Dopo oltre sei mesi di successi e migliaia di visitatori, la mostra “Amano: Corpus Animae” si prepara a chiudere i battenti con l’ultimo weekend dell’11 e 12 ottobre 2025. Allestita negli eleganti spazi del Museo di Roma a Palazzo Braschi, la retrospettiva dedicata al maestro giapponese Yoshitaka Amano ha rappresentato uno degli eventi più significativi dell’anno per gli appassionati di arte, videogame e cultura pop giapponese. Ideata e realizzata da Lucca Comics & Games e curata da Fabio Viola, la mostra è stata promossa da Roma Capitale, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. L’esposizione ha celebrato i cinquant’anni di carriera di uno dei più grandi visionari dell’illustrazione contemporanea, capace di trasformare ogni tratto in una finestra aperta su mondi fantastici. Il suo nome è legato in modo indissolubile a opere che hanno segnato l’immaginario collettivo come Final Fantasy, Vampire Hunter D e Sandman: Cacciatori di sogni.
Dopo il trionfo riscosso a Milano nel novembre 2024, “Amano: Corpus Animae” ha replicato il suo successo nella Capitale, dove è diventata una tappa obbligata per fan, curiosi e studiosi del settore. Il percorso espositivo, articolato in cinque sezioni, ha raccolto oltre 200 opere originali, dai cel d’animazione agli schizzi preparatori, dai dipinti alle installazioni multisensoriali. Un viaggio dentro l’anima di Amano, tra mitologia, sogno e tecnologia, che ha saputo unire estetica classica e cultura pop orientale, in un dialogo continuo tra oriente e occidente.
Dalle origini Tatsunoko al mito di Final Fantasy
Il percorso iniziava con un omaggio alle origini, quando Amano muoveva i primi passi negli studi della Tatsunoko Production, la fucina che diede vita a leggende dell’animazione come Gatchaman, Tekkaman e Ape Magà. In questa sezione, la ricostruzione della “character room” – lo studio dove il giovane artista trascorreva le giornate fra schizzi e acquerelli – permetteva ai visitatori di respirare l’atmosfera pionieristica di quegli anni.
La seconda sezione, “Icons”, esplorava il dialogo tra Amano e la cultura pop occidentale. Le sue illustrazioni per Sandman di Neil Gaiman, così come le variant cover per Batman, Superman e Wolverine, raccontavano un artista capace di trasformare ogni eroe in una figura mitologica sospesa tra luce e oscurità.
Ma è nella sezione “Game Master” che si concentrava l’essenza più nota della sua arte: i disegni e i concept realizzati per Square Enix e per la saga di Final Fantasy, oltre a una rarità assoluta come il cabinato arcade di Esh’s Aurunmilla, il videogioco che anticipò il suo ingresso nel mondo ludico. Qui, quasi cinquanta opere ripercorrevano l’evoluzione visiva della serie dal 1987 a oggi, restituendo la potenza poetica di un universo fatto di cavalleria, magia e malinconia digitale.
Arte, letteratura e mitologia: l’universo di Amano
Uno dei momenti più emozionanti della mostra era la sezione dedicata alla collaborazione con Michael Moorcock, autore della saga di Elric di Melnibonè. Per la prima volta in Italia, sei tavole originali rivelavano il dialogo creativo fra due giganti del fantastico, mostrando come l’immaginario di Elric avesse influenzato profondamente l’estetica di Final Fantasy.
La parte conclusiva, intitolata “Free Spirit”, offriva un affascinante sguardo sulla produzione più recente dell’artista: opere ispirate alla mitologia greco-romana e la trilogia dei poster dedicati a Tosca, Madama Butterfly e Turandot, realizzati per Lucca Comics & Games 2024 e presentati in anteprima assoluta a Palazzo Braschi.
Un’esperienza sensoriale e inclusiva
“Amano: Corpus Animae” non era una semplice esposizione, ma una vera e propria esperienza immersiva. Accanto ai quadri e ai bozzetti, cinque opere tattili permettevano anche al pubblico non vedente di avvicinarsi all’universo dell’artista, mentre l’uso di installazioni sonore e realtà virtuale trasportava i visitatori negli studi di Tokyo, offrendo uno sguardo inedito sul processo creativo di Amano.
Le aperture serali straordinarie hanno poi trasformato Palazzo Braschi in un crocevia di culture: un ponte ideale tra Roma e il Giappone, tra la classicità delle sue sale barocche e le visioni oniriche di un artista che ha ridefinito l’estetica del fantasy contemporaneo.
Un’eredità che va oltre il tempo
La forza di Yoshitaka Amano risiede nella sua capacità di fondere epoche, linguaggi e discipline. Dalla moda al teatro, dal design al videogame, la sua arte abbatte ogni barriera. Le sue figure eteree e malinconiche continuano a influenzare intere generazioni di illustratori e sviluppatori, diventando un archetipo visivo riconoscibile in tutto il mondo. Con “Amano: Corpus Animae”, Roma ha reso omaggio a un artista senza tempo, capace di incarnare l’anima stessa dell’immaginazione. Un ponte tra l’inchiostro e il pixel, tra il mito e il sogno. E mentre le luci di Palazzo Braschi si preparano a spegnersi, resta l’impressione che il viaggio non sia finito. Perché l’arte di Yoshitaka Amano non chiude mai davvero: continua a vivere nelle nostre menti, nei nostri schermi, nei nostri sogni — proprio come un incantesimo che non smette mai di rinnovarsi.











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