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“Abbiamo ricevuto il tuo curriculum”: L’allarme della nuova truffa telefonica che colpisce gli italiani

Le truffe online sono ormai all’ordine del giorno, ma nonostante spesso siamo abituati a sentire parlare di fenomeni di frode, c’è da dire che alcuni di questi si evolvono costantemente, diventando sempre più sofisticati e insidiosi. Una delle truffe più recenti che sta sollevando preoccupazione tra gli utenti italiani è quella che sfrutta la promessa di un’offerta di lavoro per ingannare le vittime. Si tratta di un vero e proprio stratagemma per ottenere dati sensibili, infettare dispositivi con virus e, in alcuni casi, estorcere denaro.

Il tutto inizia con una telefonata che, almeno inizialmente, sembra innocua. Una voce registrata annuncia: “Abbiamo ricevuto il tuo curriculum, aggiungici su WhatsApp per parlare di lavoro”. All’apparenza potrebbe sembrare l’occasione che tanti aspettano, soprattutto quelli che sono alla ricerca di un impiego. Dopo tutto, chi non vorrebbe ricevere una chiamata che sembra provenire da una reale opportunità di lavoro? Ma dietro a queste parole si nasconde un piano ben congegnato, che fa leva sulla speranza e sulla vulnerabilità di chi sta cercando lavoro.

Nonostante il numero da cui arriva la telefonata sembri italiano, con prefisso +39, molti candidati potrebbero non avere alcun sospetto, pensando che si tratti di un’azienda legittima. Ed è proprio su questa “credibilità” che si basa il trucco. Il passo successivo è chiedere di aggiungere il numero su WhatsApp per continuare la conversazione. Questo potrebbe sembrare un normale passaggio burocratico, ma è in realtà il primo passo di una truffa. Una volta aggiunto il numero, iniziano ad arrivare messaggi con link a moduli da compilare e, in alcuni casi, anche richieste per l’installazione di file dannosi che contengono virus. Questi file possono infettare il dispositivo, rubando dati sensibili come numeri di carta di credito, coordinate bancarie e altre informazioni cruciali.

Ma la truffa non si ferma qui. Una volta che i truffatori hanno conquistato la fiducia della vittima, cominciano a giocare sul desiderio di facili guadagni. Si fanno passare per collaboratori di aziende che promettono guadagni rapidi in cambio di semplici attività online, come la compilazione di moduli o l’esecuzione di facili compiti digitali. E la truffa si arricchisce con la promessa di profitti veloci, magari legati a piattaforme di trading online. Dopo aver spinto la vittima a investire dei soldi, i truffatori scompaiono, lasciando dietro di sé solo frustrazione e danni economici.

Anche se questa tipologia di truffa non è una novità assoluta, la sua evoluzione la rende sempre più difficile da individuare. Come sottolinea Carola Adami, CEO di Adami & Associati, la digitalizzazione dei processi di selezione ha senza dubbio contribuito a un aumento di questo fenomeno. Le truffe sono ormai così sofisticate che distinguere una vera opportunità lavorativa da una frode è sempre più complicato. Tuttavia, esistono dei segnali che possono aiutarci a riconoscere questi tentativi di inganno. Tra i più evidenti, troviamo la richiesta di dati sensibili, offerte troppo generose rispetto agli standard di mercato e l’impossibilità di rintracciare facilmente l’azienda o il recruiter che si nascondono dietro l’offerta.

Ma le truffe telefoniche non colpiscono solo i singoli. Anche le aziende sono nel mirino dei truffatori, come dimostra il fenomeno del Business Email Compromise (BEC). I truffatori, fingendosi dirigenti o fornitori di una società, inviano email apparentemente legittime che spingono i dipendenti a compiere azioni fraudolente, come autorizzare pagamenti non dovuti o modificare dati bancari aziendali. È per questo che le aziende devono mantenere alta la guardia sui propri sistemi di sicurezza e sensibilizzare i propri dipendenti riguardo ai pericoli delle frodi online.

Quando si tratta di prevenire le truffe telefoniche, la vigilanza è fondamentale. Ogni volta che riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto, dobbiamo essere molto cauti. Se la chiamata riguarda un’offerta di lavoro o una proposta allettante, è importante raccogliere tutte le informazioni possibili sull’azienda che ci sta contattando. Se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. In nessun caso dovremmo fornire dati sensibili, soprattutto tramite WhatsApp o altre piattaforme di messaggistica, se la richiesta proviene da fonti non verificate.

Inoltre, è sempre utile bloccare i numeri da cui provengono chiamate sospette. Se ci si trova di fronte a una truffa conclamata, è sempre consigliabile denunciare l’accaduto alla Polizia Postale, che può aiutare a proteggere altre persone da attacchi simili.

In conclusione, le truffe telefoniche legate alla ricerca di lavoro sono una minaccia sempre più diffusa. Mentre le persone vulnerabili, come chi è alla ricerca di un impiego, sono le principali vittime, le aziende non sono da meno. L’unico modo per difendersi è essere informati, cauti e pronti a riconoscere i segnali di un tentativo di frode. Quando si tratta di offerte troppo allettanti, la prudenza non è mai troppa: è sempre meglio fare le dovute verifiche prima di procedere.

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