Ciascuno con un’opera capace di raccontare la trasformazione degli ultimi dieci anni, quando tecnologia e arte hanno imparato a fondersi come materia organica e codice binario.

Per la vice presidente della Dino Zoli Group, Monica Zoli, l’appuntamento non è solo una celebrazione, ma un atto di apertura: ospitare Ibrida significa accogliere visioni e linguaggi lontani dalla tradizione espositiva consueta della Fondazione, dialogando con la diversità creativa e arricchendo così il proprio sguardo culturale.

L’ingresso è libero e gratuito, e l’esposizione sarà accompagnata da un catalogo con testi dei curatori, della direttrice Nadia Stefanel e dello storico dell’immagine in movimento Bruno Di Marino. Un compendio ideale per chi vuole non solo guardare, ma anche capire le radici e le traiettorie di questo universo intermediale.

“Anatomie Digitali” sarà visitabile dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30, e dal venerdì alla domenica anche nel pomeriggio, dalle 16.30 alle 19.30, negli spazi della Fondazione Dino Zoli (Viale Bologna 288, Forlì). Il festival e la mostra sono resi possibili dal contributo della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Forlì e della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Info e programma dettagliato: ibridafestival.it/, ibridafestival@gmail.com. Più che un’esposizione, questa sembra un varco temporale: un’occasione per attraversare dieci anni di sperimentazione artistica come se fossero livelli di una saga epica, con la differenza che qui non si tratta di “finire il gioco”, ma di restarci dentro il più a lungo possibile. Perché, una volta entrati in Anatomie Digitali, la sensazione sarà quella di voler continuare a esplorare. Sempre.

Redazione

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