A.I.C.O. Incarnation, un original net anime prodotto dallo studio Bones e distribuito globalmente su Netflix nel marzo 2018, è un’opera che, purtroppo, non ha ricevuto tutta l’attenzione che merita. Con una trama intrisa di mistero, scienza e un sottile tocco filosofico, l’anime ci invita a riflettere su temi delicati come l’identità, il corpo e la connessione tra uomo e macchina, il tutto incorniciato in un futuro post-apocalittico dove la natura stessa è minacciata da un virus tecnologico. Da una blogger appassionata di anime giapponesi, questo show merita un’analisi approfondita.
Un Futuro Distopico: La trama di “A.I.C.O. Incarnation”
L’anno è il 2035, e un disastro scientifico chiamato “Burst” ha devastato la zona di Kurobe, creando un’area di quarantena invasa da creature sintetiche fuori controllo. La storia ruota attorno a Aiko Tachibana, una giovane ragazza che, dopo aver perso i suoi genitori nel cataclisma, scopre di avere una connessione molto più profonda con il Burst di quanto avrebbe mai immaginato. Aiko è stata infatti ricostruita come un corpo artificiale, un ‘duplicate’, mentre la sua coscienza originale è stata impiantata in un nuovo involucro meccanico, un tema che esplora la questione dell’identità e della memoria in un contesto di tecnologie avanzate. Al suo fianco c’è Yuya Kanzaki, un ragazzo misterioso che sembra sapere più di quanto riveli inizialmente, unendo così le forze per scoprire la verità su quanto accaduto.
Questa premessa ci introduce a un classico intrigo scientifico che mescola tematiche di bioetica, futurologia e, naturalmente, la lotta per la sopravvivenza in un mondo che sembra ormai sfuggire di mano. La narrazione di A.I.C.O. Incarnation è compatta e intensa, riuscendo a mescolare azione e introspezione in modo equilibrato. C’è un continuo alternarsi di colpi di scena e rivelazioni, che coinvolgono non solo Aiko, ma anche Yuya e il resto del gruppo di supporto, i Divers, un gruppo di persone che ha deciso di affrontare il pericolo del Burst per proteggere il mondo e fermare l’infezione.
Il Corpo, l’Anima e la Tecnologia: Temi Profondi
Uno dei punti di forza di A.I.C.O. Incarnation è senza dubbio la sua capacità di trattare il tema del corpo artificiale in modo molto più profondo rispetto a molte altre opere del genere. Aiko non è solo un personaggio che affronta la perdita della sua famiglia, ma si trova a dover confrontarsi con la sua stessa esistenza, una connessione problematica tra la sua anima e il corpo che le è stato imposto. La serie esplora il concetto di corpo come contenitore, non solo di memoria e identità, ma anche come veicolo di esperienze, emozioni e traumi. Questo le conferisce una certa solennità, facendo riflettere lo spettatore sulle implicazioni etiche delle biotecnologie e sulla fragilità della nostra percezione di noi stessi.
Inoltre, l’anime riesce a esplorare un altro aspetto importante: la tecnologia come una forza incontrollabile. Le creature sintetiche del Burst sono simbolo di come l’innovazione possa sfuggire di mano, portando la scienza verso un futuro incerto, dove le intenzioni iniziali di migliorare la vita umana si ritorcono contro l’umanità stessa. Questo è un tema molto attuale, in un’epoca dove il progresso tecnologico è ormai senza freni.
I Personaggi: Un Roster Complesso e Diversificato
Ogni personaggio di A.I.C.O. Incarnation è ben costruito, con motivazioni e storie personali che si intrecciano con gli eventi principali. Aiko è sicuramente il fulcro della narrazione, ma Yuya Kanzaki emerge come un altro protagonista di grande impatto. La sua dualità tra la sua identità di “duplicate” e il suo ruolo nel contrastare il Burst lo rende affascinante, misterioso e tragico.
Il gruppo dei Divers, che include personaggi come Daisuke Shinoyama, Maho Shiraishi e Haruka Seri, aggiunge un ulteriore livello di profondità alla trama. Ogni membro di questo team ha le proprie ragioni per essere coinvolto nella missione, che vanno dall’idealismo alla vendetta, e tutti sono caratterizzati da tratti distintivi che li rendono facilmente riconoscibili e immediatamente amati dallo spettatore. La dinamica di squadra, unita alla crescente tensione durante le operazioni, arricchisce la narrazione, facendo emergere temi di sacrificio, amicizia e le difficoltà di fidarsi l’uno dell’altro in un mondo che sembra perdere ogni speranza.
Animazioni e Stile Visivo: Un Riconoscibile Lavoro di Bones
Non c’è da stupirsi che A.I.C.O. Incarnation abbia il marchio distintivo di Bones, uno degli studi di animazione più rispettati in Giappone. L’animazione è fluida e dettagliata, con un uso intelligente delle CGI che, sebbene non sempre perfette, contribuiscono a creare l’atmosfera apocalittica del mondo in cui si svolge la storia. L’ambientazione, con la sua pericolosa natura invasa dal Burst, è visivamente sbalorditiva, e le sequenze d’azione sono tra le più coinvolgenti e dinamiche della produzione. Le musiche, composte da Taro Iwashiro, giocano un ruolo fondamentale nell’immedesimare lo spettatore nel tono drammatico e sospeso della serie. La sigla di apertura, “A.I.C.O.”, interpretata da True, è emozionante e trascinante, mentre la canzone finale “Michi no Kanata” cantata da Haruka Shiraishi, aggiunge un tocco di malinconia alla conclusione dell’anime.
Ai.C.O. Incarnation è un anime che esplora temi universali con una visione intrigante e originale. La fusione di scienza, tecnologia e emozioni umane rende questa serie un’esperienza che va oltre la semplice azione sci-fi. Ogni personaggio, ogni scelta e ogni mistero ci spingono a riflettere sulla condizione umana, il nostro rapporto con la tecnologia e il senso della vita. Un lavoro di grande valore, nonostante la sua complessità, che merita di essere visto e apprezzato. Se siete appassionati di anime che combinano riflessioni filosofiche con una trama avvincente e azione, A.I.C.O. Incarnation è una serie che non potete assolutamente perdere.
Aggiungi commento