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65 anni fa si spegneva il primo grande volo televisivo dell’Uomo d’Acciaio: un ricordo nerd delle “Adventures of Superman”

C’è una data che, per noi appassionati di supereroi e nostalgici dei telefilm iconici, ha un peso quasi mitico: il 28 aprile 1958. Quel giorno, esattamente 65 anni fa, andava in onda per l’ultima volta “Adventures of Superman”, la prima, storica serie televisiva dedicata all’eroe più celebre dell’universo DC: Superman.

Un vero e proprio simbolo dell’epoca d’oro della TV americana, “Adventures of Superman” non fu solo un prodotto d’intrattenimento per bambini (come veniva spesso bollato all’epoca), ma un’autentica rivoluzione per il piccolo schermo. In sei stagioni e 104 episodi da mezz’ora, riuscì a portare in salotto qualcosa di allora inaudito: un supereroe in carne e ossa, che volava, combatteva il crimine e incarnava valori di giustizia, verità e speranza.

George Reeves: l’eroe che divenne leggenda

Chiunque abbia vissuto quegli anni – o abbia avuto la fortuna di recuperare la serie in replica – sa che George Reeves non indossava solo il costume di Superman: lui era Superman. Con il suo sorriso paterno e il portamento da gentleman dell’America postbellica, Reeves rese credibile un personaggio che sulla carta sembrava impossibile da adattare. Non era solo l’Uomo d’Acciaio, ma anche un Clark Kent brillante, curioso, molto più dinamico del giornalista impacciato dipinto in altre versioni.

Eppure, dietro al mito si celava una tristezza profonda. La tragica e controversa morte di Reeves nel giugno del 1959 è ancora oggi avvolta dal mistero e rappresenta uno dei casi più dibattuti della cultura pop americana. Ma quella è un’altra storia. O forse no, perché la sua scomparsa mise definitivamente la parola “fine” a un progetto che, in realtà, avrebbe potuto proseguire.

Un’idea scartata (per fortuna): Jimmy Olsen protagonista

Pochi sanno che, dopo la morte di Reeves, i produttori tentarono l’impossibile pur di non dire addio alla serie. Il piano? Ribattezzarla “Superman’s Pal Jimmy Olsen”, mettendo al centro le avventure del giovane fotografo interpretato da Jack Larson, affiancato da un Superman “fantasma”: una controfigura ripresa da dietro e vecchi filmati di repertorio con Reeves. Larson, con grande rispetto per il collega scomparso, rifiutò. Una scelta coraggiosa, che ha preservato la dignità e l’integrità di uno dei capitoli più importanti della storia televisiva americana.

Dalle Mole-Men al Technicolor

La storia della serie è un piccolo viaggio nella tecnologia dell’epoca. Le prime due stagioni, prodotte in bianco e nero, vennero seguite da quattro stagioni a colori – anche se trasmesse ancora in monocromia, dato che pochi americani possedevano una TV a colori nel 1955. E c’è una chicca che ogni nerd dovrebbe sapere: gli episodi 25 e 26 della prima stagione erano in realtà adattamenti del film “Superman and the Mole-Men” (1951), realizzato prima ancora dell’inizio ufficiale della serie. Un dettaglio che rende ancora più affascinante questo universo narrativo ante-litteram.

Il peso dell’eredità

Guardando oggi “Adventures of Superman” può sembrare ingenua, perfino buffa in alcuni effetti speciali. Ma dietro quelle scenografie spartane, le battute sincere e l’iconico “Up, up and away!”, si nasconde la radice di tutto ciò che oggi amiamo: i film del DCEU, le serie animate degli anni ’90, i videogiochi, le collezioni di action figures. Se oggi possiamo discutere su chi sia il miglior Superman – da Christopher Reeve a Henry Cavill – lo dobbiamo anche a quella prima, coraggiosa incursione televisiva.

Oggi, 65 anni dopo quell’ultima messa in onda sulla ABC, “Adventures of Superman” resta un monumento alla cultura nerd, un’opera pionieristica che ha trasformato l’immaginazione in immagini in movimento, cementando per sempre il legame tra i supereroi e il piccolo schermo.

E allora, per chi ha ancora nel cuore quelle domeniche davanti alla TV, con il jingle in sottofondo e lo sguardo verso il cielo… questo anniversario non è solo una data. È un volo nella memoria.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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